Sicilia: capodoglio impigliato nelle reti di pesca illegale liberato dalla Guardia Costiera

La storia del bellissimo capodoglio salvato dalla Guardia Costiera

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Redazione

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Le storie che ci piace raccontare sono quelle che hanno un lieto fine, soprattutto quando i protagonisti di queste sono creature indifese del regno animale. È successo in Sicilia, qualche giorno fa, un capodoglio è rimasto impigliato nelle reti di pesca illegale, da quel momento, da parte della Guardia Costiera, c’è stata una vera e propria corsa contro il tempo per salvare lo splendido esemplare marino.

I capodogli sono enormi cetacei, famosi per essere ghiotti di calamari giganti e per le loro proporzioni enormi. Alcuni di essi, infatti, possono arrivare fino a 18 metri di lunghezza con un peso di 45 tonnellate. Purtroppo però questi animali, come accade a tantissime altre specie marine, sono spesso vittime di reti illegali, trappole mortali in mezzo al mare.

Alcuni giorni fa, il capodoglio è rimasto incastrato a Lipari e, grazie all’avvistamento, e alla segnalazione, da parte di quattro donne in navigazione, la Guardia Costiera della zona si è subito attivata inviando una squadra di subacquei che hanno prontamente avviato l’operazione di liberazione, piuttosto rischiosa visto che l’animale era molto agitato.

La rete ha intrappolato la coda dell’animale, cosa molto rischiosa per la sopravvivenza dello stesso. In passato, infatti, molti animali nella medesima situazione non ce l’hanno fatta, come Siso, il capodoglio trovato spiaggiato il cui scheletro oggi è conservato all’interno del MuMa di Milazzo.

Grazie all’intervento tempestivo della Guardia Costiera, dopo un’ora di duro lavoro a circa due metri di profondità, la squadra di soccorso è riuscita a rimuovere totalmente la rete dalla pinna caudale dell’animale, lasciandolo così libero di muoversi.

Una volta liberato il cetaceo, l’animale è stato monitorato dalla squadra di soccorso che si è assicurata del benessere dell’esemplare fino a lasciarlo libero di ricongiungersi ad altri tre esemplari che per tutto il tempo lo hanno atteso a distanza. Il meraviglioso esemplare marino sembrava comunque ancora nel pieno delle proprie forze, tanto che continuava a nuotare in maniera vivace.

La rete da pesca recuperata è stata confiscata, in quanto attrezzo da pesca illegale, strumenti questi che minacciano il mar Mediterraneo e tutte le specie che lo vivono. Solo quest’anno la Guardia Costiera ha già sequestrato oltre 100 chilometri di reti illegali, delle vere e proprie trappole alte 42 metri capaci di catturare qualsiasi le attraversi.