Sul margine meridoniale dell’altopiano iraniano, vicino al confine col Pakistan, vi è una cittadella che a vedersi è davvero incredibile: è Arg-e Bam, e sembra un gigantesco castello di sabbia. Un castello che, secondo la leggenda, sarebbe stato costruito da un verme con poteri magici.
Quasi completamente distrutta dal terremoto del 2003, che fece 30.000 vittime e lasciò migliaia di feriti e di sfollati, Arg-e Bam – nel cuore dell’Iran – è oggi tornata al suo splendore originario. L’ha fatto dopo che le fondamenta, rimaste intatte, rivelarono nuovi particolari della sua storia agli archeologi. L’ha fatto grazie all’intervento dell’UNESCO, che ha pianificato un intenso percorso di restauro mediante l’impiego di tecniche architettoniche e materiali della tradizione. Nel 2016, la cittadella è stata rimossa dalla Lista dei Patrimoni dell’Umanità in pericolo in quanto ben il 90% dei suoi edifici erano stati ristrutturati.
Sita lungo la Via della Seta, la nascita di Arg-e Bam è narrata nel poema epico Shahnameh: una ragazza stava filando il cotone quando scoprì un verme nella sua mela. Il vermicello continuava a mangiare e a crescere, e iniziò a produrre un filo sottile che regalò al padre della giovane, Haftvad, una grande ricchezza. Per proteggere quel suo potere, Haftvad decise di fortificare la città. Secondo lo storico Hamdollāh Mostowfi, quando un invasore la prese d’assalto e trafisse il verme con un’asta di metallo, l’animale e Haftvad scoppiarono. E la città prese il nome di Bam, che significa proprio “scoppiata”.
Costruita tra il VI e il IV secolo a.C. al crocevia di importanti rotte commerciali, Arg-e Bam divenne celebre soprattutto per la produzione di capi in cotone e in seta, amatissimi dai reali. La sua posizione strategica nel cuore del deserto, tra le Kafut Mountains e le Jebal-e Barez Mountains, fu essenziale per la sua prosperità. Fiumi alpini scorrevano un tempo qui, trasportati da un ingegnoso sistema di qanāts (canali d’irrigazione sotterranea, sopravvissuti al terremoto), a fare della cittadella una vera oasi con una sua agricoltura.
Nel XIX secolo, quasi tutti gli abitanti di Arg-e Bam abbandonarono le loro case, ma i suoi edifici e le sue moschee continuarono ad essere utilizzati per scopi educazionali, religiosi e per celebrazioni come il Nowruz, il capodanno persiano. Oggi, la si può ammirare in tutta la sua straordinaria bellezza. Lasciandosi incantare da quella gigantesca fortificazione di sabbia.