Chiese romaniche e rovine romane: cosa vedere ad Aosta

Aosta mostra i segni del glorioso passato romano, quando si chiamava Augusta Praetoria Città millenaria ricca di monumenti

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Redazione

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Mostra i segni del glorioso passato romano. Quando si chiamava Augusta Praetoria. È Aosta, città millenaria ricca di monumenti.

Tra i più belli e meglio conservati c’è il Teatro romano. Fu costruito nel 25 d.C, qualche decennio dopo la fondazione della città all’epoca dell’imperatore Claudio. Il Teatro occupa tre isolati contigui alla cinta muraria lungo il Decumano massimo (la strada principale della città) e occupava un’area di 81 metri di larghezza e 64 di lunghezza.

La cavea (gli spalti) era inserita in un recinto a pianta rettangolare, la cui facciata esterna si estende su 22 metri di altezza ed era caratterizzata da contrafforti verticali a 5,5 metri di distanza l’uno dall’altro. Quattro gli ordini delle aperture verso l’esterno. In basso le arcate d’ingresso in alto tre ordini di finestre sovrapposte.

Molto probabilmente il teatro di Aosta aveva una copertura e pertanto sembrerebbe un Teatrum Tectum come quello di Pompei. Le gradinate della cavea potevano accogliere non più di 4.000 spettatori e l’orchestra aveva un muro col raggio di 10 metri. Il muro della scena di cui restano soltanto le fondazioni era ornato da colonne di ordine corinzio da statue e rivestito di marmi. Il teatro è perfettamente conservato e durante la stagione estiva ospita concerti e spettacoli d’inverno e i mercatini di Natale.

Criptoportico forense. È un altro monumento dell’età romana di Aosta e anticamente circondava l’area sacra del foro dell’antica Augusta Praetoria. È costituito da una galleria a due navate su tre lati che abbraccia un rettangolo di 89 x 73 metri, aperto sul lato sud e con le volte sostenute da pilastri in travertino e le due navate sono separate da una serie di archi. La funzione del luogo non è mai stata chiarita. Forse poteva essere utilizzato come luogo da passeggio e solo dal III secolo come deposito militare.

Di sicuro ricopriva un ruolo strutturale importante e serviva a regolarizzare il naturale dislivello del terreno nell’area del complesso. Nello spazio chiuso dalla galleria si trovano due templi affiancati con fronte a sei colonne il primo dedicato ad Auguro divinizzato e il secondo alla Triade Capitolina Giove, Giunone e Minerva. È uno dei pochi criptoportici accessibili al pubblico al mondo.

Porta pretoria e porte romane. Bellissimo il sistema di porte romane di accesso alla città di Aosta. Tutte alle estremità delle vie principali dette Decumanus Maximus e Cardus Maximus e permettevano di uscire dalla città dai quattro punti cardinali. La principale è la Porta Praetoria, posta all’ingresso orientale della città. Ancora oggi in eccellente stato di conservazione formata da una serie di archi, uno maggiore centrale e due laterali che racchiudono una piazza d’armi. Su entrambi gli archi sono visibili i camminatoi delle sentinelle.

L’arco centrale (7 metri di luce) era per il passaggio dei carri mentre i due laterali (larghi 2, 65 metri) per i pedoni. Tre archi orientali un tempo erano chiusi da ponti levatoi, le torri difensive sono state rimaneggiate, una sola però conserva intatti alcune caratteristiche delle architettura romana. Ancora in piedi i resti della Porta Decumana, visibili anche all’interno della Biblioteca regionale di Aosta in via Albert, la Porta Principalis Sinistra (i resti della fondamenta nel museo archeologico regionale) e della Porta Principalis Dextera.

Arco d’Augusto. È uno dei monumenti simbolo di Aosta. Costruito nel 25 d.C dopo la vittoria dei romani, guidati da Aulo Terenzio Varone Murena, sui Salassi, è in asse col Decumanus Maximus e la Porta Praetoria. Costruito in blocchi di conglomerato, l’arco ha un solo fornice 11 metri di altezza sotto la chiave di volta e ha una volta a botte.

Ci sono diversi stili architettonici in un unico monumento: le dieci semicolonne che ornano facciate e archi culminano in capitelli corinzi, la trabeazione, fregiata di metope e triglifi è di ordine dorico. Nei secoli fu utilizzato come dimora di una nobile famiglia e al suo interno fu ricavata la fortificazione dei balestrieri.

Ma Aosta non è solo rovine archeologiche. La Collegiata dei santi Pietro e Orso è uno dagli edifici di maggior rilievo artistico di tutta la Valle D’Aosta. Il complesso religioso si affaccia su piazzetta sant’Orso, un angolo della città di notevole interesse storico e di grande suggestione artistica. Nell’area dove è stata edificata la chiesa primitiva c’era una necropoli. L’edificio fu ricostruito e ingrandito nel IX secolo. Nel 989 fu aggiunto un campanile (i resti sono visibili sulla facciata).

Un ulteriore intervento fu promosso dal vescovo Anselmo che tenne la cattedra vescovile di Aosta tra il 994 e il 1026. La chiesa venne ristrutturata nelle forme tipiche dell’architettura romanica in tre navate con copertura a capriate lignee chiuse da absidi circolari. Il coro sovrasta una cripta a due vani. Imponente il campanile romanico alto 44 metri che faceva parte di un sistema difensivo. Alla fine del XV secolo fu rifatta la facciata e la vecchia copertura a capriate fu sostituita da volte a crociera in stile tardo gotico. Suggestivi anche gli affreschi ottoniani tra il tetto e le volte quattrocentesche.

Merita una visita anche la Cattedrale di Aosta risalente all’ XI secolo (anche se la prima fase risale a ben 5 secoli prima). Bellissimi i campanili romanici, gli affreschi del ‘500 e quelli alto medievali.