Il fiume Trebbia è un importante affluente del Po e il corso d’acqua con il più ampio bacino idrologico dell’Appennino settentrionale. Nasce a Torriglia, un piccolo borgo ligure, e attraversa una valle di cui è il protagonista, tanto da darle il nome. Nei pressi di Gorreto passa in Emilia-Romagna e poi, nella sua alta valle, segna il confine tra la Lombardia e la provincia di Piacenza.
È qui che si incontra Ponte Organasco: sulla sponda settentrionale del Trebbia le colline delle propaggini meridionali del Pavese, su quella meridionale l’antico borgo medioevale caratterizzato dai suoi edifici in pietra.
Un luogo a prima vista secondario: una frazione seduta sul fianco di una collina, poche case radunate attorno a una chiesa, attorno silenziosi boschi e più a valle lo scorrere immutabile del Trebbia. E invece Ponte Organasco è un piccolo gioiello prezioso, una destinazione capace di abbinare cultura e natura, di alimentare tanto il corpo quanto la mente.
Un borgo affascinante e lontano dai circuiti turistici, con alle spalle una storia rilevante e un patrimonio culturale da non sottovalutare, contornato da sentieri all’ombra di splendidi boschi e, pochi tornanti più in basso, l’antico ponte che attraversa il fiume e una delle più belle spiagge d’acqua dolce della Val Trebbia, per godersi delle splendide acque azzurre del fiume.
Indice
Come arrivare a Ponte Organasco
Ponte Organasco si trova a una sorta di crocevia. Il suo toponimo deriva dall’attraversamento del fiume Trebbia qui presente da secoli e che collegava a Genova ad occidente, Pavia a nord e Bobbio a oriente.
Una caratteristica che, anche se meno rilevante, mantiene ancora oggi. La Strada statale 45 collega Genova a Piacenza, attraversando tutta la Val Trebbia e seguendo il corso del fiume. Collega, dunque, il mar Ligure con la Pianura Padana e ricalca quella che nel Medioevo era nota come Caminus Genue, l’antica strada che, passando per l’importante l’Abbazia di San Colombano a Bobbio, permetteva di passare da un territorio all’altro.
A Ponte Organasco la statale si distanzia leggermente dalle sponde del Trebbia per aggirare il colle sul quale siede il borgo di Ponte Organasco. Per raggiungerlo si imbocca una piccola stradina laterale nei pressi dell’incrocio con la Strada provinciale 24, segnalata da alcuni cartelli. Dato che l’accesso al piccolissimo borgo è solo pedonale, conviene comunque lasciare l’auto in un ampio spiazzo al lato della careggiata della strada statale e proseguire a piedi.
Ponte Organasco, il borgo
Ponte Organasco è un borgo semi-abbandonato, ma al tempo stesso ben conservato. Belle case in pietra a vista caratterizzano l’abitato: è un segno che dai pittoreschi paesi della Liguria, con i loro intonaci colorati, si sta passando all’ambiente montano che caratterizza l’Oltrepò pavese, ma anche le colline della Val Trebbia verso Bobbio e Piacenza.
All’ingresso del borgo una bella fontana sormontata da un arco scolpito nella pietra inquadra una splendida visuale sulle colline della Val Trebbia che circondano il paese, mentre si intuisce il tracciato del fiume, che ha scavato il proprio letto erodendo i fianchi delle montagne con la sua opera millenaria.
Tra le case è ancora possibile individuare le tracce della presenza di un importante castello medievale, posto in posizione strategica per il controllo dell’attraversamento del fiume e dell’antica via che collegava Genova e Piacenza. Risalente all’undicesimo secolo, il fortilizio venne ampliato dalla Repubblica di Genova nel quattordicesimo. Appartenne ai Malaspina, ai Doria, ai Castelli, ai Palazzi e infine agli Ansaldi. Una piccola cappella, consacrata nel diciassettesimo secolo, fa bella mostra di sé ed è annessa al corpo principale di quello che era il castello.
Ponte Organasco ha inoltre la particolarità di essere l’unico borgo della Val Trebbia dotato di case a torre. Gli edifici perimetrali del borgo, infatti, hanno la particolarità di avere le originali porte di accesso al primo piano. Se ne intuiscono ancora le sagome, malgrado la gran parte sia stata murata nel corso del tempo. Gli ingressi sono raggiungibili solo mediante scale esterne, dato che non sussiste un collegamento interno tra il primo piano e il piano terra delle case a torre, usato solo come cantina. Venivano quindi usate delle scale di legno a pioli per l’ingresso, che potevano essere ritratte in ogni situazione di pericolo.
Una passeggiata per gli stretti vicoli di Ponte Organasco è un ingresso in una piccola bolla senza tempo, a metà tra l’antico e il moderno, in un contesto naturale magnifico. Aiuta a calarsi in una realtà diversa da quella della comune quotidianità, specie quella di chi vive e lavora in città: un effetto quasi straniante che è il senso ultimo dell’esplorare luoghi diversi, fuori dai circuiti più battuti.
Ponte Organasco, la piscina naturale sul Trebbia
Il fiume Trebbia è un vero e proprio spettacolo. Un corso d’acqua di grande portata, grandissima risorsa estiva per tutti i valligiani, per cui è stato e continua ad essere una gettonatissima alternativa al mare. Tantissime le piscine naturali e le spiagge d’acqua dolce che punteggiano la valle.
A Ponte Organasco uno dei luoghi più gettonati per un tuffo è la piccola spiaggetta nei pressi del ponte sul Trebbia (il Ponte Organasco vero e proprio, in effetti). Ghiaia e piccoli sassolini rendono la spiaggia molto comoda, anche se non tanto ampia, e il colore azzurro e brillante delle acque del fiume attrae irresistibile per una nuotata rinfrescante.
Si può però raggiungere una piscina naturale ancora più bella affrontando una breve escursione nel bosco per raggiungere una spiaggetta un po’ più remota e selvaggia. Si parte dal centro del borgo di Ponte Organasco dove, arrivando dalla fontana in pietra all’ingresso del borgo, si gira a sinistra una volta superata la cappella del castello.
Si segue la traccia che, dopo aver costeggiato degli orti, si inoltra nel bosco e, dopo qualche centinaio di metri, scende sulla destra per raggiungere una piccola spiaggia di sabbia in riva al Trebbia.
Il fiume si allarga in una grande e profonda piscina naturale dove la corrente è molto dolce. L’acqua è trasparentissima: vicino a riva, dov’è bassa, il bianco dei sassolini del fondale le dona un colore caraibico, mentre via via che diventa più profonda si intensificano le tonalità dell’azzurro. Il sole bacia la spiaggia, ma si può facilmente trovare ombra tra le fonde degli alberelli che arrivano fino ai margini del letto del fiume. Arrampicandosi sulle rocce sulla riva opposta ci si può anche tuffare nei punti più profondi.
Il breve percorso che si deve affrontare per arrivare in questo luogo lo rende meno frequentato, mentre lo sguardo può spaziare dal cielo blu ai fianchi delle colline ammantati del verde dei boschi, senza nessuna traccia di elementi artificiali nel paesaggio. Un vero e proprio paradiso d’acqua dolce per rigenerare anima e corpo.