Milano è una città splendida, in continuo movimento, che si rinnova e migliora di giorno in giorno, ma che di certo non dimentica le sue radici, la sua storia e le sue meraviglie architettoniche. Non a caso, il magnifico capoluogo lombardo si sta per arricchire di due nuove Case Museo e due nuove Collezioni: Casa Crespi e Collezione Bagutta, e Casa Livio e Collezione Grandi, recentemente donate al FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS.
I due nuovi gioielli di Milano
È ancora presto per visitare Casa Crespi e Casa Livio, perché la Fondazione le aprirà al pubblico nel 2026 proponendole come luoghi da conoscere e da vivere. Tuttavia, possiamo già imparare a conoscere questi due gioielli italiani di storia, cultura e architettura: raccontano uno spaccato di società e di quotidianità tipicamente milanesi.
Parlano della storia privata, dei talenti e della generosità delle famiglie che le hanno donate, e della cultura che rappresentano. Le donazioni sono accompagnate da una dote che permetterà al FAI di eseguire i primi lotti dei lavori di restauro e rendere sostenibile la gestione futura dei Beni.
Casa Crespi, Collezione Bagutta, Casa Livio e Collezione Grandi andranno ad aggiungersi alla già ricca offerta culturale del FAI a Milano. La peculiarità di Casa Crespi e Casa Livio – che faranno parte assieme a Villa Necchi del circuito delle sei Case Museo di Milano – è che saranno sì delle Case Museo, ma con una specifica vocazione. Ad animarle, infatti, ci saranno due temi strettamente connessi alla loro storia, ma anche interessanti iniziative: l’educazione alla comprensione e ascolto della musica e alla pratica del disegno.
Tutte le meraviglie di Casa Crespi
Casa Crespi è una bellissima dimora borghese degli anni Trenta. Si trova tra via Verga e Via Giovio, accanto alla Chiesa di San Francesco al Fopponino, ed è stata progettata da Gio Ponti. Tra le sue mura vanta un sorprendente ciclo pittorico di Francesco Tabusso, tra cui una maestosa pala d’altare.
Questa straordinaria abitazione fu progettata per l’imprenditore Fausto Crespi, proprietario di un’impresa d’eccellenza nella produzione di arredi in ferro per uffici, navi e ospedali, che vi venne ad abitare nel 1931 con la moglie e i cinque figli. La casa ne racconta la storia e la quotidianità, la vita di una borghesia imprenditoriale di grande successo, ma dal carattere austero, tipicamente milanese.
La cosa più curiosa è che in circa novant’anni quasi nulla è cambiato in Casa Crespi. Ciò vuol dire che oggetti, pavimenti, arredi e decorazioni sono rimasti tali e quali all'epoca, tanto da rendere questa dimora un raro contesto borghese originale in ogni suo dettaglio.
L’unica modifica è dovuta alla grande passione di Alberto Crespi, uno dei figli e anche il responsabile della donazione al FAI assieme al fratello Giampaolo, in accordo con i nipoti Francesco e Monica. Alberto Crespi è stato uno dei più grandi giuristi italiani, accademico e avvocato di personaggi che hanno segnato la storia del Paese, ma anche musicista e musicologo, diplomato al Conservatorio di Milano. Egli fece demolire un bagno di servizio al primo piano per far posto a un imponente organo a 1500 canne, ancora oggi funzionante. Inoltre, tra le mura di Casa Crespi sono presenti alcune sculture e quadri del Seicento romano, accanto a una ricchissima biblioteca dedicata alla giurisprudenza, all’arte e alla musica.
Tra le altre cose, Casa Crespi ospiterà al primo piano, in maniera permanente, l’intera Collezione Bagutta che consiste in disegni che decoravano la storica trattoria Bagutta, nell'omonima via, chiusa nel 2016.
La bellissima Casa Livio
Altrettanto interessante è Casa Livio che fu acquisita da Riccardo Livio, industriale tessile, poco prima degli anni Venti. Tale dimora, dal 2011, è passata in eredità alla famiglia Grandi e oggi i tre fratelli Filippo, Laura ed Edoardo la donano al FAI insieme alla Collezione.
È sita in via degli Olivetani, tra San Vittore e il Museo della Scienza e della Tecnica, ed è parte di un complesso costituito da quattro originali edifici progettati e accostati con gusto eclettico: fine Ottocento-Tudor e due di sapore neo-quattrocentesco, immersi in un unico giardino romantico.
Un angolo di Milano inedito, ma anche un altro spaccato di storia, società e cultura locale, quella di una tipica famiglia borghese che qui ha vissuto a partire dalla fine dell’Ottocento. Ai tempi i Grandi erano noti per il loro negozio di antiquariato e collezionismo che annoverava opere d’arte, specialmente di grafica, e di oggetti antichi, e che si impose sulla scena milanese grazie a celebri clienti e a una rete di relazioni con personaggi e istituzioni culturali, anche all’estero.
Il piano terra di Casa Livio, che manterrà gli arredi originali, sarà dedicato alla storia della famiglia Grandi, ripercorsa anche in un esclusivo video-racconto.
Un secondo video-racconto narrerà, invece, la storia e la consistenza della Collezione, che sarà conservata al primo piano, disponibile anche a essere consultata e studiata in loco. La Collezione, raccolta dalla famiglia grazie alla Ditta Grandi e alla sua attività nel campo dell’antiquariato, spazia dal Cinquecento all’Ottocento e comprende incisioni di Andrea Mantegna, disegni di Paolo Veronese, rami di Gianbattista Tiepolo, disegni del grande architetto e decoratore Giocondo Albertolli, stampe, disegni e miniature di Richard Cosway, e libri antichi.
In sostanza, il primo piano di questa dimora sarà un vero e proprio museo, in cui verranno anche esposte a rotazione le opere della Collezione, secondo percorsi tematici e mostre temporanee. Ma non è finita qui, perché sarà anche sede di laboratori per educare alla pratica del disegno come disciplina e attività da recuperare e diffondere, perché in grado di promuovere l’osservazione dettagliata delle opere, e quindi di educare allo spirito di osservazione che permette di conoscere e apprezzare l’arte in tutta la sua totalità.
Le nuove donazioni segnano inoltre l’avvio di un’importante collaborazione tra il FAI e lo studio ACPV ARCHITECTS Antonio Citterio Patricia Viel: lo studio di architettura, riconosciuto a livello internazionale, ha generosamente offerto al FAI la sua disponibilità per sviluppare insieme una metodologia di lavoro all’avanguardia per il restauro e la conservazione del patrimonio storico, basata su strumenti di progettazione digitale attraverso modello BIM (Building Information Modelling).
Insomma, a partire dal 2026 potremo visitare due nuovi, bellissimi e preziosissimi gioielli di Milano.