In gita a Pachino, tra mare incantato e prelibatezze della tavola

Viaggio nel sud della Sicilia, dove lo Ionio incontra il Mediterraneo, spiagge dorate, tracce del passato preistorico e i celebri pomodorini

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Redazione

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Pubblicato: 22 Novembre 2017 16:30

La zona più a sud della Sicilia, tra le province di Ragusa e Siracusa, custodisce alcune dei tesori più belli dell’isola. Tra questi, Pachino è tra i brillanti più luminosi del limite estremo del territorio siciliano, lembo siracusano che arriva a scendere più a sud del parallelo su cui si trova Tunisi. Un angolo di terra che si affaccia sulla confluenza del Mar Ionio e del Mediterraneo, in cui Pachino insieme al suo borgo marinaro Marzamemi forma un’ideale unione che fa del mare, della pesca e del turismo, le forze trainanti dell’economia locale.

Grazie alla confluenza delle correnti, Pachino vanta acque molto pescose e un litorale di otto chilometri con spiagge deliziose: tra le più note, Cavettone e Morghella sul lato ionico, Costa dell’Ambra e Porto Ulisse sul versante mediterraneo. Spiagge dalla sabbia fine e dorata, impreziosite da fondali multiformi che fanno assumere all’acqua sfumature verde smeraldo nel Mediterraneo e azzurro intenso nello Ionio. Mare da favola che si sposa con l’altra gloria locale, il pomodoro ciliegino “pachino” (igp) e l’eccellenza vinicola.

Le torri Scibini (Xibini) e Fano, del XV secolo, retaggio della storia locale passata, ricordano gli assalti pirateschi a opera dei turchi: la prima è nella periferia sud di Pachino, in direzione di località Maucini, la seconda si trova verso Capo Passero, di cui anticamente portava il nome. Punti di presidio e di vedetta per dare l’allarme in caso di invasioni ostili, le due torri hanno subito il degrado irreversibile e l’incuria che sono sfociati, per la prima, in un recente restauro; della seconda resta solo una porzione del basamento, un piccolo rudere lasciato all’azione dei vandali.

Ci sono poi diverse zone che hanno restituito numerose tracce e reperti umani d’epoca preistorica. Grotta Calafarina è una di queste: fuori Pachino, situata tra Marzamemi e Portopalo di Capo Passero, è lunga cento metri e presenta un dislivello di 20 metri. Si ritiene che sia stata abitata sin dal Mesolitico. Non molto distante da questa, c’è Grotta Corruggi, nella scogliera posta a sinistra della spiaggia di contrada Vulpigia. Nonostante risulti dissestata per l’incuria degli anni passati, suscita parte ammirazione in chi la visita grazie alle sue preziose tracce storiche – anche in questo caso del mesolitico – che la rendono unica nel suo genere insieme alla Grotta della Sperlinga di San Basilio presso Novara di Sicilia.

Tornando a Pachino, in pieno centro storico, nella centralissima via Cavour, Palazzo Tasca fa bella mostra di sé, elegante residenza nobiliare edificata secondo i dettami dello stile neoclassico, edificato tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del successivo. Sulla facciata risalta il portone arcuato con altre porte rettangolari ai lati, mentre i balconcini superiori sono arricchiti da inferriate in ferro battuto e sormontati da timpani triangolari.

L’interno di Palazzo Tasca è adibito a uso commerciale e abitativo ma è visibile un cortile interno lastricato con lastre di basalto e chiuso da un pregevole cancello, anch’esso in ferro battuto.

Sulla piazza principale di Pachino si affaccia l’imponente e nobile Chiesa Madre del SS. Crocifisso, costruita nel 1790 per volere del marchese Vincenzo Starrabba su progetto dell’architetto Gaspare Garrano. La chiesa si presenta con un’unica navata molto ampia, a pianta rettangolare, con una cappella nobiliare posta a destra dell’abside.

All’interno si ammira il bellissimo simulacro della Madonna Assunta, patrona della città, i numerosi altari, le statue e le tele che ornano l’intero ambiente. La facciata esterna, a due ordini sovrapposti, presenta un portone d’ingresso in bronzo e due piccoli torri campanarie raggiungibili attraverso una scala a chiocciola in pietra.

Sulla stessa piazza della Chiesa Madre ci si può deliziare assaggiando i prelibati dolci locali in vendita presso il Caffè Al Ciclope, o provare le specialità della vicina Casa del Formaggio (in via Durando), acquistare le profumatissime spezie ed erbe aromatiche o, ancora, i celeberrimi arancini siciliani in uno dei numerosi ed accoglienti negozi specializzati del centro, lungo le vie che convergono tutte verso questo suo cuore pulsante, piazza Vittorio Emanuele.

A Pachino si conferma così la particolarità dei centri di mare della Sicilia: nella magia di un luogo incantato si riesce ad unire, in modo quasi ideale, la bellezza rigogliosa della natura alle testimonianze del passato ed alle radici culturali. Radici importanti, come quelle che conducono ad esempio nella vicina Marzamemi, dove si svolge dal 2000, nella piazza principale e nel centro storico, l’importante Festival del Cinema di Frontiera con film provenienti da ogni parte del mondo.