Se le sue origini sono irlandesi, la sua “anima è a Trieste”. La frase pronunciata da James Joyce è divenuta così celebre in questa città, dove visse una decina d’anni, tanto da avergli dedicato oltre a una statua nel pieno centro, anche un itinerario che ripercorre i luoghi da lui frequentati e quelli che hanno ispirato le sue opere, a partire da “Dubliners” (“Gente di Dublino”) che iniziò a scrivere proprio a Trieste e l'”Ulisse”, i cui primi tre capitoli furono iniziati proprio qui.
E proprio nel 2022 ricorre il centenario della pubblicazione di “Ulysses” avvenuta il 2/2/1922, uno dei romanzi più importanti della letteratura del XX secolo ma anche il 140° anniversario della nascita di Joyce che era nato a Dublino nel 1882. E la ricorrenza più importante cade il 16 giugno, quando si celebra il Bloomsday, in omaggio al personaggio dell’”Ulisse”, Leopold Bloom, e all’impostazione del romanzo che si svolge nell’arco di una giornata, esattamente il 16 giugno 1904. In questa giornata, tutta l’Irlanda, Trieste e il resto del mondo sono in festa.
Il Bloomsday a Trieste
Il Bloomsday a Trieste non dura solo un giorno, ma diventa un vero e proprio festival che prosegue fino al 19 giugno e prevede tanti appuntamenti. Il 16 giugno – vero Bloomsday – gli eventi iniziano alle 8 del mattino a va avanti fino alle 3 di notte. Ben 15 diversi luoghi del centro cittadino, scelti per affinità e somiglianza alle originarie ambientazioni dublinesi, ospitano eventi.
Si parte con la colazione amata da Leopold Bloom, che si potrà consumare assieme agli attori che mettono in scena l’episodio presso l’antico faro “La Lanterna”, simulacro della Torre Martello di Sandycove nel romanzo, che per l’occasione viene illuminato di verde, il colore dell’Irlanda, così come la statua dello scrittore che si trova sul Canal Grande vicino a piazza del Ponterosso, realizzata dallo scultore triestino Nino Spagnoli e collocata sul ponte nel 2004 per ricordare il centenario dell’arrivo di Joyce a Trieste.
Le rappresentazioni dei vari capitoli del romanzo si susseguono a intervalli di un’ora nelle varie location di Trieste. L’episodio “Nausicaa” viene ambientato la sera alle 20.00 sulla spiaggia triestina più famosa, quella del “Pedocin”, dove si terrà l’incontro di Ulisse/Leopold Bloom, interpretato da Sergio Rubini, e Nausicaa/Gerty McDowell portata in scena da Maria Grazia Plos.
Il capitolo “Circe” viene invece rappresentato con uno spettacolo di danza alle 23 alla Scala di Piazza Cornelia Romana e il Teatro dei Fabbri. L’ultimo episodio “Penelope”, alle 2 di notte all’auditorium del Museo Revoltella, è infine un monologo affidato a Diana Höbel e ai pennelli elettronici di Cosimo Miorelli.
Il programma prevede per tutto il weekend itinerari tra i luoghi di Joyce e della letteratura, diversi appuntamenti enogastronomici, presentazioni di libri, documentari, conferenze. Ma speciali itinerari a piedi sulle tracce di James Joyce andranno avanti fino a gennaio 2023 nei vari luoghi che lo scrittore era solito frequentare in città e organizzati da PromoTurismoFVG, a partire dal Borgo Teresiano, una delle zone dove ha vissuto, al Museo Joyce, che offre visite guidate, la chiesa greco-ortodossa di S. Nicolò, le altre vie dove si trovano le numerose case in cui abitò (sono in tutto nove) o il quartiere Cavana, che Joyce amava frequentare e dove si trova un originale percorso con scritte d’artista di Neon Art dedicate a James Joyce e che fanno parte del progetto “Doublin”, inaugurato nel 2019 dall’Associazione culturale Cizerouno e DMAV Social Art Ensamble e che “raddoppiano” (“doubling” in inglese) il “red district” dublinese sovrapponendolo alla Night Town triestina. “Ulysses” e “Doublin” sono alcune delle scritte visibili. Di recente è stata aggiunta “Montgomery Street”, la “Monto” descritta nell’episodio “Circe” dell'”Ulisse”.
Tutte le visite sono in partenza dall’infopoint di PromoTurismoFVG di piazza Unità d’Italia, 4/b e costano di 12 euro a persona, mentre sono gratuite se si è in possesso della FVGcard.
I luoghi di James Joyce a Trieste
È sempre possibile visitare la Trieste di Joyce ripercorrendo quei luoghi a lui tanto cari. A cominciare dalla stazione ferroviaria (il modo più semplice e comodo per arrivare a Trieste è in treno): è da qui che il 20 ottobre del 1904 James Joyce arriva a Trieste, riuscendo nella difficile impresa di farsi arrestare pochi minuti dopo (per un equivoco) e di lasciare la sua povera compagna, Nora, che non parla una parola né di italiano né di tedesco e non ha un soldo, ad attenderlo per ore e ore nel giardinetto di fronte.
In una lettera al suo amico Italo Svevo – che lo ispirò per il personaggio di Bloom – definiva il Canal Grande vicino a piazza del Ponterosso, dove si trova la fotografatissima statua di Joyce, “Il canal che viene da lontano per sposare il gran divo, Antonio Taumaturgo (ossia la chiesa neoclassica si trova in fondo) e poi cambiato parere se ne torna com’è venuto”.
Joyce frequentava anche la chiesa greco-ortodossa che si trova ancora oggi a Riva 3 Novembre, 7 in quanto tra i suoi allievi c’erano proprio alcuni dei membri più importanti di questa parrocchia.
Tra la chiesa greco – ortodossa di San Nicolò, che vale la pena visitare, e il celebre Caffè Tommaseo, uno dei caffè storici in stile viennese per cui Trieste è famosa, in via San Nicolò numero 32 c’è la “Berlitz School”, la scuola di lingue per cui lavorava Joyce. Vi si trova ancora la sua libreria antiquaria, con la stessa immutabile atmosfera. Il vicino Caffè Stella Polare che si trova in via Dante Alighieri, 14, ai tempi di Joyce era frequentato dal personale della Berlitz.
Dal sacro al profano. Nella città vecchia si trovava anche la zona dei bordelli di Trieste, divisa tra il ghetto ebraico e l’area vicina al mare conosciuta come Cavana: si contavano almeno una quarantina di bordelli regolarmente registrati in cui almeno 250-300 prostitute offrivano i loro servigi a qualsiasi ora. La minuscola casa di tolleranza frequentata da Joyce si chiamava “Il metro cubo” e si trovava in via Pescheria, 7.
Una pausa bisogna farla alla Pasticceria Pirona tuttora esistente, che si trova di fronte a una delle sue abitazioni e che lo scrittore frequentava spesso. In alternativa, a “Il Trionfo”, la trattoria accanto all’Arco di Riccardo, un monumento romano del I sec. d.C., dove Joyce amava andare a bere il suo vino preferito, l’Opollo di Lissa.
Nella centralissima piazza Verdi si trova ancora oggi il Teatro Verdi, dove Joyce assisteva a molte rappresentazioni di opere liriche, di cui era appassionato (nel periodo triestino, tentò anche di intraprendere una carriera da cantante lirico professionista) spesso beneficiando di biglietti gratuiti fornitigli dai suoi amici del quotidiano locale “Il Piccolo” con cui collaborava.
Per chi desiderasse sapere tutto sul legame tra Joyce e Trieste e sulla vita e le opere dello scrittore si trova tutto lo scibile possibile e immaginabile al Joyce Museum in via Madonna del Mare, 13.
Naturalmente ci sono itinerari dedicati a James Joyce anche a Dublino, ma questo è un altro viaggio (se vuoi leggerlo lo trovi qui).