L’overtourism è un fenomeno di cui si parla sempre più spesso in tema di viaggi, soprattutto durante quest’ultima estate. Infatti, in alta stagione, le grandi città e le destinazioni più gettonate dai viaggiatori sono spesso prese d’assalto più del dovuto, il che può contribuire ad aumentare un certo senso di disagio.
Purtroppo, però, ultimamente l’overtourism non riguarda solo le metropoli e i centri urbani, bensì anche destinazioni come la montagna. Infatti, soprattutto dopo la pandemia del 2020, tantissime sono le persone che per le proprie vacanze optano per una meta come la montagna, a stretto contatto con Madre Natura e in pieno relax. O almeno, così dovrebbe essere.
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Montagna in overtourism, perché accade
Abbiamo sentito parlare ultimamente di città italiane affollate dal turismo di massa, come Venezia che ha già concluso la prima fase sperimentale riguardante il pagamento di un ticket di ingresso, ma il caso riguarda anche altre mete europee come Barcellona, ad esempio.
In questo periodo, infatti, si sente davvero spesso parlare di overtourism e adesso il fenomeno sembra riguardare anche la montagna: infatti, sempre più persone sono attratte dal trend dei viaggi immersi nella natura, sostenibili e slow. Ma se tante persone optano per la montagna, pensando di fare una scelta votata all’ecoturismo, nel medesimo lasso di tempo, cosa accade?
Una delle ripercussioni principali dell’overtourism in montagna è quella dell’impossibilità (o quasi) di trovare un alloggio in affitto: infatti, affittare casa sta diventando in realtà difficile nelle destinazioni che tendono ad andare in overtourism sia per gli abitanti stessi che per i lavoratori stagionali, oltre che per i turisti.
Ma se le località, anche quelle montane, diventano affollate dai viaggiatori, a risentirne è anche la viabilità: le strade di montagna, infatti, spesso sono state pensate per i cittadini (per quei pochi cittadini) e non sono adibite ad accogliere un numero di mezzi ingente. Inoltre, sono gli stessi mezzi pubblici a essere in difficoltà in montagna e su quel tipo di strade quando in alta stagione i turisti diventano troppi e il fenomeno dell’overtourism diventa davvero incontenibile.
Altra conseguenza disastrosa dell’overtourism, soprattutto per un ambiente come quello della montagna che merita di essere preservato, è il rischio di danni e inquinamento ambientali.
Una possibile soluzione per l’overtourism in montagna
La riflessione ultima, quindi, non può che essere che il turismo in montagna è una faccia di una medaglia, che ne ha anche un’altra: da un lato ha effetti positivi a livello economico, per lo sviluppo locale, dall’altro invece ha risvolti negativi per la conservazione stessa dell’ambiente, nonché per la vita di chi abita quei territori (senza pensare che anche il carico del soccorso alpino diventa maggiore se le località di montagna vengono affollate dai turisti in modo incontrollato).
Quale potrebbe essere la soluzione? Cercare di creare un equilibrio tra la pianura e la montagna, in modo che se la pianura viene protetta e valorizzata anche a livello naturalistico tanto quanto lo è oggi la montagna, molti più viaggiatori potranno ricercare quell’agognato contatto con la natura anche nelle zone pianeggianti, evitando così di affollare eccessivamente i luoghi montani. In Italia sono diverse le organizzazioni regionali e comunali impegnate nel trovare soluzioni efficaci contro l’overtourism, come sta accadendo sulle Dolomiti.

Overtourism sulle Dolomiti: le soluzioni e i progetti futuri
L’estate scorsa abbiamo assistito all’assalto (letterale) delle Dolomiti. Questi paesaggi meravigliosi, se da una parte richiamano gli appassionati di trekking e della montagna, dall’altra sono anche una calamita per il classico turista mordi e fuggi. Molti, infatti, arrivano in montagna solo per farsi un selfie e poi scappare senza soggiornare o viversi i luoghi in profondità.
E sono proprio i social e il modo in cui vengono raccontati questi luoghi a essere al centro del “Codice di comunicazione responsabile delle Dolomiti Patrimonio Mondiale” promosso dalla Rete della Promozione del Turismo Sostenibile, coordinata dalla Provincia di Belluno. L’obiettivo è quello di far sì che le istituzioni, le agenzie di promozione e dove possibile anche gli stessi content creators interessati, propongano messaggi coerenti favorendo un’esperienza del Patrimonio UNESCO rispettosa della sua integrità.
I comuni di Auronzo e della Val Pusteria, invece, hanno proposto altre soluzioni per proteggere l’area delle Tre Cime di Lavaredo che, durante il periodo estivo, può raggiungere anche le 14.000 presenze giornaliere. In questo caso si sta ragionando sull’introduzione degli accessi contingentati con un sistema di prenotazione per limitare il numero di visitatori giornalieri, oltre che un limite per il numero di pullman in arrivo dalle località vicine e un sistema di prenotazione obbligatoria per i parcheggi, così da evitare code e disagi.
Infine, anche il Lago di Braies, considerato il lago più instagrammabile d’Italia, ha dovuto apportare delle soluzioni e limitare l’accesso alle auto. In questo caso, d’estate è necessario registrare online la targa, verificare la disponibilità dei posti e pagare il parcheggio. La strada principale sarà chiusa e il passaggio consentito solo ai veicoli autorizzati, mentre chi è a piedi o con la bici può accedere senza problemi.