Pedalando lungo la via Claudia Augusta attraverso duemila anni di storia

Il percorso, dal centro dell'Antica Roma Altinum all'attuale Feltre, fu concepito nel 15 d.C. e oggi è un'affascinante pista ciclabile.

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Redazione

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Una strada che esiste da duemila anni e che gli antichi romani utilizzavano, con finalità militari e commerciali, per unire l’area danubiana, quella adriatica e quella padana. Si tratta della Via Claudia Augusta, risalente al I secolo dopo Cristo e che è stata recentemente riscoperta, tramutandosi in un affascinante percorso per cicloamatori.

Questo tragitto fu concepito nel 15 d.C. (e quindi ha da poco compiuto i 2000 anni d’età) da un generale al soldo di Ottaviano Augusto, primo imperatore dell’Antica Roma. Il generale in questione si chiamava Druso e, nell’intento di estendere a nord la dominazione romana, decise di tracciare una nuova strada, con due biforcazioni. Partendo da Ostiglia (oggi in provincia di Mantova) e da Altino (che non esiste più, ma che sorgeva nell’attuale provincia di Venezia), i due rami della Via Claudia Augusta si sarebbero uniti nell’importante centro di Tridentum (l’attuale Trento), per poi puntare ai territori della Rezia e della Vindelicia. Nomi che oggi ci suonano eccentrici, ma che corrispondono semplicemente agli attuali Tirolo e Baviera, oltre che alla parte nordorientale della Svizzera.

Ebbene, questo incredibile tragitto esiste ancora ed è oggi percorribile in bicicletta. Il consiglio è quello di recarsi al Museo Archeologico Nazionale di Altino che ospita numerosi reperti dell’antica Altinum e pedalare in direzione di Feltre (provincia di Belluno, alle pendici delle Dolomiti). Qui viaggerete su una fantastica pista ciclabile sterrata che costeggia il fiume Sile, incrociando lungo il tragitto anche delle alzaie che i locali chiamano “restère”: anticamente qui, grazie a grosse funi, i buoi trascinavano controcorrente le pesanti imbarcazioni cariche di merce lungo il sinuoso corso d’acqua.

Suggestivo percorrere questi km sentendo nelle narici il profumo dell’Impero Romano nel suo periodo di massimo slancio. Ma le atmosfere cambieranno radicalmente quando arriverete nei pressi di Casier (Treviso), costellata di ville patrizie del XVI e XVII secolo e dove si trova il “cimitero dei burchi”, imbarcazioni da carico in legno che venivano utilizzate ai tempi della Serenissima per il traffico fluviale e lagunare.

Dopo aver attraversato Treviso, si gira verso il Piave (la cui storia riporta per forza di cose alla Grande Guerra) per poi risalire verso le prime colline e scoprire il Castello di Collalto a Susegana (Treviso), primo di una serie di fortezze che dominano quest’area dai tempi dell’Alto Medioevo: da non perdere Castelbrando a Valmareno e il Castello di Zumelle a Tiago, nel territorio comunale di Mel. Qui sarete già in territorio bellunese, facendo un balzo in avanti di duecento anni quando arriverete a Follina, con il suo monastero cistercense di Santa Maria.

Di nuovo vi tufferete nella natura superando il Passo di Praderadego, il “prato del diverbio” e la mitologica Cima Coppi. Per poi arrivare nella splendida Feltre, importante centro in epoca imperiale, decaduta sotto i Longobardi e rinata con l’avvento della Repubblica di Venezia.

Siamo appena a metà strada rispetto a Trento e già abbiamo riscoperto secoli e secoli della nostra civiltà. Pedalando in una strada che fa rima con storia.