Non prendiamoci in giro: ogni regione italiana ha le sue zone famose e frequentate dai viaggiatori di tutto il mondo, ma anche altrettante aree meno note che però conservano uno splendore autentico che non è facile trovare altrove. Ma il turismo si sa, con tutti i suoi difetti (e pregi) è spesso fonte di rinascita, di sostentamento, e la sua assenza può portare dei territori spettacolari a essere, purtroppo, "dimenticati".
O almeno questo è stato il destino che ha avuto, fino a questo momento, un angolo del nostro Paese considerato una delle ultime steppe selvagge rimaste in Italia, un'area che però sta piano piano tornando al suo splendore.
Alta Murgia, un gioiello italiano da riscoprire
A parlare di questa rinascita è il National Geographic che ci porta alla scoperta del Parco Nazionale dell'Alta Murgia nelle province di Bari e di Barletta-Andria-Trani. Ci troviamo in Puglia, e più precisamente in una porzione meno battuta della regione rispetto al Salento e al Gargano, ma che nei fatti brilla di una luce propria eccezionale. Non a caso è una delle ultime steppe selvagge rimaste in Italia dove i 13 comuni presenti sono un tesoro storico, culturale e culinario ancora poco noto.
La sorte di questa zona è stata, almeno fino a poco tempo fa, tutto fuorché rosa e fiori: con il passare del tempo, purtroppo, l'Alta Murgia ha perso sempre più popolarità poiché gli abitanti abbandonavano le sue infinite campagne per dirigersi verso le città industriali in cerca di lavoro e di una vita migliore. A rendere la situazione peggiore, poi, è che nel corso dei decenni è diventata persino una discarica illegale di rifiuti industriali, poi un rifugio per criminali e addirittura una sede di 10 basi missilistiche nucleari statunitensi.
Ma solo fino a questo ultimo periodo, quando volontari locali, giovani imprenditori di ritorno e amministratori comunali hanno deciso di recuperare aree completamente sommerse di rifiuti cercando, allo stesso tempo, di mettere in risalto la cultura e la cucina locali e riaprendo al pubblico siti archeologici finora chiusi.
Come sta rinascendo l'Alta Murgia
L'Alta Murgia e le comunità circostanti hanno intrapreso una grande opera di recupero guidata da organizzazioni non profit, imprenditori locali ed esponenti politici. I primi risultati di tutto questo lavoro si sono visti nel 2004, quando i suoi oltre 670 km quadrati di superficie sono diventati Parco Nazionale.
Ma non solo: ogni giorno vengono creati programmi all'avanguardia per attirare sempre più turisti curiosi. Un esempio è quello che è possibile fare a partire dal 2021 a Castel del Monte. Qui, grazie al progetto HoloMuseum, i visitatori possono scoprire il sito in compagnia dell’aiuto della realtà aumentata.
Oppure la pulizia della Cava di bauxite di Spinazzola, luogo che una volta terminata l’estrazione negli anni ’70 è diventato una discarica illegale di scarti tessili. Dopo anni di lavoro per ripulirla, finalmente la scorsa estate ha riaperto al pubblico.
Ovviamente questi sono solo alcuni esempi di come questo misterioso angolo d'Italia stia piano piano rinascendo, ma c'è un obiettivo, in assoluto, che è importante venga raggiunto: entrare a far parte della rete dei geoparchi mondiali UNESCO Global Geoparks. L'Alta Murgia è, infatti, stata proposta in quanto luogo di importanza geologica che deve essere gestito in modo sostenibile.
Cosa vedere nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia
Quello dell'Alta Murgia è un territorio molto esteso che vanta attrazioni imperdibili (naturali e non). Sono una più bella dell'altra e fare una selezione è davvero difficile. Tuttavia, ci abbiamo provato.
La prima tappa che vi consigliamo di fare nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia è forse la più famosa anche agli occhi del turismo internazionale. Ve lo ricordate il film record d'incassi "No Time to Die"? Bene, il famigerato James Bond si trovava proprio in questo angolo di Puglia e più a precisamente sul ponte di Gravina inseguito dai cattivi. La prima sosta, quindi, senza ombra di dubbio è Gravina, cittadina che si sviluppa in mezzo ai canyon e che regala numerosissime cose da visitare.
Un esempio è il Castello Svevo di Federico II che accoglie il viaggiatore con un grande cortile, alloggi imperiali e delle immense finestre da cui è possibile avvistare i monti calabro-lucani e gran parte delle Murge.
Un'attrazione che merita una menzione speciale è Castel del Monte ad Andria che viene persino considerato il cuore di pietra dell'Alta Murgia. A colpire è la sua perfetta forma ottagonale, ma anche la sua evidente simbologia come quella legata al numero 8, ricorrente in tutta la struttura.
Poi arriviamo ad Altamaura, da molti conosciuta per il suo pane di altissima qualità ma che, nei fatti, è uno scrigno di tesori di inestimabile valore: qui sono persino conservate quasi 30.000 orme di dinosauro e riposa anche quel che resta del cosiddetto uomo di Altamura, uno scheletro di un uomo di Neanderthal vissuto all’incirca 150.000 anni fa. E sì, è perfettamente conservato.
Molto interessante anche la Foresta Mercadante che si trova per gran parte nel territorio di Cassano delle Murge e in quello di Altamura. La sua particolarità? Strano a pensarlo ma è artificiale.
Chi ama andar a caccia di borghi autentici non può di certo perdersi Bitonto, un luogo che regala moltissime suggestioni rinascimentali ed eleganti edifici religiosi come la chiesa di San Francesco d’Assisi in piazza Minerva, il Santuario di Cosma e Damiano, la chiesa barocca di San Domenico e l’Abbazia di San Leo, con il campanile trecentesco e il chiostro del ‘500.
Non mancano le chiese rupestri nelle campagne come Santa Croce, Torre Cela, Sant’Eugenio e San Basilio. E poi è riconosciuta come Città degli Ulivi grazie al prelibato olio preparato con la sua rinomata varietà di olive, l’Ogliarola di Bitonto o Cima di Bitonto, ancora oggi raccolta a mano nelle campagne.
Infine gli jazzi, dei particolari recinti che vennero costruiti per le pecore che effettuavano la transumanza. A sorprendere particolarmente è che in genere si trovano in pendenza per favorire la ventilazione e il deflusso delle acque e dei liquami. Sono anche esposti a Sud, con lo scopo di garantire il riparo dai freddi venti settentrionali.
Insomma, questo affascinante territorio italiano ha veramente molto da offrire e, grazie agli sforzi di chi lo conosce e lo ama, sta finalmente riprendendosi il posto d'onore che si è sempre meritato.