C’è una nuova opera d’arte nel deserto: è un miraggio

In Arabia Saudita, nella zona di AlUla, viene portato avanti un importante progetto di salvaguardia e valorizzazione delle ricchezze del territorio

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Virginia Leoni

Giornalista, content editor e blogger

Ha trasformato la sua passione in lavoro.

L’arte come mezzo per accendere i riflettori su tematiche importanti, che diviene cassa di risonanza e custode di bellezza: succede nell’Arabia nord-occidentale, dove si può ammirare una nuova opera d’arte nel deserto. Una realizzazione effimera, come un miraggio, destinata allo sguardo solo per un tempo brevissimo.

Si tratta del primo progetto di una campagna inclusiva che concorre al raggiungimento di più obiettivi, scopi importanti come quelli di approfondire e arricchire la conoscenza, la consapevolezza e il desiderio del pubblico di proteggere e valorizzare l’antica storia di AlUla.

E così due mani giunte, che rievocano il senso di protezione e cura, diventano il primo mezzo con cui la campagna I Care sensibilizza a livello locale, ma anche internazionale, sull’importanza dei vari progetti di tutela del patrimonio di questo territorio. Tutto quello che c’è da sapere sull’opera realizzata da David Popa, sulla campagna e sulla zona.

L’opera d’arte nel deserto e il suo significato

Che l’arte sia un mezzo per sensibilizzare e per muovere alla riflessione, è cosa risaputa. Oltre a questi obiettivi, poi, vuole anche intrattenere e colmare gli occhi di meraviglia. Tutti obiettivi che vengono ampiamente soddisfatti da I Care, la campagna lanciata il primo febbraio 2024, che ha un obiettivo ben preciso: “Salvaguardare il ricco paesaggio di beni culturali di AlUla, compresi i monumenti naturali e realizzati dall’uomo, come mezzo per stimolare lo sviluppo economico, guidare l’impegno della comunità e ampliare la conoscenza e l’apprezzamento del passato storico dell’AlUla – obiettivi che si allineano con quelli della Saudi Vision 2030”, spiega una nota.

Il progetto ora ha visto andare in scena la sua prima fase, con la collaborazione che RCU (Royal Commission for AlUla, realtà fondata nel 2017 su decreto reale per proteggere e salvaguardare la regione) ha stretto con l’artista David Popa. Il risultato è straordinario: nel deserto di questa zona dell’Arabia Saudita sono state realizzate due mani, che sono poste a protezione della Tomba di Lihyan, Figlio di Kuza. E sono simbolo di quello che è tra gli scopi principali di I Care, ovvero proteggere e custodire i luoghi storici e culturali.

Un’opera che cela un segreto, infatti è come un vero e proprio miraggio: destinata a dissolversi nel nulla.

Perché l’opera d’arte è un miraggio

L’opera realizzata da David Popa è effimera, ora la si può osservare, ma presto è destinata a scomparire. Proprio come un miraggio nel deserto, di cui resta il senso di meraviglia, o stupore, una bellezza che toglie il fiato, ma che si dissolve per sempre.

Così le mani poste in un gesto di protezione lasciano il segno con il loro messaggio, ma non durano a lungo. L’opera è stata realizzata utilizzando esclusivamente elementi naturali, tra cui terra gialla proveniente dall’Europa e terra rossa dal Medio Oriente, ed è una delle più grandi realizzate dall’artista fino a ora. Pensata per sparire in poche settimane, dissolvendosi, diviene il mezzo per ribadire: “L’urgente necessità di un’azione collettiva per salvaguardare i luoghi del patrimonio culturale ad AlUla, in Arabia Saudita, e nel mondo intero”.

E per concorrere a questo risultato tra i destinatari della campagna, di cui l’opera fa parte, ci sono proprio i giovani, per questo è prevista la distribuzione di kit appositi nelle scuole, la realizzazione di seminari e di visite.

AlUla in Arabia Saudita è una zona ricchissima, una destinazione culturale di massimo rilievo grazie ai tanti siti da esplorare e conoscere: tra questi Hegra, città nabatea e Patrimonio dell’Umanità Unesco e poi la città di Dadan, la biblioteca all’aperto Jabal Ikmah e Old Town di AlUla, che è stata nominata UNWTO’s Best Tourism Villages 2022.

Una destinazione perfetta per immergersi nel passato e nelle sue bellezze, ma anche in progetti artistici (e non solo) di grande rilievo.