In viaggio con Luca Jurman

Ogni tanto il musicista si rifugia in qualche angolo di mondo: posti incredibili

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Redazione

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Il tempo che la sua passione, la musica, gli lascia libero è pochissimo. E anche quel poco, in un modo o nell’altro, lui lo passa a pensare, creare e ascoltare. Qualche volta però Luca Jurman riesce a fermarsi e a staccare dagli impegni e dal pianoforte. Allora si rifugia in qualche angolo di mondo, posti incredibili. Meglio ancora se da solo. Ce ne ha descritti un paio: da brividi

 

Dopo quest’ulteriore fatica (“Vocal Classes“, il manuale intimo che illustra il suo metodo), riuscirai a fare qualche giorno di vacanza?
Assolutamente no. Lavoro 24 ore su 24 per la musica perché è la cosa che amo di più, in assoluto. La mia vacanza è quando si canta e si suona.

Allora guardiamo indietro: l’ultimo viaggio
Per me si tratta sempre di spostamenti-lampo. Sono andato da un mio amico due giorni a provare una cosa strana che ha inventato: un massaggio a quattro mani con vibrazioni e musicoterapia su un lettino a forma di violino che si chiama Stradivari, costruito con un legno particolare.

E dove si può provare questa meraviglia?
A Madonna di Campiglio.

Mare o montagna?
Premesso che non mi fermo mai, ovunque vada mi porto dietro uno strumento. Sono uno sciatore, appassionato di sport anche estremi. Niente snowboard. In questi casi cerco di isolarmi completamente e andare dove c’è silenzio. Se sono al mare scelgo la barca a vela.

C’è una canzone o uno dei tuoi jingle che sono stati ispirati da un posto in particolare?
Un brano del penultimo album, che è stato messo anche nel “Live in Blue Note Milano”, si chiama Ogni notte, e l’ho scritto in riva al mare a Cagliari.

La colonna sonora dei tuoi viaggi. C’è un cd che porti sempre con te, in questo momento?
Io ascolto Luther Vandross, o Love Songs o l’ultimo live. Poi qualcosa che andava di moda venti anni fa, la fusion. C’è un gruppo che si chiama Yellowjackets, l’album è Mirage a Trois.

Viaggi da solo o in compagnia?
Entrambi. E anche se sono insieme ad altra gente trovo sempre il modo di ritagliarmi uno spazio per me, per ascoltare e ascoltarmi.