Linguaggio di genere appropriato: Qantas detta le regole

La compagnia area australiana incoraggia il personale di bordo all'uso di un lessico attento a questioni di genere, buona educazione e storia

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Redazione

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Un luogo di lavoro inclusivo, anche grazie al linguaggio. È l’iniziativa promossa dalla compagnia aerea australiana Qantas e indirizzata al personale di bordo. Obiettivo utilizzare un lessico attento e appropriato, in merito a questioni di genere, età e LGBT.

L’idea è stata concretizzata grazie a un opuscolo che contiene tutte le informazioni necessarie.

Da evitare termini specifici di genere, o parole come dolcezza, amore e ragazzi. Incentivato l’utilizzo di partner, coniuge e genitori, invece di marito e moglie e mamma e papà.

L’obiettivo è l’inclusione come ha fatto sapere il dirigente di Qantas Lesley Grant. Inoltre ha anche ricordato come la compagnia aerea possa vantare una lunga storia in tal senso, con il sostegno della parità di genere anche in ambito lavorativo.

Il personale, quindi, dovrà attenersi all’opuscolo che riporta le regole da seguire, per rendere l’esperienza a bordo piacevole per tutti.

Il fascicolo è stato distribuito all’interno della campagna “Spirit of Inclusion” che ha preso il via da marzo ed è stata promossa dalla Qantas.

Fra gli aspetti e le tematiche care alla compagnia australiana c’è anche la buona educazione. Come, ad esempio, fare in modo che non si verifichino comportamenti scorretti come il “manterruption”: ovvero l’uomo che interrompe una donna mentre sta parlando.

Questioni semantiche che si mescolano con la consapevolezza che le parole abbiano un loro peso. Come accade con l’uso di termini maschili per indicare posizioni di potere. Nell’opuscolo informativo è riportato l’esempio di presidente, che sembrerebbe consolidare l’idea che a ricoprire una posizione da leader debba essere un uomo.

Alle tematiche attuali si mescolano anche quelle storiche dell’Australia, con l’obiettivo di limare il linguaggio anche in quell’ambito. E il risultato sul piano linguistico è che l’arrivo degli europei nel XVIII secolo non è stato un insediamento, ma una colonizzazione o occupazione. Per avere una visione del passato che prenda in considerazione anche il punto di vista australiano e non solo quello del vecchio continente.

Non soddisfatto dalla campagna l’ex primo ministro australiano Tony Abbott, che ha fatto sapere la sua posizione nel corso di un intervento alla radio 4BC spiegando le ragioni per cui non appoggia il progetto.