La Villa Adriana di Tivoli, a 28 chilometri da Roma, rappresenta uno dei complessi archeologici più vasti e imponenti dell’antichità romana. Costruita tra il 118 e il 138 d.C. per volontà dell’imperatore Adriano, si estende su circa 120 ettari e cattura lo sguardo grazie alla felice unione di architettura romana ed elementi ellenistici. Considerata un rifugio personale e una dimora imperiale lontana dal caos di Roma, racchiudeva numerosi edifici, terme, teatri, biblioteche e giardini, con influenze artistiche e culturali provenienti da tutto il mondo antico.
E, come se non bastasse, il magnifico sito ha da poco rivelato un nuovo tesoro. Un gruppo di archeologi dell’Università Pablo de Olavide (UPO) di Siviglia, nel corso di una campagna di scavo durata dall’8 al 29 settembre 2024, ha portato alla luce un triclinio acquatico, una sala da pranzo circondata da giochi d’acqua, che aggiunge un ulteriore capitolo al prestigio di Villa Adriana: infatti, la scoperta non solo arricchisce la comprensione della vita di corte dell’imperatore, ma conferma l’eccezionale maestria architettonica e l’amore per il lusso che ne caratterizzava l’epoca.
I dettagli della scoperta
Il triclinio acquatico è stato ritrovato durante scavi condotti sul portico centrale della villa, ritenuto dagli studiosi il primo spazio residenziale abitato dall’imperatore: l’eccezionale scoperta mostra una sala da pranzo che un tempo fungeva da spazio di convivialità per l’élite romana, dove i commensali potevano gustare i loro pasti circondati dalla bellezza e dal suono rilassante dell’acqua.
Si sviluppa attorno a una piattaforma centrale, circondata su tre lati da un laghetto, ed è contraddistinto da pareti rivestite in marmo bianco di Carrara e di altre regioni dell’Impero Romano, sia all’interno che nel plinto, per un’atmosfera di grande eleganza e raffinatezza.
Un design unico nel suo genere
Sebbene questo tipo di sala fosse comune nell’architettura romana, il design recentemente scoperto presenta caratteristiche singolari e inusuali per l’epoca.
L’innovativa concezione architettonica ha influenzato la realizzazione di simili ambienti in altre località dell’Impero: esempi simili di sale da pranzo immerse nell’acqua non mancano nella penisola iberica, come nella Villa romana di Salar, a Granada, e nella Casa dos Repuxos a Conimbriga, in Portogallo, a dimostrazione dell’impatto duraturo di tale straordinaria invenzione.
Triclinio acquatico a Villa Adriana: c’è un precedente
Non è la prima volta che Villa Adriana, uno dei siti archeologici più importanti dell’Antica Roma, restituisce un triclinio acquatico: durante le scorse campagne archeologiche, gli esperti spagnoli avevano già rinvenuto un altro triclinio acquatico nella stessa area del palazzo, sebbene con un design differente. Secondo i ricercatori, questo secondo ritrovamento trasforma il sito in un autentico laboratorio architettonico, dove venivano sperimentate innovative modalità di utilizzo dell’acqua negli spazi destinati ai banchetti.
Le piccole dimensioni delle piattaforme ritrovate, destinate agli agapi, suggeriscono che gli ambienti fossero concepiti per incontri intimi, riservati all’imperatore e a due ospiti selezionati. Rafael Hidalgo, professore dell’Università Pablo de Olavide e direttore del progetto (il primo programma di scavo spagnolo presso Villa Adriana), ha sottolineato l’importanza di questa scoperta. “La presenza di due triclini acquatici ci offre una visione più profonda delle innovazioni architettoniche apportate a Villa Adriana e del significato simbolico che l’acqua assumeva negli ambienti dedicati ai banchetti”, ha dichiarato.