I luoghi della Norvegia che hanno ispirato “Frozen 2”

L'ambientazione del nuovo film Disney si rifà al patrimonio paesaggistico e architettonico del Paese scandinavo

È trascorso poco più di un lustro da quando abbiamo lasciato Anna ed Elsa, finalmente felici dopo mille avventure e peripezie nella neve, nel loro bel regno di ghiaccio. Dopo il successo su scala mondiale riscosso nel 2013, Frozen si appresta a tornare sul grande schermo con un secondo capitolo, in uscita il 12 dicembre, che si preannuncia scoppiettante tanto quanto il primo. Le due sorelle sono quindi pronte a prendere nuovamente per mano fan e simpatizzanti e a trascinarli con sé, nella buona e nella cattiva sorte, in quel mondo fatato ma insidioso che abbiamo imparato a conoscere come Arendelle.

Ma sapevate che le ambientazioni di questo classico Disney sono liberamente ispirate a dei luoghi che esistono realmente? È infatti la Norvegia, con le sue case in legno e la costa frastagliata, l’aurora boreale che tinge il cielo ad acquerello e i monti innevati, ad aver inconsapevolmente ispirato quel regno di ghiaccio che gli autori di Frozen hanno ribattezzato Arendelle. Il villaggio in cui si svolgono i fatti narrati nel secondo e attesissimo capitolo del cartone Disney, che ha appassionato grandi e piccini, ricorda tantissimo, per cominciare, la città costiera di Bergen, che si trova nella regione norvegese di Vestlandet.

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La città costiera di Bergen |Ph. Mark Wilson (123rf)

La struttura e i tetti spioventi degli edifici che sorgono appena al di fuori dell’area del castello, e che potremo vedere sul grande schermo tra poco più di un mese, sono simili in tutto e per tutto a quelli delle case che, nella vera Bergen, sorgono in riva al mare. Anche il paesaggio collinare che nella realtà si estende alle spalle dell’agglomerato di abitazioni è stato fedelmente riprodotto dai bravissimi animatori di casa Disney: tutto, dalla sfumatura di verde alla conformazione delle alture, dalla vegetazione alla collocazione delle case rispetto al castello, rigorosamente poste in entrambi i casi alla destra della fortezza, rievoca quel posto unico al mondo che è Bergen.

Il castello che ritroveremo in Frozen 2 – Il segreto di Arendelle è invece una sorta di tributo alle Stavkirke, le chiese medievali in legno, dall’architettura piuttosto insolita, tipiche della Norvegia. Una struttura cosiddetta a doghe, che dal basso verso l’alto si restringe sino a culminare in un imponente crocifisso. Ebbene, il castello di Frozen ha la stessa conformazione delle tipiche Stavkirke di origine vichinga quale, ad esempio, quella di Borgund, una delle meglio conservate in assoluto.

Anche la cappella del villaggio in cui Anna ed Elsa torneranno a muoversi strizza l’occhio in maniera più che palese alle navate tipiche delle chiese medievali norvegesi: in alcuni frame del film s’intravedono degli intagli ad X, propri appunto delle Stavkirke e dell’architettura prettamente norvegese. Esternamente parrebbe identica, volendo essere più specifici, alla chiesa a pentagramma di Sant’Olaf che si trova a Balestrand. È solo un caso che il buffo pupazzo di neve del cartoon di casa Disney porti lo stesso nome di questa cattedrale?

Detto ciò passiamo al luogo che fa da sfondo al 58esimo classico di Walt Disney Pictures, facendo prima una doverosa premessa: chi dice Norvegia dice fiordo, perciò non c’è da stupirsi che in un film ispirato a questa terra così incredibilmente magica vi siano varie scene ambientate in quelle stesse insenature che sono, oggi, meta di crociere esclusive.

Il villaggio di Arendelle attorno al quale ruota l’intera trama di Frozen 2 è idealmente situato su un magnifico fiordo, in uno scenario naturale ricreato alla perfezione che lascerà a bocca aperta tutti gli spettatori e che ricorda molto quello di Geiranger, nel cuore della Norvegia più autentica ed incontaminata. Proprio come i fiordi, quelli veri, stupiscono ogni giorno migliaia di turisti impazienti di poter finalmente ammirare dal vivo questi canali così suggestivi, frutto dell’erosione glaciale.

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Il fiordo di Geiranger, in Norvegia | Ph. Marco Saracco (123rf)