Questa città svizzera è una vera scoperta (per tutti)

Affacciata sul Lago Lemano, Ginevra è la meno svizzera delle città elvetiche e, se pensate che sia adatta solo a vacanze di lusso, vi ricrederete

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Gli svizzeri, qui, sono la minoranza. A sentire chi a Ginevra ci è nato, è la città meno svizzera della Confederazione elvetica. Perché la scelgono come luogo dove trasferirsi a vivere è ben presto chiarito: è un paradiso. Non pensate al solito lato economico: Ginevra è una città dove si vive bene.

Secondo un’indagine di Mercer Quality of Living Survey, Ginevra è tra le dieci città più vivibili al mondo e in base all’ultima analisi dell’Ufficio federale di statistica (UST), è al primo posto per l’accessibilità dei servizi e ha il più basso tasso di mortalità sotto i 65 anni. I ginevrini possono anche contare su un’elevata accessibilità ai trasporti pubblici: ci sono infatti più di nove fermate di autobus per chilometro quadrato.

Ed è proprio a piedi o muovendosi con i mezzi pubblici che un turista può visitare benissimo Ginevra, anche in un weekend. Innanzitutto, dall’Italia è raggiungibile in treno. Spesso – come nel mese di dicembre, in occasione dei mercatini di Natale – ci sono offerte a partire da 25 euro. Una volta giunti in città (la stazione ferroviaria è proprio in centro), bastano un paio di scarpe comode per andare alla scoperta del suo centro storico, del lungolago e del meraviglioso Carouge.

Ginevra, città d’acqua

Tutto gira intorno all’acqua. Il Lago Lemano – che noi chiamiamo Lago di Ginevra -, il più grande dell’Europa centrale, proprio qui si unisce al Rodano. Tutt’intorno è una cornice di montagne che separa la città dalla Francia con cui confina. Da una parte e dall’altra del fiume si sviluppa Givevra, moderna da una parte, sulla Rive gauche, e storica, la vieille-ville, dall’altra, sulla Rive droite. Ed è proprio l’acqua uno dei simboli di Ginevra, il famoso Jet d’eau, ubicato proprio nel punto in cui il lago si appresta a sfociare nel Rodano. Si tratta di un altissimo e unico spruzzo d’acqua di circa 140 metri, visibile in tutta la città e persino sorvolando Ginevra, da un’altitudine di diecimila metri. L’unico periodo in cui è spento è nel a novembre, quando viene chiuso per la manutenzione ordinaria.

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Fonte: 123rf
Ginevra, sul Lago Lemano con il Jet d’eau

Tra le esperienze da fare c’è sicuramente una minicrociera sul Lago Lemano, magari al tramonto, per ammirare il profilo della città, i dintorni fatti di colline e di splendide ville patrizie e il profilo della catena del Giura. E pensare che fino al 1800 il lungolago veniva usato solo come deposito -o discarica – e che solo di recente sono state create delle bellissime passeggiate su cui affacciano alcuni degli hotel più prestigiosi della città. Compreso il celebre Beau Rivage, dove soggiornò la Principessa Sissi e dove fu assassinata per mano dell’anarchico italiano, Luigi Lucheni.

La vieille-ville

Strade strette e acciottolate, scalinate, ripide salite e passaggi nascosti tra gli antichi edifici, spesso noti solo ai ginevrini: la città vecchia è un piccolo gioiello davvero inaspettato. Il campanile della Cattedrale di San Pietro domina Ginevra dall’alto. Per godere di uno dei più bei panorami del lago e dei tetti rossi bisogna salire lassù. Costruita nel XII secolo, la Cattedrale è il simbolo della riforma protestante di cui Ginevra è stata grande protagonista.

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Fonte: 123rf
La vieille-ville di Ginevra

La piazza più antica in città è Place Bourg-de-Four. Qui, nel Medioevo, si svolgeva il mercato cittadino. Ginevra era una città di fiere e mercati, i commercianti vi facevano tappa prima di raggiungere la Francia. Oggi è un bellissimo angolo della vieille-ville, pieno di locali storici dove bere un caffè e ammirare il via-vai di turisti. Del Medioevo sono rimasti anche i deliziosi passaggi o tunnel che un tempo servivano per fuggire in caso di attacchi e che oggi sono un’ottima occasione per addentrarsi tra i cortili privati e scoprire una Ginevra più nascosta e ricca di personalità.

Tra i più famosi c’è il Passage de Monetier, che viene aperto una volta l’anno in occasione della festa più importante (anche di Natale e del mercatino, che comunque è bellissimo, molto internazionale, con tanti stand gastronomici e un vero e proprio chalet svizzero dove servono la fondue e che affaccia proprio sul lago), quella dell’Escalade che si svolge a dicembre e che celebra l’indipendenza di Ginevra dai savoiardi raggiunta nel 1602.

Tra i luoghi imperdibili del centro storico c’è sicuramente la Maison Tavel, una delle poche testimonianze di architettura medievale rimaste, e pensare che un tempo Ginevra era circondata da un susseguirsi di cinte murarie. Proprio all’ultimo piano di questo piccolo museo è esposta una meravigliosa maquette di come si presentava Ginevra nel periodo medievale.

Il Carouge, la città nella città

È senza dubbio la zona più deliziosa e inaspettata di Ginevra. Di fatto, sarebbe un Comune a sé, in pratica è un quartiere cittadino che non ci si stanca mai di vedere. Costruito ex novo dagli architetti di Vittorio Amedeo III di Savoia, re di Sardegna e duca di Savoia, a partire dalla fine del 1700, sembra una cittadina del Sud Italia. Case basse in stile neoclassico color pastello, vetrine di negozi al pian terreno in ogni edificio, strade a scacchiera su cui sono stati costruiti gli isolati quadrati. Molti di essi nascondono deliziosi cortili interni e bellissimi giardini appartati, che si sono mantenuti in buone condizioni fino a oggi e che ospitano ristoranti, negozi di stilisti locali, officine, atelier, antiquari e, naturalmente, orologiai.

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Fonte: 123rf
Una via di Carouges

La prosperità commerciale di Carouge risale però e molto prima dei Savoia. La sua posizione strategica era già nota sin dal Medioevo. Carouge ovvero “crocevia” era un incrocio tra strade, una via obbligata di transito per mercanti, soldati e viandanti che, provenienti dal Sud Europa, giungevano nell’area ginevrina diretti verso i territori elvetici, attraversando il ponte sull’Arve, il fiume su cui s’affaccia.

Ancora oggi il Carouge ha mantenuto il suo fascino meridionale ed è bello da visitare a qualunque ora del giorno. Ci si arriva con una bella passeggiata a piedi oppure con il tram.

La città degli orologi

La tradizione orologiaia a Ginevra è secolare. Fu ai tempi di Calvino che molti orafi e costruttori di orologi da tavolo, fuggiti dai loro Paesi e rifugiatisi a Ginevra, diedero vita a una delle industrie più sviluppate giunta fino ai giorni nostri. Per il calvinismo l’ostentazione della ricchezza era considerata un peccato, motivo per cui al posto degli oggetti sacri si iniziarono a produrre pratici orologi, che servivano peraltro a tutti per arrivare sempre all’ora giusta a scuola, al lavoro ecc. Dagli orologi da tavolo a quelli da polso, inventati durante la guerra, il passo fu breve. Oggi, a Ginevra basta alzare lo sguardo per trovare le insegne dei brand di orologi più famosi, la maggior parte dei quali nati proprio in Svizzera.

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Fonte: 123rf
L’Horloge fleurie, simbolo di Ginevra

Il “Poinçon de Genève”, il timbro che viene impresso agli orologi è una garanzia di autenticità e di altissima qualità artigianale ed è riconosciuto in tutto il mondo. Oggi, le guide turistiche organizzano tour dedicati all’orologeria, dalla visita dei luoghi dei cosiddetti “cabinotiers”, coloro che realizzavano gli orologi all’ultimo piano – per via della maggiore luce – di alcuni edifici del quartiere di Saint-Gervais ai musei come quello di Patek Philippe o la Cité du Temps, il museo dell’orologeria nel centro della città, dall’immancabile tappa-selfie a uno degli altri simboli ginevrini, l’Horloge fleurie nel Jardin Anglais, difronte al lago fino alla partecipazione a workshop – come quello di Initium, nella Grand-Rue – dove imparare a costruire il proprio orologio da portare a casa.

Ginevra, città internazionale

Da sempre Ginevra è considerata la città di quelli che oggi chiameremmo “expat”. Ha accolto protestanti perseguitati, primo fra tutti Giovanni Calvino che la rese la “sua” città, e per questo si è guadagnata l’appellativo di “Roma protestante” o di “città di Calvino“. Qui Calvino incontrò il riformatore Gugliemo Farel con il quale, a metà del 1500, riorganizzò la chiesa e la politica cittadina influenzando mezza Europa.

Ma anche molte personalità internazionali vi hanno trovato rifugio, come Lenin, prima della Rivoluzione russa del 1917. È grazie a questa tradizione d’accoglienza e alla nota neutralità svizzera che numerose organizzazioni internazionali hanno deciso di istituire proprio qui la loro sede.

VI troviamo l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), la cui sede europea si trova al Palais des Nations, l’UNICEF, il Comitato internazionale della Croce Rossa (molto interessante da visitare), il Cern (l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare), l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e molte altre ancora.

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L’edificio che ospita la Cité du Temps