Cosa vedere nel borgo di Badia a Passignano

Nel cuore della Toscana più verde e iconica sorge Badia a Passignano, minuscolo centro del comune Tavarnelle Val di Pesa

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Redazione

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Badia a Passignano  rappresenta uno dei numerosi fiori all’occhiello della provincia di Firenze che, non solo nel suo nucleo storico ma anche nei suoi dintorni, offre borghi degni di nota, legati a doppio filo al territorio, alle sue produzioni ed alle sue tradizioni più autentiche.

L’antico borgo si trova letteralmente immerso nella natura e richiama costantemente curiosi e visitatori, desiderosi di scoprire la storia di questa località e di assaporarne non solo l’atmosfera ma anche i sapori: il vino è infatti tra i simboli di queste zone d’Italia, in particolare il buon vino, quello frutto di passione, imprese familiari e cura dell’ambiente in cui le produzioni si inseriscono.

Dal centro di Firenze Badia a Passignano dista circa 35 km ed è perfetto quindi per un’interessante escursione in giornata: ecco cosa fare nel borgo storico toscano.

La storia di Badia a Passignano

Il cuore della località Badia a Passignano è la sua Abbazia, dalle origini remote e ancora oggi assolutamente affascinante, sia per le sue caratteristiche architettoniche, sia per la sua collocazione, persa nel mezzo della Toscana più vera. Si tratta di un’abbazia dell’ordine dei Benedettini di Vallombrosa, che fu fondata da San Giovanni Gualberto nel 1049 ma rimaneggiata poi nei secoli successivi con ampliamenti e modifiche strutturali.

Agli inizi dell’800 la congregazione di Vallombrosa fu soppressa e l’Abbazia di Passignano fu di conseguenza chiusa, ma pochi anni dopo, nel 1825, la comunità religiosa fu ristabilita per essere nuovamente eliminata nel 1866.  Il luogo religioso divenne proprietà del governo italiano, che però mise a breve il sito all’asta perché non sapeva a quale uso destinarlo in particolare.

Nel 1870 l’Abbazia e le sue terre passarono nelle mani del conte Maurizio Dzieduszycki, ma nei decenni successivi furono molti i proprietari a susseguirsi e a modificare gli edifici di Badia e l’ambiente circostante a seconda del loro gusto personale. Nel 1986 però i monaci vallombrosani ripresero possesso di Badia a Passignano e i suoi vitigni furono affidati alla gestione della famiglia Antinori, che ancora oggi si occupa della coltivazione delle vigne che avvolgono il borgo.

Ma cosa vedere a Badia a Passignano? Il centro fiorentino consente un tour a metà strada tra turismo religioso ed enogastronomico, proponendo punti di interesse sacri e “profani”, entrambi degni di nota.

Visitare l’Abbazia di Badia a Passignano

Tra le principali attrazioni di Badia a Passignano c’è la Chiesa di San Michele Arcangelo, dalla pianta a croce latina dotata di unica navata e risalente al XII secolo: una delle attrazioni che rendono questo borgo toscano una meta ideale per piacevoli gite fuori porta vicino Firenze. L’edificio fu ricostruito e modificato con diversi interventi, sia alla fine del Cinquecento, ma anche nel XVIII secolo ed a metà del XIX secolo: evoluzioni che non hanno lasciato molto dell’originale struttura romanica. Proprio qui giace sepolto San Giovanni Gualberto, il fondatore della congregazione di Vallombrosa.

Accanto alla chiesa si trova l’ingresso al monastero, un edificio dall’aspetto esterno richiamante quello di un forte per via delle sue torri angolari, ma i cui interni seguono le linee tipiche dei monasteri benedettini, ordine di cui i monaci vallombrosani fanno parte. Ancora oggi il luogo è abitato da una piccola comunità di religiosi, che si occupano anche delle visite guidate che i turisti possono effettuare su richiesta tra le stanze del monastero.

Gli ambienti qui sono austeri e silenziosi, pronti a trasmettere un profondo valore spirituale, ma anche a sorprendere i visitatori. Tra cucine, celle e sale di preghiera si trovano anche un grazioso chiostro molto ben tenuto ed un affresco di alto prestigio: si tratta dell’Ultima Cena, o Cenacolo della Badia di Passignano, realizzato da Domenico Ghirlandaio con la collaborazione del fratello David, databile al 1476 e prima delle prove sul tema dell’Ultima Cena che l’artista eseguì.

Badia a Passignano ed il vino

Uscendo invece dal tema religioso, è anche il mondo del vino a colorare la vita odierna di Badia a Passignano. La già citata famiglia Antinori lavora oggi i terreni del monastero e utilizza le cantine sotterranee della tenuta, originarie del X secolo, per conservare alle temperature di invecchiamento ideali i suoi migliori vini.

La zona del Chianti classico è tra le più rinomate per la produzione del nettare degli ed è soprattutto utilizzando la varietà tipica dell’area, ossia il Sangiovese, che gli Antinori realizzano oggi etichette dall’elevato prestigio, affiancando la produzioni ad altri vitigni nazionali ed internazionali. Il Badia a Passignano Gran Selezione è uno dei nomi più celebri del panorama di questo angolo d’Italia.

Per consentire agli avventori di stuzzicare il palato in ogni senso, gli Antinori hanno anche aperto qui un ristorante, che grazie alla qualità della sua offerta ha ottenuto la stella Michelin e permette di abbinare le uve locali ai più gustosi piatti tipici della tradizione toscana.

Badia a Passignano insomma promette di essere un vero tripudio di emozioni e di sapori ai quali i più golosi non potranno certo rinunciare.