Cosa vedere nel borgo di Santa Severina, in Calabria

Un piccolo villaggio della Calabria incastonato tra lo Ionio e la Sila: scopri cosa vedere nel borgo di Santa Severina

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Il piccolo comune di Santa Severina, di appena 2000 abitanti, si colloca all’interno della provincia di Crotone, quasi sulla punta della nostra penisola, come una vera e propria perla. A rappresentanza della bellissima regione di cui fa parte, pullula di meritevoli luoghi da visitare che non mancheranno di affascinare i suoi visitatori.

San Severina in Calabria sorge su una rupe che governa dall’alto una vallata a metà tra il Mare Ionio e i monti della Sila in posizione di supremo controllore del fiume Neto.

Le origini e la storia di Santa Severina

Furono i Bizantini a decretare l’attuale nome di Santa Severina, mentre durante la dominazione greca il suo nome era Siberene e in quella romana Severiana. Con l’arrivo dei Bizantini diventò la sede episcopale Metropolitana assoggettata a Bisanzio e diede i natali al pontefice Zaccaria, trasformandosi in una città dal patrimonio artistico indiscutibilmente più che interessante. Il Castello di Santa Severina è la monumentale rappresentazione della storia di questo borgo. A testimonianza dell’egemonia normanna risalente all’XI secolo (sotto il governo di Roberto il Guiscardo) e consolidamento di una precedente costruzione bizantina, la rocca si allunga su circa 10.000 metri quadrati di terra, sovrastando la valle del fiume Neto.

La sua struttura ha subìto molteplici modifiche nel corso del tempo: i sovrani che lo hanno abitato man mano lo hanno trasformato. Recenti restauri, condotti alla fine del secolo scorso, ha portato alla luce il fatto che questa struttura, che aveva sia funzione militare sia religiosa, sarebbe stata edificata sopra l’acropoli dell’antica Siberene. La sua particolarità è data anche dal fatto che al suo interno è custodito un vano cisterna del periodo bizantino, mentre la forma delle torri tonde e delle merlature quadrangolari ne ricordano la dominazione sveva. A tutt’oggi è una delle fortezze militari meglio conservate dell’Italia meridionale, con all’interno il Museo di Santa Severina, in cui sono presenti sia le collezioni che i reperti degli scavi archeologici di tutto il territorio. Nel castello, a seconda dei periodi, è possibile anche assistere a mostre artistiche, concerti ed esposizioni di artigianato che acquistano un ulteriore fascino per l’inusuale cornice.

Che cosa vedere nel borgo di Santa Severina

Il borgo di Santa Severina di Crotone è annoverato tra i borghi più belli della nostra penisola, non solo per le caratteristiche estetiche che ammaliano al solo colpo d’occhio, ma anche per il ricchissimo passato che ne ha così bene strutturato il carattere. Infatti il borgo vanta un percorso storico tra i più antichi: si narra che Santa Severina sia stata fondata dal popolo degli Enotri, prima ancora dell’occupazione dei Greci. Le notizie risalgono a un periodo intermedio tra l’età del bronzo e del ferro di cui restano tracce in diversi ritrovamenti archeologici. Dal magazzino di contenitori per il vino a prova della coltivazione della vite da parte della popolazione indigena, al rinvenimento di ben 14 abitazioni del periodo protostorico (IV-III secolo A.C.).

Oltre agli edifici storici è possibile ricostruire al meglio tutto il prezioso passato storico grazie ai musei del borgo. Per gli appassionati si segnalano il Museo Archeologico di Santa Severina, all’interno del Castello; il Museo diocesano di arte sacra nel palazzo arcivescovile; l’Archivio storico diocesano e la Biblioteca Diocesana siti in Piazza Campo; il Centro Documentazione e Studi sui Castelli e le Fortificazioni della Calabria, nel Bastione dell’Ospedale.

L’architettura bizantina si concentra al massimo nel Battistero di Santa Severina, adiacente alla Cattedrale, che è pervenuto quasi completamente integro. Costruito tra l’VIII e il XI secolo in forma circolare con croce greca, nacque come santuario sulle spoglie di un martire e solo in seguito venne trasformato nell’attuale battistero. Conserva al suo interno la fonte battesimale originaria, il portale ogivale di epoca sveva e gli antichi affreschi al suo interno risalenti al X-XII secolo e si annovera tra una delle mete imprescindibili delle meraviglie da visitare a Santa Severina.

Cosa mangiare a Santa Severina

Il borgo di Santa Severina si colloca a metà tra una meta culturale per appassionati storici e il luogo ideale per turisti che amano perdersi tra le bellezze naturali della Calabria, ma non solo. Tra le mura che lo circondano, gli innumerevoli siti di arte sacra incentivano la scoperta dei tesori che custodiscono. Il castello incanta con la sua atmosfera, che sembra non subire gli attacchi dell’epoca moderna e permette di respirare il profumo del passato. Il centro storico, poi, è deputato a conservare e tramandare gli aspetti più golosi che lo caratterizzano.

Da un punto di vista enogastronomico, il piatto del borgo è la pasta china, piena, in grado di regalare un emozionante esperienza grazie ai suoi sapori intensi. Si tratta di rigatoni cotti al forno con un ripieno di salsiccia e provola, un piatto tradizionale calabrese dal gusto ricco e nutriente. Tra i prodotti tipici spicca l’aranciaru, l’arancia che fin dall’antichità per i santaseverinesi ha rappresentato una fonte economica importante. Per le peculiarità organolettiche dovute al terreno in cui crescevano, erano considerate tra le arance migliori da barattare con interi carri di patate. Ancora oggi di queste arance non si butta via nulla, utilizzandone ogni parte in golose insalate di arancia, canditi, farinella per dolci e in altre ricette tipiche da assaggiare assolutamente in uno dei locali del borgo.