Alla scoperta delle Terme di Caracalla, uno dei tesori archeologici di Roma

Le Terme di Caracalla conservano tutt’ora un fascino indiscusso che vale la pena scoprire se state visitando Roma. Qui trovate tutte le informazioni utili

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Elena Usai

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La scrittura, il viaggio e la fotografia sono le sue grandi passioni e quando parte non dimentica mai di portare un libro con sé.

Pubblicato: 6 Febbraio 2025 12:50

Duemila anni fa, i romani sapevano bene come prendersi cura del proprio corpo trasformando una necessità igienica in un piacere. Ecco che, in ogni angolo dei loro domini e in particolare a Roma, costruirono dei luoghi dove sfruttare i benefici delle acque termali, complessi sofisticati realizzati con materiali ricercati. Uno dei più belli è sicuramente quello delle Terme di Caracalla, tra le più grandi mai scoperte perché raggiungono i 140 mila metri quadrati di superficie.

Tutto questo spazio era ben organizzato: i romani, infatti, avevano creato diverse aree, ognuna dedicata a un’attività specifica. C’erano bagni di acqua calda e fredda, saune e solarium, piscine, ma anche biblioteche o negozi. Le Terme di Caracalla, chiamate anche Thermae Antonianae, rappresentano uno dei più grandi e meglio conservati complessi termali dell’antichità e un patrimonio storico che vale la pena visitare se vi trovate nella Capitale.

Scoprite dove si trovano, la loro storia e utilizzo e come visitarle!

Dove si trovano le Terme di Caracalla

Le mura maestose delle Terme di Caracalla si trovano a Roma, nel quartiere Appio-Latino, a circa 2 chilometri a sud del Colosseo. Potete raggiungerle in metropolitana prendendo la linea B e scendendo alla stazione del Circo Massimo, distante 15 minuti a piedi dalle terme. In alternativa è presente anche l’autobus: vi basterà andare alla fermata di S. Gregorio, vicino al Colosseo, e salire sul 118. La fermata di destinazione è quella delle Terme di Caracalla.

Per chi preferisce scoprire le bellezze della Capitale a piedi, può raggiungere tranquillamente le terme con una camminata di 15 minuti.

Storia e utilizzo delle terme di Caracalla

Le Terme di Caracalla rappresentano un complesso straordinario e sono considerate le terme più lussuose dell’antica Roma. Seppur prendano il nome dall’imperatore Marco Aurelio Antonino Bassiano, detto Caracalla, il vero promotore fu suo padre, Settimio Severo, che si occupò di molte architetture dell’impero.

Il complesso termale fu costruito intorno agli inizi del III secolo d.C. e inaugurato nel 216 d.C., com’è stato accertato dalle ricostruzioni degli archeologi attraverso i marchi stampati ritrovati sui mattoni di terracotta. Dopo la sua costruzione divenne il più grande complesso della storia dell’impero e ospitava fino a 1.600 persone, le quali potevano accederci in modo totalmente gratuito.

Divennero ben presto uno dei centri pulsanti della vita cittadina, quasi un contraltare del foro romano. Le antiche terme romane, infatti, non servivano soltanto per un rituale di pulizia e di benessere, ma anche e soprattutto per incontrare persone e intrattenere relazioni sociali.

Queste furono utilizzate fino al 570 d.C. quando i Goti distrussero l’acquedotto e bloccarono l’approvvigionamento idrico per far avanzare l’assedio. I primi scavi risalgono al XVI secolo, quando papa Paolo III avviò tutta una serie di lavori per trovare statue antiche per decorare Palazzo Farnese. Questi reperti possono essere ammirati al Museo Archeologico di Napoli, come il Toro Farnese e l’Ercole Farnese, mentre la scultura del Torso del Belvedere si trova ai Musei Vaticani.

Altri lavori di scavo e restauro continuarono nel XIX e XX secolo, permettendoci oggi di camminare tra le rovine e scoprirne la loro storia. Inoltre, dal 1937, le terme vengono utilizzate per concerti e spettacoli teatrali all’aperto, in particolare durante la stagione estiva dell’opera di Roma, fornendo una spettacolare e scenografica cornice alle rappresentazioni liriche.

Terme di Caracalla Roma
Fonte: iStock
Le Terme di Caracalla riflesse nello specchio d’acqua aggiunto nel 2024

Cosa vedere alle Terme di Caracalla

Le Terme di Caracalla rappresentano un sito storico spettacolare anche se, davanti a noi, vediamo solo una minima parte della loro bellezza originale. Dovete sapere, infatti, che Caracalla non badò a spese e le decorò con mosaici, affreschi e sculture, creando diversi spazi e non solo la grande piscina termale, grande oltre mille metri quadrati. All’interno del complesso erano presenti anche spazi sociali, biblioteche e un santuario dedicato al dio Mitra, il Mitreo delle Terme di Caracalla, scoperto nel 1912.

La piscina principale

La piscina principale era alimentata da un acquedotto appositamente costruito, l’Aqua Nova Antoniniana, e ogni giorno servivano circa 9.000 uomini per far funzionare i bagni!

Questa rappresentava il centro del complesso, dove i romani seguivano un rituale solitamente suddiviso in più fasi. Dapprima un momento di attività fisica per predisporre il corpo alle successive sollecitazioni, poi si accedeva ai bagni veri e propri inoltrandosi attraverso le tre zone fondamentali in cui erano suddivisi tutti i centri termali in epoca romana: il tepidarium (piscina tiepida), il calidarium (piscina calda, dove la temperatura dell’acqua sfiorava i 100 gradi) e il frigidarium (piscina fredda), oltre alla natatio (piscina all’aperto).

Alla fine di questo rituale, l’antico romano spesso si tratteneva ulteriormente nel complesso termale, per continuare a discorrere con i propri compagni, oppure per leggere o persino per mangiare e assistere a spettacoli, grazie alla presenza di biblioteche, ristoranti e piccoli teatri.

Le terme sotterranee

Una zona invisibile, ma fondamentale per le terme, erano i sotterranei: un dedalo di ambienti dove un grande numero di schiavi lavorava ininterrottamente per il funzionamento degli ambienti termali, in particolare per mantenere le corrette temperature dell’acqua. Questa operazione avveniva attraverso dei forni a legna, trasportata fino ai sotterranei a dorso di mulo. L’acqua bollente veniva poi incanalata in un complesso di tubature.

In questo labirinto di tunnel, quindi, erano presenti fornaci e aree di stoccaggio per le forniture come legno, biancheria e olio. Le fornaci erano circa 50 e, per mantenere i bagni attivi, dovevano essere utilizzate 10 tonnellate di legna al giorno.

Il Mitreo di Caracalla

Nei sotterranei è stato rinvenuto anche un Mitreo, cioè un tempio dedicato al culto del dio Mitra, il più grande di Roma. Gli ambienti dedicati al dio persiano, tipicamente raffigurato nell’atto di uccidere un toro, si compongono di cinque aree comunicanti con il piano superiore attraverso una scala.

L’ambiente principale è un’ampia stanza rettangolare con volte a crociera, mentre ai lati si trovavano due banconi dove sedevano i fedeli durante le cerimonie. Al centro della stanza, invece, si trova una vasca rettangolare, dove si presuppone venissero sacrificati i tori, secondo appunto il rituale previsto dal culto.

Vista aerea terme Caracalla
Fonte: iStock
Vista aerea delle Terme di Caracalla

Come visitare le terme di Caracalla: orari e prezzi

Una visita alle terme di Caracalla dovrebbe essere sempre prevista come tappa di qualsiasi tour nella città di Roma, insieme ad altre attrazioni come il Colosseo. Gli orari di apertura, tranne il lunedì che è giorno di chiusura, variano in base al periodo e sono i seguenti:

  • dall’1 al 30 settembre, le terme sono aperte dalle 9:00 alle 19:00 (ultimo ingresso alle 18:00);
  • dall’1 all’ultimo sabato di ottobre, apertura dalle 9:00 alle 18:30 (ultimo ingresso alle 17:30);
  • dall’ultima domenica di ottobre al 28 febbraio, dalle 9:00 alle 16:30 (ultimo ingresso alle 15:30);
  • dall’1 al 30 marzo; dalle 9:00 alle 17:30 (ultimo ingresso alle 16:30);
  • dal 31 marzo al 31 agosto, dalle 9:00 alle 19:15 (ultimo ingresso alle 18:00).

Il biglietto di ingresso ha un costo di 8 euro e consente di accedere al sito una sola volta per tutto il tempo desiderato, fino all’orario di chiusura. Il biglietto può essere acquistato online, il che consente di accedere rapidamente alle terme saltando la fila, pagando una quota di prevendita.