Anche in montagna scatta l’allarme overtourism

Troppi turisti nei luoghi di montagna in cerca di un contatto con la natura, ma cosa accade se queste località vanno in overtourism? I rischi sono tanti e riguardano diversi aspetti

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Priscilla Piazza

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Laureata in cinema, teatro e spettacolo multimediale, oggi lavora come redattrice e social media manager freelance

Pubblicato: 14 Agosto 2024 07:30

L’overtourism è un fenomeno di cui si parla sempre più spesso in tema di viaggi, soprattutto durante quest’ultima estate. Infatti, in alta stagione, le grandi città e le destinazioni più gettonate dai viaggiatori sono spesso prese d’assalto più del dovuto, il che può contribuire ad aumentare un certo senso di disagio.

Purtroppo, però, ultimamente l’overtourism non riguarda solo le metropoli e i centri urbani, bensì anche destinazioni come la montagna. Infatti, soprattutto dopo la pandemia del 2020, tantissime sono le persone che per le proprie vacanze optano per una meta come la montagna, a stretto contatto con Madre Natura e in pieno relax. O almeno, così dovrebbe essere.

Montagna in overtourism, perché accade

Abbiamo sentito parlare ultimamente di città italiane affollate dal turismo di massa, come Venezia che ha già concluso la prima fase sperimentale riguardante il pagamento di un ticket di ingresso, ma il caso riguarda anche altre mete europee, Barcellona, ad esempio.

In questo periodo, infatti, si sente davvero spesso parlare di overtourism e adesso il fenomeno sembra riguardare anche la montagna: infatti, sempre più persone sono attratte dal trend dei viaggi immersi nella natura, sostenibili e slow. Ma se tante persone optano per la montagna, pensando di fare una scelta votata all’ecoturismo, nel medesimo lasso di tempo, cosa accade?

Una delle ripercussioni principali dell’overtourism in montagna è quella dell’impossibilità (o quasi) di trovare un alloggio in affitto: infatti, affittare casa sta diventando in realtà difficile nelle destinazioni che tendono ad andare in overtourism sia per gli abitanti stessi, che per i lavoratori stagionali, oltre che per i turisti.

Ma se le località, anche quelle montane, diventano affollate dai viaggiatori, a risentirne è anche la viabilità: le strade di montagna, infatti, spesso sono state pensate per i cittadini (per quei pochi cittadini) e non sono adibite ad accogliere un numero di mezzi ingente. Inoltre, sono gli stessi mezzi pubblici a essere in difficoltà in montagna e su quel tipo di strade quando in alta stagione i turisti diventano troppi e il fenomeno dell’overtourism diventa davvero incontenibile.

Altra conseguenza disastrosa dell’overtourism , soprattutto per un ambiente come quello della montagna che merita di essere preservato, è il rischio di danni e inquinamento ambientali.

Una possibile soluzione per l’overtourism in montagna

La riflessione ultima, quindi, non può che essere che il turismo in montagna è una faccia di una medaglia, che ne ha anche un’altra: da un lato ha effetti positivi a livello economico, per lo sviluppo locale, dall’altro invece ha risvolti negativi per la conservazione stessa dell’ambiente, nonché per la vita di chi abita quei territori (senza pensare che anche il carico del soccorso alpino diventa maggiore se le località di montagna vengono affollate dai turisti in modo incontrollato).

Quale potrebbe essere la soluzione? Cercare di creare un equilibrio tra la pianura e la montagna, in modo che se la pianura viene protetta e valorizzata anche a livello naturalistico tanto quanto lo è oggi la montagna, molti più viaggiatori potranno ricercare quell’agognato contatto con la natura anche nelle zone pianeggianti, evitando così di affollare eccessivamente i luoghi montani.