Storia plurimillenaria e monumenti incredibili, Palermo è una di quelle città d’Italia che non si possono non visitare. Il suo centro storico è tutto un pullulare di chiese, di palazzi, di localini in cui degustare le specialità gastronomiche locali.
Ma quali sono le cinque cose che, chiunque visiti Palermo, “obbligatoriamente” deve fare?
Indice
Visitare la Cattedrale di Palermo
Simbolo del capoluogo siciliano, costruita nel 1184 per volere dell’arcivescovo Gualtiero Offamilio in onore della Vergine Assunta in cielo, la Cattedrale di Palermo è Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO insieme alle cattedrali di Cefalù e Monreale nell’ambito della Palermo arabo-normanna.
Visitarla significa non solo visitare l’area basilicale, ma anche l’area monumentale (tramite il pagamento di un ticket): le tombe reali coi resti di Federico II, di suo padre Enrico VI, di sua madre Costanza D’Altavilla, del nonno Ruggero II (fondatore del Regno di Sicilia); il Tesoro della Cattedrale con la corona imperiale trovata nella tomba di Costanza D’Aragona; le cripte con le tombe degli Arcivescovi di Palermo; i Tetti della Cattedrale, da cui leggere la storia degli interventi effettuati sul Duomo.
Scoprire i Quattro Canti
I Quattro Canti sono il cuore di Palermo: si incontrano qui le due grandi arterie cittadine, via Vittorio Emanuele e via Maqueda, che dividono la città nei quattro cantoni di Palazzo Reale, Monte di Pietà, Castellamare e Tribunali.
Divenuto il nucleo cittadino tra il Cinquecento e il Seicento – quando i viceré spagnoli costruirono edifici barocchi, residenze padronali e chiese – piazza Vigliena è il luogo ideale da cui cominciare l’esplorazione di Palermo (magari, a bordo delle motoapi a calesse bianche e blu).
Ammirare la Fontana Pretoria
Realizzata da Francesco Camilliani per il giardino di don Luigi Álvarez de Toledo y Osorio a Firenze nel 1554, ma trasferita in piazza Pretoria a Palermo nel 1581, la Fontana Pretoria è considerata una delle più belle d’Italia. Ed è soprannominata “Fontana della Vergogna” per via della nudità delle statue che la compongono.
Inizialmente, l’opera comprendeva 48 statue tra figure mitologiche e putti. Quando Luigi Álvarez morì, pieno di debiti, il figlio la mise in vendita e la acquistò il Senato palermitano che – per trasportarla – la divise in 664 pezzi. Tuttavia, durante il trasporto via nave alcune sue parti su ruppero. Ma ciò non toglie nulla alla meraviglia dell’opera.
Mangiare i cannoli siciliani
Andare a Palermo e non mangiare i cannoli siciliani? Impensabile. Tra le specialità più note della pasticceria italiana, un tempo venivano preparati per il Carnevale mentre oggi si possono trovare in ogni periodo dell’anno.
Con la loro cialda di pasta fritta e il ripieno di ricotta di pecora, sono una vera golosità. Specie se le si gusta all’aperto, passeggiando per le vie della città.
Godersi uno spettacolo al Teatro Massimo di Palermo
Il Teatro Massimo (nome completo,Teatro Massimo Vittorio Emanuele) è il più grande edificio teatrale lirico d’Italia e il terzo d’Europa dopo l’Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna. Oltre ad ammirarne l’architettura, se il tempo lo consente il consiglio è quello di acquistare un biglietto per uno dei suoi spettacoli (o, magari, visitarlo al suo interno).
Che si scelga di assistere ad un’opera classica oppure ad un balletto, l’esperienza sarà indimenticabile.