
Solo pochi giorni fa vi avevamo illustrato quali sono i Paesi del mondo che, a causa dell’aumento dei contagi, hanno deciso di introdurre alcune restrizioni o, addirittura, chiudere di nuovo le frontiere. E, sfortunatamente, la lista di chi corre ai ripari in vista del Natale continua a espandersi. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza per capire quali sono le regole da seguire in caso di viaggi all’estero.
Norvegia, mai così tanti contagi: la reazione
È sempre stato uno dei Paesi più virtuosi d'Europa per quanto riguarda la gestione del Covid, ma da qualche giorno a questa parte la situazione è, purtroppo, precipitata: secondo quanto riportato da La Repubblica, il sistema sanitario nazionale della Norvegia è a un passo dai massimi livelli di guardia e di sovraccarico insostenibile.
Per questo motivo il Paese (che a settembre aveva revocato quasi tutte le restrizioni) ha deciso di inserire nuovamente dei limiti: indispensabile mantenere ovunque una distanza di minimo un metro, anche su qualsiasi mezzo di trasporto pubblico; obbligo assoluto di mascherina in tutti gli shopping mall e in ogni tipo di luogo pubblico o posto di lavoro; ristoranti e bar devono limitare al massimo l'affollamento e non servire alcol dopo la mezzanotte, e a ogni incontro di qualsiasi tipo, anche tra familiari e amici per le feste, possono partecipare un massimo di dieci persone, si potrà arrivare a un tetto di 20 ma solo per la sera di Natale. Le misure sono valide, al momento, per un mese a partire dall'8 dicembre.
Regno Unito: tamponi e isolamento
Nel tentativo di proteggersi dalla diffusione della variante Omicron, il Regno Unito ha aggiunto ulteriori controlli a quelli che aveva varato nei giorni scorsi. In sostanza, chi dall'Italia vuole recarsi in questo Paese deve:
- mostrare l’esito negativo di un tampone (molecolare PCR o rapido) effettuato nelle 48 ore precedenti la partenza;
- prenotare un tampone di tipo molecolare/PCR da effettuare nel Regno Unito entro il 2° giorno dopo l’arrivo ed esclusivamente in un centro medico autorizzato scelto da un’apposita lista (che potete trovare qui);
- osservare un periodo di isolamento cautelare fino all’esito del tampone (2-3 giorni massimo);
- compilare un Passenger Locator Form (indicando gli estremi della prenotazione del tampone, dichiarando di non aver transitato in un Paese ad alto rischio nei 10 giorni precedenti l'arrivo nel Regno Unito e di aver completato un ciclo di vaccinazione contro il Coronavirus);
- viaggiare con un’attestazione vaccinale (va bene il Green Pass) da esibire, su richiesta, alla frontiera.
L'obbligo di prenotare un tampone di monitoraggio al 2° giorno si applica anche a quanti intendano rimanere nel Regno Unito per meno di due giorni.
Nel caso di passeggeri senza vaccinazionie o in provenienza da uno dei Paesi ritenuti ad alto rischio, oppure inoculati con una sola dose di vaccino post guarigione, oltre al tampone prima di partire e alla compilazione del PLF, è richiesto di osservare un isolamento cautelare della durata ordinaria di 10 giorni (con modalità specifiche a seconda dei Paesi visitati prima dell’arrivo nel Regno Unito) e sottoporsi a tamponi di controllo in occasione del 2° e dell’8° giorno di visita nel Paese.
Una decisione, quella del test pre-partenza, che è stata annunciata poche ora prima dell’entrata in vigore della stessa, scatenando le ire delle compagnie aeree che, secondo l'Ansa, l’hanno definita un "duro colpo" per il settore.
Inoltre, secondo quanto riportato da La Repubblica, il primo ministro Boris Johnson ha annunciato un nuova stretta con cui il Governo britannico intende contrastare la diffusione della nuova variante. In sostanza, obbligo di indossare le mascherine in tutti i luoghi chiusi (esclusi pub, bar e ristoranti) e sui mezzi di trasporto; certificato vaccinale per accedere a concerti, stadi e discoteche.
Stati Uniti: tampone obbligatorio e invito a non viaggiare
A partire dal 6 dicembre, tutti i viaggiatori che intendono recarsi negli Stati Uniti, indipendentemente dalla cittadinanza e dallo status vaccinale, devono presentare il risultato negativo di un test molecolare o antigenico effettuato il giorno prima della partenza. Precedentemente, la scadenza era entro le 72 ore dall'arrivo negli Usa. I confini, inoltre, rimangono aperti esclusivamente per chi ha completato il ciclo vaccinale (eccezioni a parte) e per i viaggiatori che hanno contratto il virus nei 90 giorni precedenti l’ingresso nel Paese, i quali sono esentati dal test pre-partenza.
L'obiettivo dell'introduzione del test a 24 ore è quello di contenere le infezioni e, allo stesso tempo, evitare una paralisi e danni all'economia. Esteso fino al prossimo marzo anche l'obbligo nazionale di mascherine sui mezzi di trasporto.
Infine, le autorità americane hanno chiesto ai loro cittadini di evitare di visitare una dozzina di Paesi, tra cui Francia e Portogallo (che ha da poco cambiato le regole di viaggio), poiché ritenuti da Washington luoghi in cui ormai sussiste un rischio troppo alto di contrarre la nuova variante sudafricana.
Svizzera: due tamponi obbligatori
Norme più ferree anche dalla vicina Svizzera dove, a partire dal 4 dicembre, i viaggiatori dai 16 anni in su, inclusi i vaccinati e i guariti, devono presentare l’esito negativo di un test PCR risalente a non più di 72 ore prima dell’ingresso.
È necessario, inoltre, sottoporsi a proprie spese a un ulteriore test tra i quattro e i sette giorni dopo il l'arrivo, il cui risultato deve essere trasmesso alle competenti Autorità cantonali. Tutte le persone hanno anche l'obbligo di compilare il modulo di entrata Passenger Locator Form, SwissPLF (al più presto 48 ore prima dell’ingresso in Svizzera).
Giappone: frontiere chiuse
La variante Omicron terrorizza anche il Giappone che, per prevenirne la diffusione all’interno del Paese, ha chiuso di nuovo i suoi confini ai visitatori stranieri non residenti. Un divieto che si applica a tutti i Paesi, non solo a quelli con casi confermati della nuova variante. A esserne esenti sono solamente i cittadini giapponesi e i residenti stranieri nel Paese.
La decisione, presa poche settimane dopo aver consentito l’ingresso a viaggiatori d’affari, studenti e stagisti stranieri, è stata annunciata dal neo eletto primo ministro Fumio Kishida, che ha dichiarato: "Questa è una misura preventiva e di emergenza per evitare lo scenario peggiore; è una misura straordinaria per il momento solo fino a quando non sapremo di più sulla variante Omicron".
In sostanza, le autorità giapponesi hanno vietato l'ingresso nel Paese per motivi di turismo fino a nuove disposizioni e da qualsiasi parte del mondo. Inoltre, il rilascio di tutti i nuovi visti, compresi quelli per motivi di lavoro o di studio, è sospeso fino al 31 dicembre 2021 con possibilità di estensione in base all’evolversi della situazione pandemica.
Canada: tamponi (ma solo molecolari) e vaccino obbligatorio
Il Canada ha imposto nuovi requisiti di test a tutti i viaggiatori stranieri nell'intento di limitare la diffusione della variante Omicron. Per entrarvi è necessario:
- dimostrare il completamento del ciclo vaccinale da almeno 14 giorni, con vaccino/i riconosciuto/i dal governo del Canada (Pfizer-BioNTech, Moderna, AstraZeneca/COVISHIELD e Janssen);
- presentare un test molecolare Covid-19 pre-partenza con risultato negativo, effettuato entro 72 ore prima del volo o dell’arrivo alla frontiera terrestre o marittima, o un precedente risultato positivo di test molecolare effettuato tra 14 e 180 giorni prima della partenza per il Canada. I test antigenici o "test rapidi" non sono accettati;
- essere asintomatico;
- inviare le informazioni obbligatorie tramite ArriveCAN (app o sito Web), inclusa la prova della vaccinazione in inglese o francese e il piano di quarantena;
- essere ammissibile ai sensi dell'Immigration and Refugee Protection Act;
- sottoporsi a un ulteriore test all'arrivo.
I vaccinati devono isolarsi fino all'arrivo del risultato negativo del test effettuato in loco. Si segnala, inoltre, che le autorità canadesi richiedono dettagli anche riguardo alla prima dose di vaccino. Elementi non contenuti nel Green Pass europeo, ma che si possono richiedere all’ente che ha somministrato il vaccino al fine di poterli presentare alle Autorità di frontiera in aggiunta al Green Pass. Inoltre, i viaggiatori non vaccinati non sono autorizzati ad entrare in Canada.
Le Autorità canadesi hanno annunciato, tra le altre cose, che a partire dal 30 ottobre 2021 i passeggeri di età pari o superiore a 12 anni, in partenza da aeroporti locali per voli nazionali o internazionali o viaggiatori su navi o treni, devono essere completamente vaccinati per poter salire a bordo.
Visti i continui cambiamenti, prima di mettersi in viaggio è importante considerare la situazione epidemiologica del Paese in cui si desidera andare e fare attenzione alle nuove restrizioni imposte a causa della variante Omicron. Per questo motivo, vi invitiamo a visionare i siti istituzionali della vostra destinazione e il sito del Ministero degli Affari Esteri ViaggiareSicuri.