Viaggio alla scoperta del Nepal: ecco cosa vedere

Il Nepal attira da sempre turisti e viaggiatori, studiosi e gente in cerca di spiritualità. Per Lonely Planet è il Paese più economico da visitare nel 2017

Racchiuso fra l’India e la Cina dalla quale lo separa la spettacolare catena dell’Himalaya, luogo di nascita di Buddha, una terra che fa sognare pace e spiritualità, il Nepal attira da sempre turisti e viaggiatori, studiosi e gente in cerca di spiritualità, ma è in verità molto diverso da quello che ci si può aspettare.

Secondo la classifica annuale Best in Travel di Lonely Planet il Nepal è il Paese più conveniente da visitare nel 2017.

Tutto inizia a Kathamandu, città suggestiva e sempre sconosciuta, che affascina e disorienta al tempo stesso. La cosa migliore per scoprirla è perdersi fra le viuzze e i chowk (gli incroci) del centro, camminando tra i venditori di frutta e verdura, di stoffe o di sikarni (una bevanda simile al lassi indiano, ma preparata con yogurt montato, dolce, con noci o pistacchi e cannella), scoprendo i vicoli e le bakery del centrale quartiere di Thamel, che oggi ha più l’aspetto di un immenso bazazr, con oggetti e vestiti che ormai si trovano un po’ dappertutto) o lungo la Jochne, la famosa “freak” street meta degli hippy negli Anni ’60, oggi passata di moda ma ugualmente fascinosa per quella sua aria di luogo rimasto bloccato nel tempo.

Sempre camminando ci si può spingere fino all’estremità occidentale, attraversare il fiume e salire (il momento più suggestivo e anche migliore è la sera, al tramonto, o la mattina presto) fino al Swayambhunath, il Tempio delle Scimmie, uno dei più suggestivi luoghi di culto tibetani in Nepal. L’altro, ma per ragioni diverse, è rappresentato dall’immenso stupa di Bodhnath, uno dei più grandi del mondo. Sito suggestivo per il profumo di incenso, la musica tibetana che accompagna la camminata (da compiere in senso orario) intorno allo stupa, magari facendo girare con la mano le piccole ruote di preghiera contenute nelle nicchie tutte intorno alla struttura, sulle quali è inciso ‘om mani padme hum’ (forse il mantra buddista più conosciuto), a Sud-Est di Darbar Square, a 20 minuti a piedi da un altro importantissimo luogo sacro, il più venerato sito indù di tutto il Nepal: Pashupatinath, un complesso costruito lungo il sacro fiume Bagmati dove ogni giorno si assiste alle cremazioni dei defunti, ma anche alle preghiere e ai bagni di purificazione.

Vicinissima alla capitale è la splendida Patan (anticamente Laliptur che significa ‘Città della bellezza’, chiamata anche Yala in lingua newari), dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità è considerata una delle città più antiche (e più belle) dell’intera valle di Kathmandu. La sua Darbar Square è talmente ricca di templi che è quasi impossibile coglierne in pieno la bellezza con un solo sguardo, senza considerare i quattro grandi stupa posti ai quattro angoli estremi della città, gli oltre 600 piccoli e medi stupa da scoprire nei cortili e circa 185 bahal. A Sud di Kathmandu c’è anche l’altra: è Bakthapur, un vero gioiello a metà strada tra l’antico villaggio medievale e un piccolo moderno centro dedito al turismo, tranquillo e vivace allo stesso tempo, tutto da scoprire, a piedi, dalla Porta del Leone, alla Durbar Square e alla Potter’s Square, da Taumadhi Tole, a Tachuoal Tole, vecchio centro del paese. A pochi chilometri, seguendo una strada per metà asfaltata e per metà no, si arriva al piccolo villaggio e al tempio di Changu Narayan, il più antico – dicono – di tutto il Nepal: un piccolo museo a cielo aperto, in cima a una collina, con sculture di bronzo.

Lungo la via che da Kathmandu porta a Lumbini passando per Pokhara (splendido il lago e la Pagoda della Pace, in cima alle colline) nel Terai più occidentale, e Tansen (piccolo paese arroccato sulla montagana), lungo la Siddharta Highway, meglio concedersi il lusso di alcune piccole deviazioni: la funicolare di Manakamana e dell’omonimo antico tempio dove si compiono i sacrifici in onore della dea Kalì, Gorkha, per ammirare la valle dalla cima della collina sulla quale si erge un antico castello-tempio-fortezza che, nel periodo dei monsoni, viene circondato dalle nuvole, sprofondando nell’infinito, e Bandipur, piccolo villaggio sospeso nel tempo e nello spazio, circondato da colline di verde lussureggiante e campi di frutta.

Infine, Lumbini, oasi di pace e tranquillità, da girare tutta in bicicletta, passando dalla struttura che conserva la pietra, dove la leggenda vuole sia nato il principe Siddharta, alla Pagoda della Pace passando per i templi dedicatia Buddha.