Siamo ad Andhra Pradesh, in una delle regioni più aride dell’India ad un’ora dalla popolosa città di Bangalore. Qui affonda le sue radici l’albero più grande dell’intero pianeta riconosciuto come tale anche dal Guinnes World Record.
Thimmamma Marrimanu è un esemplare di banyan, il ficus benghalensis, le cui ramificazioni hanno formato una vera e propria foresta di alberi che si estende per quasi 20000 metri quadrati.
L’albero di banyan in questione è stato aggiunto per la prima volta al Guinness dei Primati nel 1998 e riconfermato nel 2017 come l’esemplare vegetale più grande al mondo. Il suo riconoscimento globale è avvenuto anche grazie al lavoro del giornalista Sathyanarayana Iyer che ha diffuso le informazioni su Thimmamma Marrimanu. Secondo gli esperti l’albero ha 660 anni.
Il banyan fa parte della famiglia del gelso ed è originario del sub continente indiano infatti in tutto il Paese se ne contano diversi. L’albero in questione però è il più grande in assoluto e si allunga verso l’esterno in ogni direzione, ecco perché a guardarlo sembra un boschetto o una piccola foresta. Le sue radici, oltre 4000, sono districate sottoterra privando le altre piante vicine di acqua e sostanze nutritive che servono a lui per la sua immensa crescita che non si arresterà fino a quando non troverà più terreno fertile per espandersi.
Thimmamma Marrimanu è considerato l’albero nazionale dell’intero Paese e la sua costante espansione è vista come un simbolo della vita eterna, soprattutto per la religione indù. La fama dell’albero però si è diffusa in tutto il mondo trasformando il banyan in icona di fertilità, vita e risurrezione.
Secondo un’antica leggenda, l’albero più grande del mondo sarebbe nato nel 1433 dalla pira funeraria utilizzata per la cremazione di un uomo. Oggi, al di sotto del tronco principale di Thimmamma Marrimanu pellegrini di tutto il mondo lasciano icone religiose o stringono dei nastrini attorno ai rami in segno di preghiera e di profonda riverenza spirituale.
L’aspetto imponente del banyan e la sua caparbia espansione lo hanno trasformato nel simbolo dell’eternità universale, ma non solo. Le sue radici ascendenti e i rami discendenti rappresentano per molti una metafora poetica di questo mondo e della vita.