Una nuova incredibile scoperta in Giordania

A Khirbet al-Batrawy, in Giordania, è stata fatta una nuova ed eccezionale scoperta

Continuano gli scavi della spedizione archeologica dell’Università La Sapienza di Roma a Khirbet al-Batrawy, in Giordania, dove è stata fatta una nuova ed eccezionale scoperta. Sotto la sabbia del deserto sono state rinvenute delle antiche mura lunghe almeno 70 metri. Ma la vera scoperta è una porta rimasta chiusa per millenni che gli archeologi apriranno per vedere cosa si cela dietro.

Khirbet al-Batrawy è un sito archeologico che si trova sulla collina di Batrawy, una rupe rocciosa alla periferia di Zarqa, nella Giordania centro‐settentrionale, individuato nel 2004 e oggetto di ricerche dal 2005 da parte di una missione archeologica dell’università La Sapienza, diretta da Lorenzo Nigro, in collaborazione con il Dipartimento delle Antichità della Giordania e il contributo del ministero degli Affari Esteri italiano.

Nigro ha dato la notizia della scoperta postando su Facebook una foto delle nuove mura esclamando “#Batrawy2017 la gioia di scoprire una città”.

Posta ai limiti del deserto, questa zona era abitata già nel III millennio, nell’epoca dei Faraoni delle grandi piramidi, per intenderci. Qui sorse un’antichissima città che venne però distrutta nel 2300 a.C..

Gli scavi condotti hanno riportato alla luce imponenti fortificazioni che risalgono a 5.000 anni fa, costituite inizialmente da un muro in pietra spesso 3,2 metri, a cui nei secoli si sono aggiunti torri e bastioni e due ulteriori muraglioni dove era localizzata la porta della città.

È stato anche scoperto un antico palazzo all’interno del quale sono stati fatti straordinari ritrovamenti: quattro asce di rame (ce ne sono solo pochissime al mondo), 120 vasi interi e un antichissimo tornio da vasaio.

Le ricerche hanno consentito di definire le principali fasi di sviluppo dell’antica Batrawy, fondata agli inizi del III millennio a.C. come centro dell’alta valle dello Zarqa, in una posizione strategica per tenere sotto controllo il guado attraverso il fiume, il più lungo affluente del Giordano, ma anche il fiume più orientale della Terra Santa ovvero il primo corso d’acqua raggiunto da chi attraversava il deserto siro‐arabico.

Proprio la presenza di una città ai margini del deserto ha aperto nuove prospettive circa la frequentazione e l’insediamento di queste remote regioni in un’epoca così antica.

L’apertura della porta rimasta nascosta sotto la sabbia per 5mila anni riserverà sicuramente molte sorprese.