Green Pass: come averlo e a chi dovremo mostrarlo

Domande e risposte sul Green Pass italiano ed europeo

È stato da poco emanato il regolamento relativo al Green Pass europeo, mentre il 17 giugno è arrivata la firma di Mario Draghi che renderà questo strumento una realtà a partire dal 1° luglio. Tuttavia, i dubbi su questo argomento sono ancora molti e a partire da come ottenerlo e a chi mostrarlo. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

Il nome ufficiale del Green Pass italiano è “certificato verde Covid-19“, da come si legge nel Decreto che stabilisce tutte le regole di questo strumento e che, con la firma del Presidente Draghi rende operativo il regolamento Ue.

La certificazione, introdotta dal decreto anti-Covid del 22 aprile 2021, poi modificato dal decreto del 18 maggio, viene così armonizzata con quella europea e con lo scopo di potersi spostare liberamente lungo la Penisola (qualora qualche Regione dovesse tornare arancione o rossa), ma anche per andare a trovare gli anziani nelle Rsa, per partecipare a spettacoli ed eventi sportivi e, forse, per accedere in discoteca, quando riapriranno.

Inoltre, dal giorno 1° di luglio il certificato nazionale si unirà al “Digital Covid Certificate“, il pass ideato dalla Ue per permettere gli spostamenti dei cittadini nell’area Schengen.

Chi rilascia il Certificato verde Covid

Il certificato verde Covid19 viene rilasciato da enti diversi e in base alla tipologia. Infatti, il Green Pass per vaccinazione viene rilasciato in formato cartaceo (e presto anche digitale) dalla struttura sanitaria o dal Servizio Sanitario Regionale di competenza; quello per avvenuta guarigione, invece, viene rilasciato il giorno della fine dell’isolamento, dalla struttura ospedaliera presso cui si è effettuato un ricovero, dalla ASL competente e dai medici di medicina generale o dai pediatri in caso di non ricovero; il Certificato verde da test antigenico o molecolare con esito negativo, viene rilasciato dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie o dai medici che erogano i test.

Come ottenere il Green Pass

Il modo più veloce per ottenere il Green Pass in formato digitale sarà quello di collegarsi al sito “Digital green certificate“, gestito da Sogei (attivo dall’1 luglio), che emetterà la certificazione in connessione con la piattaforma europea, che riceverà a sua volta in tempo reale i dati legati alla tessera sanitaria. Nel momento in cui verrà generato il certificato verde, si riceverà un sms o una mail con un codice che, insieme al numero della tessera sanitaria e allo Spid, servirà per ottenere il Qr code valido per i controlli. Il Qr code potrà essere salvato sul telefonino o stampato su carta e si troverà anche sull’app Immuni.

Tuttavia, chi è meno tecnologico potrà rivolgersi al proprio medico di famiglia o pediatra. Questo perché il Qr code sarà presente anche sul fascicolo sanitario elettronico, da dove si potrà scaricare.

Validità del certificato

Il Certificato Verde ha una durata variabile. In sostanza, per chi è vaccinato è valido a partire dal quindicesimo giorno dopo la somministrazione della prima dose e fino alla data della seconda dose. Da quel momento, la certificazione è valida per ulteriori 9 mesi. Per chi invece è guarito dal virus è valido per sei mesi dalla data di fine isolamento. Mentre per il test antigenico o molecolare con esito negativo,  è valido per 48 ore dal tampone. Nel dettaglio: la durata del Green Pass è di 9 mesi dal momento della seconda dose poiché la sua validità inizia nella finestra tra la prima e la seconda dose.

Il Green Pass di chi viene vaccinato con AstraZeneca, la cui seconda dose al momento è somministrata circa 3 mesi dopo la prima, ha una validità di quasi un anno considerando già la prima inoculazione; con Pfizer, che prevede la seconda dose dopo circa 42 giorni, la durata può aggirarsi intorno ai 10/11 mesi; il Green Pass con il vaccino Moderna che ha il secondo richiamo a 42 giorni, vede una durata totale che si attesta sui 10/11 mesi; il vaccino Johnson&Johnson, che richiede una sola dose, rilascerà un certificato valido 9 mesi.

Tuttavia, è bene sapere che il certificato verde può essere revocato in caso di infezione da Covid-19. La positività al virus, infatti, verrà immediatamente registrata nella banca dati e questo comporterà l’annullamento del pass stesso.

Chi controllerà il Green Pass

Ad avere il dovere di controllare il Green Pass saranno le forze dell’ordine e i pubblici ufficiali. Ma nel caso, per esempio, di banchetti di nozze o di un evento sportivo o le discoteche, avranno diritto di controllare la documentazione i gestori (e i loro dipendenti autorizzati) dei locali pubblici o dei luoghi dove si svolgono determinati eventi.

Alberghi e ristoranti non faranno controlli

Niente controlli a carico di hotel e ristoranti per il possesso del Green Pass da parte dei clienti. Sembra questa la linea definitiva delle norme che regoleranno il documento. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha inoltre precisato che albergatori, ristoratori e negozianti non avranno il diritto di chiedere ai clienti il certificato verde Covid19.

Quali sono i vaccini validi

Chi si è vaccinato all’estero, con vaccini riconosciuti dalla Ue, ha diritto al certificato verde purché faccia convalidare i documenti relativi all’immunizzazione dalle autorità nazionali di frontiera o presso le ambasciate e i consolati in Italia del Paese dove si è fatta la vaccinazione. I vaccini attualmente riconosciuti dell’Europa sono: Pfizer-BionTech, Moderna, AstraZeneca e Johnson & Johnson.

Green Pass e mascherine

Come spiega il sito del ministero della Salute, le misure di igiene vanno sempre rispettate, in quanto non può essere garantita la totale eliminazione del rischio di prima infezione nei vaccinati e in chi ha un tampone negativo o di reinfezione nei guariti, anche a causa della circolazione delle varianti, né può essere escluso il rischio di trasmissione del virus. Anche quando verrà abbandonato l’obbligo della mascherina all’aperto, resterà in vigore quello per gli ambienti al chiuso. Inoltre, ogni Paese ha le sue regole relativamente alle mascherine. Per questo vi invitiamo a visionare tali norme attraverso i siti istituzionale dei Paesi di destinazione.

Differenze Green Pass italiano ed europeo

È importante sapere che il Green Pass italiano al momento non è valido per recarsi all’estero, o meglio, si è ancora soggetti alle normative dei singoli Paesi. Dal 1° luglio, invece, il Green Pass europeo sarà valido nei Paesi dello spazio Schengen, con le seguenti modalità:

  • QR code che conferma l’avvenuta vaccinazione o guarigione o il tampone negativo;
  • nome e cognome e data di nascita;
  • durata della certificazione: 9 mesi dal giorno della vaccinazione, sei mesi dalla guarigione e 48 ore dall’avvenuto tampone.

E i diversi Stati membri non potranno cambiare regole, a meno che non si verifichino situazioni epidemiologiche gravi.

In sostanza, quindi, i certificati verdi Covid-19 rilasciati dall’Italia in ambito regionale sono validi solo sul territorio nazionale e fino all’entrata in vigore del Digital Green Certificate europeo. I Green pass emessi dal singolo Paese, poi, verranno inseriti in Gateway, la piattaforma comunitaria che raccoglie i dati di tutti i certificati. Il Digital Green avrà un QRcode che ne dimostrerà la validità e servirà per muoversi in Italia ma anche all’interno dell’area Schengen, in attesa di ulteriori sviluppi per i Paesi extra Ue.