Non molti sanno che l’Abruzzo ha un primato green invidiabile in Europa. Con ben 3 parchi nazionali, un parco regionale e 37 riserve disseminate tra i suoi confini (sia montane che costiere), l’Abruzzo può vantare oltre il 30% di territorio protetto. Merito che gli è valso il titolo di “polmone verde d’Europa“.
Ogni angolo di questa selvaggia regione ce lo ricorda, sebbene molti posti non godano dell’attenzione che meriterebbero. Ma il bello sta proprio nel rovescio della medaglia: qui resiste una bellezza incontaminata, estranea agli affollamenti turistici, dove è ancora facile immergersi totalmente nella natura per ritrovare se stessi.
È il caso della Riserva Naturale Regionale Cascate del Rio Verde, che custodisce le cascate naturali più alte dell’Appennino. Il parco si trova più precisamente a Borrello, piccolo borgo in provincia di Chieti. Nel cuore di un canyon roccioso modellato dai secoli e dalle intemperie, le cascate del Verde si inerpicano sulla roccia, formando tre salti consecutivi per un salto effettivo di oltre 200 metri.
Da flusso in piena a piccolo rigagnolo: la portata dell’acqua varia, ovviamente, a seconda della piovosità della stagione. Il contesto paesaggistico non fa esaltare la limpida bellezza della cascata, che domina la media valle del Sangro scorrendo fra bastioni di roccia, torrioni e pinnacoli calcarei in uno scenario suggestivo.
Anche il patrimonio botanico della riserva è senza pari: l’eterogeneità del clima locale ha consentito la diffusione di specie montane, affiancate da elementi tipici della macchia mediterranea. Questa ricca vegetazione è lo scrigno di una biodiversità estremamente variegata, che conta anche mammiferi rari come la puzzola e il gatto selvatico.
Tre i percorsi che è possibile compiere all’interno del parco, facilmente praticabili da tutte le età:
- il “Percorso Natura“, estremamente tranquillo e panoramico che, in circa 20 minuti di camminata, conduce nel cuore dell’Oasi WWF;
- il “Percorso Cascate del Verde“, l’ideale per chi vuole entrare nel vivo ammirando la cascata da tre diverse prospettive, all’ombra di abeti, lecci e aceri. Per ammirare i salti più alti da distanza ravvicinata, bisogna percorrere 200 scalini, pienamente ripagati dalla vista che si gode dall’alto;
- il “Percorso Vecchio Mulino“, che consente di esplorare gli antichi ruderi dei mulini a secco”.
L’accessibilità è un altro punto di forza di questa riserva. Basti pensare che tutti i sentieri sono ben tenuti e ricchi di indicazioni, attrezzati inoltre con punti ristoro e aree picnic, per una passeggiata a misura di famiglia. Non mancano gli eventi e le attività organizzate dall’oasi, tra cui corsi di birdwatching e lezioni didattiche per bambini.