Isole Camotes, un paradiso terrestre che nessuno conosce

Lo chiamano il paradiso perduto del Sud. È l’arcipelago delle Camotes, nelle Filippine

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Ilaria Santi

Giornalista & reporter di viaggio

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Pubblicato: 6 Settembre 2017 18:01

Lo chiamano il paradiso perduto del Sud. È l’arcipelago delle Isole Camotes, al largo di Cebu, a Sud-Ovest dell’Isola di Leytee a Nord dell’Isola di Bohol, nelle Filippine.

Negli ultimi anni ha visto arrivare sempre più turisti e qualcuno si è persino trasferito a vivere qui.

Le Isole Camotes sono tre, più alcuni isolotti disabitati. Su Poro Island ci sono i villaggi di Poro e Tudela. È da Poro che partono e arrivano tutti i traghetti che fanno la spola con Cebu. Qui c’è anche il punto più alto, Altavista, 388 metri sul livello del mare.

Su Pacijan Island c’è un solo villaggio, San Francisco, e un grande lago, Lake Danao, che attira i turisti in visita nell’arcipelago. Sull’isola c’è anche una strada sterrata che viene usata come pista aeroportuale ed è lunga 900 metri. Appena sufficiente a fare atterrare piccoli velivoli. Infine, su Ponson Island gli abitanti vivono a Pilar. Le principali isole di Pacijan e Poro sono collegate tra loro da una strada lunga un chilometro e mezzo.

La natura la fa da padrona, con morbide colline ricche di vegetazione e di palme, dove crescono manghi, banane e ananas, e una pianta endemica, la cannella di Cebu. Nel 1981 venne istituita anche una riserva naturale di mangrovie che si estende lungo tutto l’arcipelago. Ma per gli amanti delle immersioni le Isole Camotes sono un vero eden sommerso.

Formazioni rocciose particolari come Buho Rock, una roccia a strapiombo a forma di nave, attirano i turisti amanti delle escursioni. Nell’entroterra si incontrano meravigliose cascate. Le isole nascondono tesori anche nelle loro viscere, dove vi sono numerose caverne da esplorare. Le più belle sono Bukilat Cave, Timubo Cave e Guadalupe Cave. Quest’ultima con un lago sotterraneo.

Le isole passarono alla storia per essere state occupate, durante la Seconda Guerra Mondiale, dai giapponesi che vi restarono per ben tre anni e perché vi si combatté una feroce battaglia quando sbarcarono le truppe americane per liberarle nel 1944.

Nell’arcipelago si contano ormai una ventina di guest house, molte delle quali frequentate dai locali, ma anche dai pochi turisti stranieri che hanno scoperto le bellezze di questi luoghi sperduti. Le spiagge sono quasi tutte libere, anche se qualche nuovo albergo si sta accaparrando angoli di spiaggia per farne lidi privati. Meglio andare a visitarle subito, prima che le Isole Camotes perdano la loro autenticità e sia troppo tardi per scoprire il paradiso.