Un museo a cielo aperto per scoprire le meraviglie dell’arte ceramista siciliana

Le ceramiche artistiche siciliane diventano un inedito percorso turistico: in arrivo anche il Passaporto delle Strade della Ceramica che unisce i sei comuni coinvolti

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Emma Santo

Giornalista e Web Content Editor

Giornalista pubblicista, web content editor e storyteller, scrive di viaggi, enogastronomia, arte e cultura. Per lei, scrivere è come viaggiare.

Punto di incontro straordinario fra arte e artigianato, le ceramiche sono sinonimo di eccellenza e un fiore all’occhiello del patrimonio culturale della Sicilia, riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo. La produzione di queste meraviglie è presente in quasi tutta l’isola, ma trionfa soprattutto in sei città, che insieme hanno dato vita alle Strade della Ceramica Siciliana, un nuovo modo di vivere il turismo in questa splendida regione, attraverso percorsi fatti di natura, arte, cultura, tradizione e gastronomia, alternativi rispetto alle mete più conosciute.

Le Strade della Ceramica Siciliana

Portate per la prima volta quest’anno alla Bit di Milano, le Strade della Ceramica Siciliana sono un percorso sinergico che idealmente unisce i comuni siciliani noti per la produzione di ceramiche artistiche al fine di sviluppare un nuovo tipo di turismo esperienziale. Sei le città riunite sotto l’egida dell’Associazione Italiana Città della Ceramica: Burgio, Caltagirone, Collesano, Monreale, Santo Stefano di Camastra e Sciacca.

Un’esperienza adatta a chi vuole immergersi nell’identità più intima e profonda della Sicilia, con le esperienze indimenticabili all’interno delle botteghe dei ceramisti locali, che condivideranno con i visitatori l’antichissima e nobile arte della terracotta. Un mondo antico ma ancora vivo e vitale, fatto di luoghi e di persone che si potranno conoscere attraverso il Passaporto delle Strade della Ceramica.

Il Passaporto delle Strade della Ceramica

Il Passaporto delle Strade della Ceramica è un documento che vuole unire idealmente le sei città siciliane che nella lavorazione della ceramica hanno un’antichissima tradizione. Entrerà ufficialmente in funzione domenica 24 marzo 2024, valendo anche come biglietto unico di ingresso nella rete dei musei della città della ceramica e negli altri luoghi di cultura convenzionati.

Si potranno vivere esperienze uniche non solo nelle botteghe dei ceramisti, ma anche nelle altre botteghe artigiane e in quelle dei pasticceri e dei panettieri che, grazie ai loro forni, condividono con i ceramisti la sapiente arte del calore che dà forma e colore ai loro impasti. In una simile esperienza non può di certo mancare la cucina tipica siciliana.

Al completamento del percorso, testimoniato dalle sei timbrature presenti nel passaporto – che dovranno essere effettuate in un periodo non superiore a un anno solare – i viaggiatori potranno ottenere l’attestato di “Amico delle città della Ceramica siciliana” e il premio, che consiste in un prodotto in ceramica da scegliere fra quelli disponibili in catalogo.

I percorsi turistici delle sei città della ceramica siciliana

Iniziamo, dunque, il nostro viaggio sulle Strade della Ceramica Siciliana, alla scoperta di borghi e città custodi di monumenti e opere uniche.

Burgio, dal Castello alla storica bottega di un maestro ceramista

Le origini di Burgio, in provincia di Agrigento, sono legate alle vicende del monumento più antico, il Castello, edificato durante il periodo dell’occupazione araba nella parte più alta dell’attuale paese, accanto al quale sorge la bellissima Chiesa Madre intitolata a Sant’Antonio Abate, fondata nel secolo XII, che custodisce molte opere d’arte. Seconda irrinunciabile tappa è il complesso dei Padri Minori Riformati, oggi sede del Muceb, il museo della ceramica.

Per una esperienza turistica immersiva alla scoperta della ceramica del borgo, una tappa fondamentale è rappresentata dalla storica bottega Caravella. Un posto magnifico dove il tempo si è fermato e dove il maestro ceramista Paolo Caravella, considerato patrimonio vivente della Sicilia, realizza ancora secondo la più antica tradizione le sue splendide creazioni.

Caltagirone, tra straordinarie belle artistiche e architettoniche

Caltagirone, alle porte di Catania, è una splendida città ricca di storia e straordinarie belle artistiche e architettoniche. Impossibile visitare tutto in un giorno. Il modo migliore per farlo è perdersi tra i vicoli e i sali-scendi della cittadina, ricca di botteghe di ceramisti. Assolutamente da non perdere il Museo della Ceramica. Dopo aver ammirato i tesori che custodisce, ci si può spostare nella bellissima e imponente chiesa di San Pietro, con il suo particolare stile gotico che le conferisce un certo fascino misterioso, per poi muoversi verso una ulteriore chiesa, quella dedicata a San Francesco di Paola, custode di numerosi tesori provenienti da altre chiese distrutte o danneggiate dai terremoti.

Nelle vicinanze si può ammirare il famoso ‘Tondo Vecchio’, un punto panoramico che affaccia su una distesa di monti e vallate. Da qui si arriva al Ponte di San Francesco, realizzato per collegare due delle tre colline su cui sorge la città, finemente decorato con delle ceramiche in rilievo, con cinque maestose arcate. L’attrazione più amata è, però, la splendida scalinata di Santa Maria del Monte, che collega la parte antica della città a quella nuova, situata sulla parte alta. È lunga oltre 130 metri, per un totale di 142 gradini decorati con mattonelle di ceramica. A dominare l’opera c’è la chiesa di Santa Maria del Monte, particolarmente cara ai cittadini e custode di una rara immagine sacra.

Collesano, con la ‘via della ceramica’

Visitare Collesano, in provincia di Palermo, è un’esperienza a dir poco affascinante. Attraversare il paese a piedi è il modo migliore per respirare il clima più autentico dell’antico borgo, all’interno del quale si può inoltre percorrere una speciale ‘via della ceramica’. Si comincia nel quartiere Stazzone con le antiche fornaci come punto di partenza, per poi dirigersi in piazza Castello con la visita alla Guglia di Santa Maria la Vecchia e all’antico quartiere dei Moncada, sede delle storiche botteghe di produzione ceramica collesanese, passando all’inferriata di via Roma.

E poi viale Vincenzo Florio, via Isnello, piazza Santa Maria di Gesù con i pannelli in ceramica raffiguranti la storica Targa Florio, via Polizzi con la scalinata interamente realizzata in ceramica, che riprende tutti i colori e decori tipici della tradizione collesanese ceramistica, e viale Vincenzo Florio, con l’insegna di ‘Benvenuto’ interamente realizzata in ceramica. Durante l’intero percorso urbano si potranno ammirare creazioni raffiguranti beni architettonici, artistici e religiosi, ma anche pannelli in ceramica affissi nel percorso religioso della processione della Cerca, che si svolge ogni anno all’alba del Venerdì Santo.

Monreale
Fonte: iStock - Ph: RomanBabakin
Una bottega di ceramiche a Monreale

Monreale, alla scoperta della lavorazione della terracotta

La visita di Monreale non può che partire dal magnifico Duomo, patrimonio dell’UNESCO, con i suoi celebri mosaici che, insieme alla produzione di ceramiche, rappresentano una tradizione artistica forte e persistente, testimoniata dalla preziosa composizione delle tessere musive raffigurante il racconto del Vecchio Testamento e della vita di Cristo all’interno della Basilica e delle tre absidi. Altra tappa da non perdere, il Chiostro dei Benedettini, anch’esso patrimonio dell’umanità, con la sua Fontana del Re, le colonne in cui sono raffigurate scene del Vecchio e del Nuovo Testamento e il giardino, che fungeva da “orto dei semplici”, in cui molto probabilmente venivano coltivate piante medicinali.

Perno fondamentale delle ceramiche di Monreale è l’Istituto D’Arte dove, insieme ad altre scuole di maestri ceramisti, si custodiscono e si tramandano le competenze necessarie per la lavorazione della terracotta, del colaggio, dello stampo, della foggiatura a mano e della pressa. Una passeggiata in centro storico, fra Piazza Vittorio Emanuele, via Dante Alighieri e la storica via Torres darà l’opportunità di vivere l’esperienza di una vera e propria ‘via delle botteghe’. Se ne trovano di bellissime anche nel quartiere Ciambra e lungo la via Circonvallazione.

Santo Stefano di Camastra, un museo a cielo aperto

Santo Stefano di Camastra, in provincia di Messina, è un museo a cielo aperto, famoso per le sue ceramiche. Percorrendo le vie di questo meraviglioso borgo, potrete ammirare le innumerevoli botteghe artigianali dei maestri ceramisti, che da secoli foggiano e dominano la terra e il fuoco, creando opere rigorosamente decorate a mano. Qui, nel 1994 è stato inaugurato il Museo della Ceramica, situato all’interno del Palazzo del Barone Sergio in Piazza Duca di Camastra, che raccoglie vari oggetti preziosi, le mattonelle maiolicate e alcune opere di artisti contemporanei, nazionali e internazionali.

Tra le tante cose da visitare nel borgo, non perdetevi il viale delle Palme e il Cimitero Vecchio, la cui unicità è rappresentata sia dalla struttura architettonica delle 96 tombe presenti, denominata alla “cappuccina”, sia dal rivestimento delle tombe stesse, costituito da mattonelle in ceramica, chiamate “ambrogette”, decorate con motivi ornamentali su fondo bianco.

Sciacca e la ‘Cappella Sistina della maiolica siciliana’

La visita di Sciacca può partire dal luogo di ritrovo della città, piazza Scandaliato, splendida terrazza sul mare impreziosita dalla Chiesa di S. Domenico e dal Collegio dei Gesuiti, oggi sede del municipio. A pochi passi si trova il Duomo, costruito nel 1108 e modificato nel 1656. Percorrendo Corso Vittorio Emanuele ci si imbatte in gran parte delle botteghe dei ceramisti, eredi della tradizione dei grandi maestri del XVI secolo, fra cui Antonio Ramanno, i fratelli Lo Boj e Giuseppe Bonachia, il più noto pittore di mattonelle in Sicilia, detto il Mayharata.

A quest’ultimo si deve la realizzazione dell’imponente fascia maiolicata all’interno della cappella di San Giorgio del Genovesi, costruita nel 1520 e malauguratamente abbattuta nel 1952. Per comporre la fascia e il pavimento della cappella furono prodotte 2175 mattonelle. Pensate che alcuni storici dell’arte sostengono che, se fosse sopravvissuta, avrebbe meritato il nome di Cappella Sistina della maiolica siciliana. Del vasto arazzo, raffigurante scene del Vecchio e Nuovo Testamento, rimangono sei grandi pannelli, conservati all’Istituto d’Arte di Sciacca. Infine, un’altra esperienza da non perdere è quella del Museo dei 5 Sensi, dove sperimentare il percorso del tatto, in cui i turisti, guidati dagli artigiani locali, potranno vivere l’esperienza di realizzare e decorare vasi, anfore, piatti e altri oggetti in ceramica.

Sciacca
Fonte: iStock
Sciacca, una delle sei città della ceramica in Sicilia