‘Forbes’ racconta Seborga: “una destinazione come nessun’altra in Italia”

La rivista statunitense racconta la storia e le meraviglie del borgo italiano che mira a essere un Principato indipendente

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Serena Proietti Colonna

Travel blogger

PhD in Psicologia Cognitiva, Travel Blogger, Coordinatrice di Viaggio e Redattrice Web di turismo, una vita fatta di viaggi, scrittura e persone

“Una destinazione come nessun’altra in Italia”, così ‘Forbes’, importante rivista statunitense, titola il suo articolo che racconta Seborga, un grazioso comune di poco più di 200 anime della provincia di Imperia, in Liguria. Un luogo speciale, bellissimo, e dalla storia davvero particolare: si è autoproclamato Principato.

Il racconto della rivista

La rivista americana parla di Seborga come di una località che annovera tutte le caratteristiche di una tipica (ed eccezionale) città collinare italiana: possiede un palazzo-fortezza, un intrigo di vicoli acciottolati, panorami che lasciano a bocca aperta e una cucina locale che fa leccare i baffi.

Ma questa realtà ligure dispone di qualcosa in più: ha eletto la sua Principessa (Nina), si è dotata di una propria valuta chiamata Luigino, di francobolli e persino di un inno nazionale. Sono decenni, infatti, che Seborga desidera diventare un Principato Autonomo, come Monaco, che nelle giornate limpide è possibile persino ammirare in lontananza da uno dei suoi tanti belvedere.

Come si può leggere nell’articolo, il denaro e i francobolli locali possono essere utilizzati esclusivamente nel territorio di Seborga, e rigorosamente accompagnati dai loro corrispettivi italiani. Tuttavia, i turisti possono acquistarli online oppure presso il negozio di souvenir che si trova nel borgo.

Anche se non riconosciuta come micro-nazione, nel corso degli anni la curiosa storia di Seborga ha attirato sempre un gran numero di turisti, anche perché è molto facile raggiungerla da incantevoli città della Riviera tra cui Bordighera e Sanremo, così come dalla vicina Costa Azzurra.

L’articolo racconta anche che tra Seborga e Bordighera scorre una strada di montagna panoramica, tortuosa e percorribile solo da autisti esperti, dove è persino presente una sorta di “valico di frontiera” che segna l’ingresso di quello che vuole essere un Principato Indipendente.

Nonostante le sue piccole dimensioni, ci sono moltissimi siti da vedere e ora li scopriremo insieme.

Cosa vedere a Seborga

Tra i vari siti di interesse che conserva gelosamente Seborga c’è la bellissima Chiesa di San Bernardo, che si distingue per essere un vero gioiello architettonico e perché custodisce tra le sue possenti mura preziosi affreschi e opere d’arte. Costruita in pietra, possiede un sagrato decorato con una pavimentazione artistica e con aiuole fiorite. Una piccola curiosità: proprio qui furono incoronati la Principessa Nina e il suo Principe.

Molto suggestiva è anche Porta San Sebastiano che una volta attraversata conduce presso un angolo cittadino altamente emozionate: Piazza San Martino, dove svetta fiera anche l’omonima chiesa. Considerata da molti la zona più bella di Seborga, è anche sede del Palazzo dei Monaci, luogo dove un tempo veniva coniata la moneta locale.

Ma ad attirare maggiormente l’attenzione è l’elegante edificio religioso in stile barocco seicentesco che offre una facciata a tre ordini decorata con affreschi del Cristo Redentore e dell’Arcangelo Michele.

Attraversando una serie di caratteristici caruggi liguri, si arriva al cospetto delle antiche prigioni di Seborga che però sono visitabili solo dall’esterno. Non molto distante da qui sorge l’Oratorio della Miracolosa Madonna di Alvenia, oggetto di numerose leggende e storie. Al suo interno, invece, sono conservate diverse opere pittoriche tra cui il dipinto cinquecentesco di San Bernardo con i Santi Rocco, Lucia e Mauro.

Più che interessante è la Cappella dei Templari che è testimone della presenza dei cavalieri in questo speciale territorio. Edificata in pietra, sorge lungo il sentiero che conduce al castello ed è visitabile solo all’esterno. Si narra che i Templari di Seborga fossero a conoscenza di un grande segreto che li avrebbe spinti a proteggere la zona con coraggio e determinazione.

Infine i preziosi belvedere, come quello dedicato a Vittoria Delfanti che è costituito da un ampio piazzale in cui sventolano le bandiere locali. Lo sguardo, invece, si posa sui Giardini del Gemellaggio creati in onore dell’unione tra Seborga e L’Escarène, un’antica e graziosa cittadina nell’entroterra di Nizza.

Non è da meno il punto panoramico Guido Seborga, da cui ammirare un paesaggio sulla costa che si estende dalla Liguria alla Costa Azzurra e fino al Principato di Monaco.

Perché Seborga si considera un Principato Indipendente

Sul sito del Principato di Seborga è riportata la storia di questa magnifica località e viene spiegato nel dettaglio perché questo piccolo centro ligure si considera indipendente.

Seborga divenne uno Stato indipendente nel 954 d. C, mentre venne proclamato Principato nel 1079. Più di settecento anni dopo questo prezioso territorio fu venduto dai monaci a Vittorio Amedeo II di Savoia, ma destino volle che l’atto di vendita non venne mai legalmente e ufficialmente registrato. Infatti, l’importo concordato per la vendita, di 147mila lire sabaude, non fu mai pagato.

Per questo motivo la Repubblica di Genova continuò a considerare illegittima l’occupazione di Seborga da parte dei Savoia, tanto da fare pressioni sulla Santa Sede per allontanarli. Bisogna poi arrivare al 1748, anno in cui Papa Benedetto XIV si ritrovò costretto a regolarizzare l’occupazione sabauda emettendo una bolla pontificia.

Questa volta l’atto di vendita prevedeva che Seborga diventasse patrimonio personale del re senza essere annessa al Regno di Sardegna. Ed infatti, l’atto di vendita era riferito solo al possesso dei territori di Seborga, e non alla sovranità su di essi. In questo modo, il Re di Sardegna si limitò a esercitare sul Principato lo ius patronatus (ovvero era solo Protettore del Principato e non Principe), cessato però nel 1946 con l’esilio dei Savoia dall’Italia.

Sul sito del Principato di Seborga viene sottolineato pure che nel 1815 nessun documento del Congresso di Vienna riportava Seborga come parte del Regno di Sardegna. Per questo motivo, l’annessione, nel 1861, al Regno d’Italia e, nel 1946, alla Repubblica Italiana sarebbe da considerarsi unilaterale e illegittima.

Più recentemente, ovvero il 20 agosto 1996, il principe Giorgio I riaffermò ufficialmente l’indipendenza del Principato, ma il 14 gennaio 2008 venne dichiarata l’inammissibilità della questione di legittimità costituzionale. Seborga però decise di non mollare, e per questo intraprese un nuovo ricorso presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, che venne giudicato inammissibile nel dicembre 2012.

Dal novembre del 2019 è Nina Menegatto la Principessa di Seborga, prima donna nella storia a ricoprire tale carica, e come tale proverà a fare tutto quello che è in suo potere per far sì che Seborga ritorni ad essere un Principato Indipendente e riconosciuto.