Sono impressionanti le immagini dei sommozzatori dei Vigili del Fuoco sul relitto del Romagna, il piroscafo affondato il 2 agosto del 1943 sui fondali del Golfo degli Angeli, in provincia di Cagliari. Come osservando una sorta di coreografia sui fondali del mare della Sardegna, ci portano giù con loro fino a 47 metri di profondità, intenti nelle delicate e complicate manovre speleo-subacquee durante un addestramento. Parliamo di uno dei relitti più affascinanti del mar Mediterraneo.
La tragica sorte del Romagna
Nave cisterna del 1899, il Romagna è oggi una delle più grandi attrazioni per gli amanti delle immersioni, a pochi minuti dal Capo sant’Elia. La sua sorte è stata segnata da un disastro strategico della Marina Militare Italiana. Il 2 agosto 1943, mentre trasportava un prezioso carico di carburante da Arbatax verso il porto di Cagliari, il piroscafo impattò contro una mina di un reticolato mal segnalato da terra al capitano della nave.
La deflagrazione della mina combinata al carico di carburante presente nelle stive ebbe degli effetti devastanti, tanto che la prua si staccò di netto, inabissandosi immediatamente, mentre la restante sezione di poppa, alla deriva e priva di governo, continuò la sua corsa fino ad inabissarsi anch’essa a circa mezzo miglio di distanza dal punto d’impatto con la mina.
Oggi, chi si avventura in questi abissi può osservare il troncone di poppa, lungo circa una sessantina di metri, adagiato in perfetto assetto di navigazione su un fondale sabbioso a 42 metri di profondità con il ponte e tutte le sovrastrutture che si innalzano sfiorando i 30 metri.
Immersione alla scoperta di un affascinante relitto
Il Golfo degli Angeli è stato sempre un approdo e un riparo accogliente per le antiche civiltà che navigavano intorno all’isola, ma è stato anche teatro delle guerre mondiali, con vari affondamenti di navi che giacciono sul suo fondale e che oggi rendono ancora più affascinante l’ambiente sottomarino di quest’area.
Tra i relitti più suggestivi da esplorare c’è, per l’appunto, quello del Romagna. Scendendo lungo la cima del pedagno che segnala ancora oggi il punto esatto della storica tragedia della Marina Italiana, si può ancora ammirare la parte di relitto che va a completare una delle più incredibili meraviglie sommerse presenti nel nostro mare.
La sezione assume la caratteristica forma a punta, rovesciata su di un fianco sul fondale sabbioso ad una profondità che varia tra i 36 e i 42 metri. È davvero emozionante vedere come la flora marina abbia conferito struggente bellezza a un così tragico evento, ricoprendo il piroscafo di una quantità straordinaria di anthias, castagnole, menole e saraghi che a volte ne lasciano appena intravedere la struttura. Tra le lamiere contorte trovano rifugio grosse cernie, scorfani, murene e granchi, ma anche spirografi e nudibranchi. Lo spettacolo che si svela allo sguardo dei sub non ha eguali.
Grazie ai numerosi diving center di Cagliari (ambita già per le sue spiagge da sogno), si possono ammirare da vicino l’elica e il timone, enormi e perfettamente conservati, che valgono da soli l’immersione su questo relitto, considerato meritatamente uno dei più belli del Mediterraneo. I subacquei professionisti possono addentrarsi anche nei corridoi e nella sala macchine, ammirando l’antico piroscafo in tutto il suo splendore anche all’interno.