Il Museo Egizio di Torino, secondo al mondo dopo quello del Cairo

Novità multimediali, papiri di 18 metri, incredibili statue di divinità, il Museo Egizio di Torino porta a casa nostra tesori unici al mondo

Ci sono voluti cinque anni di lavori, con una spesa di 50 milioni di euro perché il museo Egizio di Torino, secondo al mondo dopo quello del Cairo, rimasto comunque sempre aperto, si rifacesse il look.

Fondato nel 1824, il museo è annoverato tra i primi 10 musei più visitati d’Italia e tra i primi cento al mondo.

Nel 2014 sono passati per le sale del palazzo di via Accademia delle Scienze oltre 567 mila visitatori.

Oggi lo spazio espositivo è quasi raddoppiato, arrivando a coprire circa 10 mila metri quadrati, disposti su quattro piani collegati tra loro da un sistema di scale mobili che, nell’idea dello scenografo premio Oscar Dante Ferretti, lo stesso che è intervenuto architettonicamente anche a Cinecittà World, dovrebbero richiamare un ideale percorso di risalita lungo il Nilo.

Ma questa non è l’unica novità: per valorizzare i tesori sono scomparse le teche a favore di cristalli che permettono al visitatore una osservazione più limpida e reale.

Inoltre, i 44 papiri custoditi, il più lungo dei quali misura 18 metri, per un totale di 200 metri, sono raccolti in un’unica sala. Statue di divinità, monili, reperti e sarcofagi decorati, molti dei quali restaurati, sono esposti in apposite vetrine intorno a cui si può girare a 360°, con una visione tridimensionale. Proprio la galleria che custodisce i sarcofagi riserva una delle tante sorprese del nuovo museo: durante i lavori, sotto gli strati di intonaco, sono stati rinvenuti affreschi dell’800 con animali realizzati quando quei locali ospitavano il Museo di Scienze naturali e che ora sarà possibile ammirare.

Non mancano le novità multimediali: mentre si passeggia per le sale con il tablet o lo smartphone si possono tradurre in tempo reale i geroglifici che, per millenni, hanno celato oscuri misteri.