Il Mulino Bianco degli spot esiste davvero: ecco dov’è

Il mulino protagonista del logo di Mulino Bianco esiste davvero, ed è in Italia: ecco dove si trova e tutto ciò che occorre sapere

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Angelica Losi

Content writer & Travel Expert

Per lavoro è Content writer, per diletto viaggia. Appassionata di turismo enogastronomico, fotografa tutto per inscatolare i ricordi e poi li racconta online.

Pubblicato: 17 Febbraio 2025 12:00Aggiornato: 19 Febbraio 2025 15:29

Il 2025 è un anno importante per una delle storiche aziende italiane: Mulino Bianco compie 50 anni e nelle case di tutti il celebre mulino delle confezioni è ormai un’icona. La sua immagine fa ormai parte della cultura pop italiana, come marchio di una delle industrie dolciarie più amate e celebri del Paese. Ma forse, quello che non tutti sanno, è che il Mulino Bianco esiste davvero e che, fino a qualche anno fa, ci si poteva addirittura soggiornare.

Dove si trova il mulino di Mulino Bianco

Si tratta di un mulino in Toscana, che si trova nei pressi di Chiusdino, in provincia di Siena. Nel settembre 1990 il marchio di dolciumi Mulino Bianco iniziò la campagna pubblicitaria dedicata alla Famiglia del Mulino, firmata da Armando Testa. Il marchio del Mulino Bianco diventò realtà, identificandosi appunto nel mulino di Chiusdino. «Dal 1990 al 1995 il mulino, assunto alla celebrità come testimonial del Mulino Bianco, ha avuto un breve ma intenso periodo di notorietà ed ha ricevuto numerosi visitatori sia dall’Italia che dall’estero», si legge nel sito de Il Mulino delle Pile che è la location dello spot. Scopriamo la sua storia.

Costruito all’inizio del XIII secolo dai Monaci dell’Abbazia di Serena, originariamente era utilizzato con lo scopo principale di lavorare il grano, ma anche per la cosiddetta sodatura delle stoffe per la vendita ai mercati: quest’ultimo è un procedimento con cui i tessuti venivano trattati con soda caustica con l’obiettivo finale di renderli più lucidi. Oggi invece ospita un agriturismo, che si chiama Mulino delle Pile (le pile erano i recipienti di pietra che, grazie alla ruota idraulica, battevano sui panni per il trattamento di cui sopra).

Come dormire nel Mulino Bianco

Il Mulino delle Pile si trova nel cuore del Parco Naturale della Val di Merse e, fino a qualche anno fa, era aperto tutto l’anno (inclusi ponti e giorni festivi). Dotato di piscina, offriva la possibilità di organizzare banchetti, matrimoni, cerimonie e feste varie. Per chi cercava un’atmosfera più intima c’era invece l’antica cucina, con al centro un grande camino nello stile delle vecchie case di campagna. La torre, che un tempo era il nucleo del Mulino, ospitava una biblioteca e diversi giochi da tavola.

Parliamo al passato perché, purtroppo, con gli anni l’agriturismo ha attraversato periodi di difficoltà fino alla messa all’asta, tanto da essere attualmente chiuso e in stato di abbandono. Nonostante ciò, il luogo continua ad attirare curiosi e nostalgici, desiderosi di ammirarlo.

Per raggiungerlo bisogna percorrere il viale alberato che congiunge l’abbazia di San Galgano al borgo di Chiusdino; a soli 2 km dal palazzetto si svolta a sinistra verso Luriano per poi trovarsi davanti quello che è lo scorcio presente ormai su ogni cartellone pubblicitario.

Il “Mulino Bianco” non è davvero bianco

Un piccolo, non irrilevante dettaglio: oggi il mulino non è più bianco, ma ricoperto in pietra. La prima volta che è comparso in uno spot era il 1976, ma il vero successo è arrivato solo negli anni ’90 che hanno consacrato la grafica del Mulino Bianco come uno dei simboli della cultura pop italiana. Insomma, il look bianco ottenuto tramite il rivestimento a pannelli per lo spot pubblicitario non esiste più.

Entrare nel Mulino Bianco, l’installazione a Milano

In occcasione del 50esimo anniversario del Mulino Bianco, a Milano, in piazza Gae Aulenti, è stata eretta un’installazione formato gigante (5 x 8 x 5,5 metri) dell’iconica sveglia a forma di Mulino, simbolo del brand fin degli Anni ’80. All’interno dell’installazione, che può essere visitabile liberamente dal pubblico dal 21 al 23 febbraio dalle 9.00 alle 20.00, si può vivere un’esperienza immersiva che vuole riportare alla mente dei visitatori i ricordi della loro infanzia. Dalla gallina Rosita alla tazza in coccio, dalle “sorpresine” comparse per la prima volta all’interno delle confezioni di dolci nel 1983 al Fornetto scaldabrioche fino all’incontro con il piccolo Mugnaio, testimonial di questa ricorrenza. E questo è solo il primo di tanti altri eventi che ci saranno quest’anno per fevsteggiare il cinquantenario.