Lago dell’Accesa, una gemma incastonata nella Toscana meridionale

Lo specchio d'acqua, tra Gavorrano e Massa Marittima, è un'oasi di relax contornata da un alone di leggenda e mistero

Foto di Lorenzo Calamai

Lorenzo Calamai

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Dopo quattro continenti, diciassette paesi, quindici capitali ha scoperto che il più delle volte quello che cerchi non è poi così lontano da casa.

Tra Gavorrano e Massa Marittima, pochi chilometri nell’entroterra rispetto al Golfo di Follonica, tra morbide e amene colline dai fianchi coperti di campi coltivati, circondato da una vegetazione varia che lo nasconde parzialmente alla vista di chi passa, sorge il Lago dell’Accesa, un sereno, cristallino e poco conosciuto specchio d’acqua nella zona meridionale della Toscana.

Un luogo estremamente rilassante, immerso nel verde e nel silenzio, circondato da un alone di leggenda che affonda le radici in tempi antichissimi. Una meta ideale per una gita fuori dai soliti circuiti e dalle solite destinazioni, tra un tuffo in acque profondissime, un picnic nelle piattaforme attrezzate sulle rive del lago e una passeggiata alla scoperta di alcuni fra i più importanti reperti etruschi della regione.

Visto dall’alto, nelle innumerevoli foto scattate dai droni o dalla vetta dei poggi circostanti, il Lago dell’Accesa rivela la sua forma particolare: un cerchio quasi perfetto, tagliato in orizzontale nel suo lato sud-occidentale, dove una lingua di terreno chiude una sorta di piccola laguna che è come un piccolo occhio.

Fonte: Lorenzo Calamai
Lago dell’Accesa, un’oasi dedicata al relax

Il sentiero che costeggia le rive dello specchio d’acqua non fa il giro intero del lago, ma ne percorre esclusivamente la metà orientale. Nella zona nord il panorama è costituito da un fitto canneto, come da tipica vegetazione lacustre, che si interrompe di quando in quando grazie ad alcuni pontili in legno.

Queste piattaforme sono in un’ ottima posizione per stendere l’asciugamano, prendere il sole e tuffarsi nell’acqua straordinariamente trasparente del lago, che diventa subito profonda, anche se è necessario fare attenzione alla vegetazione subacquea. Si possono anche utilizzare per mettere in acqua uno standing up paddle (SUP) con il quale esplorare tutto il bacino. Inoltre alcune delle piattaforme sono dotate di tavoli e panche da picnic, che rendono ancora più piacevole e comoda la permanenza.

Se invece siete più tipi da spiaggia la zona sud offre altre sistemazioni più classiche, con qualche accesso comodo al lago, anche con acqua più bassa adatta ai bambini. Il sentiero, infatti, si allontana un attimo dalla costa dello specchio d’acqua, ma conduce fino alla laguna blu circolare sul lato meridionale.

Il Lago dell’Accesa è straordinario nel suo genere: raggiunge grandi profondità, fino anche a 40 metri, ed è alimentato da sorgenti sotterranee. Non ha immissari, ma dà vita al torrente Bruna, che attraverserete se seguirete il percorso intorno alle rive del lago, il quale ha acque altrettanto cristalline.

Fonte: Lorenzo Calamai
Uno scorcio sulle morbide colline che contornano il Lago dell’Accesa

Come arrivare al Lago dell’Accesa

Il Lago dell’Accesa si trova nel territorio comunale di Massa Marittima, non distante dal tracciato della Aurelia, nella parte settentrionale della provincia di Grosseto. Dista una ventina di minuti da Follonica, la principale località balneare nelle vicinanze.

Il territorio rappresenta l’ultima propaggina meridionale delle Colline Metallifere, un complesso di rilievi caratterizzata da numerosi giacimenti minerari e da aree di produzione di energia geotermica, data la presenza di soffioni boraciferi.

Lago dell'Accesa
Fonte: DeAgostini/Getty Images
Vista aerea del lago e dei suoi dintorni

Per raggiungerlo si percorre la E80/SS1 Variante Aurelia fino all’uscita di Gavorrano Scalo. Da qui si possono seguire le indicazioni per il Lago dell’Accesa e imboccare la Strada provinciale dell’Accesa fino alla frazione La Pesta. Qui si imbocca una strada sterrata che in poche centinaia di metri porta ad un ampio parcheggio non lontano dalla rive del lago. Dal parcheggio parte il sentiero che, costeggiando il fosso che rappresenta l’origine del fiume Bruna, porta ad un passerella in legno dove la traccia si biforca: a destra si trovano le piattaforme attrezzate, a sinistra la laguna blu.

Il lago e i suoi dintorni sono anche una meta gettonata per gli amanti della mountain bike, grazie ai numerosi sentieri che percorrono le colline vicine e attraversano i poderi circostanti, fino ad arrivare alla conca dove si trova l’Accesa.

Gli Etruschi al Lago dell’Accesa

Un’altra eccezionalità del Lago dell’Accesa è quella di essere una zona abitata fin dai tempi etruschi: dal VI secolo prima di Cristo le sponde erano abitate per sfruttare i vicini giacimenti di metalli. Gli Etruschi infatti erano universalmente riconosciuti come un popolo di fabbri, con ottime competenze alla forgia.

Nelle immediate vicinanze del lago si trovano reperti archeologici visitabili gratuitamente di un antico insediamento etrusco: un raro esempio di una città dei vivi, mentre la maggior parte di ciò che di quella civiltà è arrivato ai giorni nostri sono le necropoli, le città dei morti.

etruschi lago dell'accesa
Fonte: Lorenzo Calamai
Gli scavi archeologici con i resti etruschi nelle vicinanze del lago

All’area archeologica si accede direttamente dal parcheggio. Invece che imboccare il sentiero che va al lago, proseguite inoltrandovi nel bosco di eucalipti, all’interno del quale si diramano varie tracce. Ognuna porta a una diversa area dove giacciono i reperti.

Quello che rimane dell’antico insediamento etrusco sono soltanto cumuli di pietre, dai quali si possono intuire le tracce delle fondamenta di qualche edificio. Ampi pannelli informativi, in ogni caso, aiutano nella scoperta degli immensi quantitativi di storia che sono passati sulle sponde del lago negli ultimi 3mila anni.

Storie, miti e leggende del Lago dell’Accesa

Con la sua forma caratteristica, la calma e il silenzio che lo circondano, l’estrema trasparenza dei suoi flutti, il Lago dell’Accesa possiede una notevole aura misterica. Il fatto, poi, che sia alimentato da sorgenti che si trovano sul fondale, a una notevole profondità e quindi invisibili all’occhio umano, ha dato vita a una serie di miti e leggende sul suo conto.

Secondo una di queste, il lago non sarebbe esistito fino al medioevo e sarebbe frutto di una terribile punizione divina.

Una volta terreno fertile ricoperto di campi coltivati a grano dai contadini locali, lo specchio d’acqua sarebbe frutto dell’ira dei cieli per non aver santificato il giorno di Sant’Anna, protettrice dei mietitori. Il 26 luglio, giorno in cui si celebra la santa, i contadini avrebbero dovuto dedicarsi al riposo, alla preghiera e al raccoglimento, e invece disubbidirono tale mandato, scendendo comunque nei campi a trebbiare il grano.

Fonte: Lorenzo Calamai
Le piattaforme attrezzate rendono ideale passare una giornata al lago

Fu così che nel bel mezzo della raccolta, al suono delle campane che indicava il mezzodì, una tempesta si manifestò improvvisamente nel cielo, mentre la terra iniziò a tremare. I contadini, i carri, il bestiame e il loro raccolto vennero inghiottiti in una voragine fiammeggiante che si aprì nel terreno, mentre si scatenava un fortissimo diluvio.

Al cessare della tempesta, al posto dei campi coltivati si trovava un lago, chiamato dell’Accesa proprio per le fiamme che avevano inghiottito che aveva osato contravvenire alle regole sacre. La leggenda vuole che tutt’oggi, nel giorno di Sant’Anna, si possano udire dalle profondità delle acque le grida dei contadini, lo scalpitio dei cavalli e i rintocchi delle campane del paese che fu sprofondato.

Fonte: Lorenzo Calamai
Le campagne nei dintorni del Lago dell’Accesa

In tempi più recenti, alla fine degli anni Novanta, il Lago dell’Accesa è assurto alle cronache locali per essere diventato una sorta di Loch Ness italiano: si diceva che una coppia di turisti tedeschi fosse giunta in riva al lago con al guinzaglio il loro eccentrico animale domestico, un coccodrillo.

La creatura si sarebbe liberata dalle catene, gettata nel lago e sparita nella natura, ritornando alla vita selvaggia che più le si confà. Da allora, per qualche tempo, si susseguirono gli avvistamenti (mai confermati) di lucertoloni anfibi dalle parti del Lago dell’Accesa, tanto che gli abitanti della zona, si erano presi pure la briga di dare un soprannome al coccodrillo, Birillo, di cui però si sono perse le tracce da tempo.

Chissà se è stato il freddo, chissà se qualcos’altro, chissà se ancora Birillo il coccodrillo non sguazzi nei meandri del Lago dell’Accesa.