Il professor Carlo Vecce, filologo e storico del Rinascimento e docente all’Università di Napoli “L’Orientale”, ha scoperto un documento presso l‘Archivio di Stato di Firenze che rivelerebbe che la madre di uno dei personaggi più illustri della storia, Leonardo da Vinci, si chiamava Caterina e che era una principessa dei Circassi, figlia del principe Yakob, che governò uno dei regni sugli altopiani delle montagne settentrionali del Caucaso.
Un notizia davvero eccezionale in quanto proverebbe che da Vinci sarebbe solo per metà italiano. Ma qual è la storia dei Cricassi, e dove sono adesso?
Indice
Chi sono i Circassi
I Circassi sono un gruppo etnico che viveva nelle regioni a Nord-Ovest del Caucaso. Fanno parte perciò di una una delle più antiche popolazioni autoctone del Caucaso e sono tra gli abitanti originari della regione.
Il Caucaso è una splendida ed enorme regione montuosa che si trova tra il Mar Nero, il Mare d’Azov e il Mar Caspio. In sostanza costituisce un ampio istmo mediante il quale l’Europa si collega all’Asia.
Per andare più nel dettaglio, ricade soprattutto all’interno dei confini di Armenia, Azerbaigian, Georgia e Russia. Ciò vuol dire che dal ghiacciaio passa alla zona semidesertica, dal pascolo di montagna arriva fino alla foresta pluviale: il Caucaso regala oltre 100 tipi di paesaggi diversi e per questo è abitato da moltissime specie animali come il leopardo, la gazzella subgutturosa, la iena e l’orso bruno.
Inoltre, nei sei Stati del Caucaso abitano più di 40 tribù diverse la cui vita e il cui benessere sono strettamente collegati alla natura.
Tra le maggiori mete turistiche della zona ci sono:
- Abcasia: un’area di balneazione sul mar Nero che è uno Stato a riconoscimento limitato e la cui città più importante è Sukhumi, che è anche il più grande agglomerato urbano del Paese.
- Armenia: caratterizzata da un aspro panorama montano e remoti canyon in cui svettano monasteri dimenticati impreziositi da una tranquilla e amichevole cultura;
- Azerbaigian: dove ammirare vecchi e splendidi palazzi degli Shirvanshah a Baku e Şəki (o Shaki), templi di fuoco dello Zoroastrismo, panorami brulli e in cui fare escursioni nelle rigogliose e imponenti foreste che impreziosiscono le catene montuose;
- Georgia: Paese in cui lasciarsi andare a paesaggi incredibilmente diversi e a un’eccezionale ricchezza di antiche chiese, cattedrali, monasteri e città delle caverne;
- Repubblica dell’Artsakh: una zona montana dell’Azerbaigian;
- Ossezia del Sud: un’area remota e accessibile dal territorio russo;
- Ciscaucasia russa: che comprende le repubbliche di Adighezia, Karačaj-Circassia, Cabardino-Balcaria, Ossezia Settentrionale-Alania, Inguscezia, Cecenia e Daghestan e che è una bellissima regione piena di straordinarie montagne e di torrenti montani.
I Circassi oggi
Purtroppo, nella seconda metà dell’800 ci fu un genocidio, ad opera dell’esercito zarista di Alessandro II, per cui i Circassi che vivevano nel sud del Caucaso vennero trucidati in centinaia di migliaia e per questo, i pochi rimasti vivi, furono costretti a spostarsi. Se in Europa sono quasi una “razza scomparsa”, in altre parti del mondo non è così.
Attualmente, infatti, la Turchia ospita la più grande comunità circassa del mondo, ma altrettanti Circassi vivono in Israele, e in particolare in due villaggi: Rehaniya e Kfar Kama.
Non è un caso che l’unica scuola del pianeta in cui si parla e insegna il circasso è situata proprio in Israele, un istituto che attira anche i Circassi residenti in Turchia e in Giordania, desiderosi di ritrovare le proprie tradizioni e parlare la lora lingua madre.
Come vi abbiamo accennato in precedenza, la più grande comunità circassa si trova oggi in Turchia, in special modo nelle province di Samsun, Balıkesir, Sakarya e Düzce. Nel corso del tempo si sono però costituite comunità circasse — oltre a quella tradizionale egiziana — in Siria, Giordania (i circassi giordani e i circassi siriani rivestono ancora un ruolo importante in politica e nell’esercito), Israele e negli Stati Uniti d’America, in particolare negli Stati di New York e del New Jersey. Una piccola comunità che si trovava in Kosovo è espatriata in Adighezia nel 1998.
Come ci è finita la mamma di Leonardo da Vinci in Italia
La scoperta appena avvenuta potrebbe mettere la parola “fine” sulla ricerca dell’identità della donna che partorì Leonardo. Questo perché nell’Archivio di Firenze, a firma del padre di Leonardo, Piero da Vinci, il professore Vecce ha portato alla luce l’atto di liberazione di Caterina che fu rogato il 2 novembre 1452, circa sei mesi dopo la nascita di da Vinci, su istanza della proprietaria della schiava, una certa Ginevra d’Antonio Redditi, moglie di Donato di Filippo di Salvestro Nati.
Stando ai documenti, Leonardo fu il primogenito di Piero ma non di Caterina, perché a quanto pare partorì anche nel 1450 ma risultando una balia che allattava.
Secondo la ricostruzione di Carlo Vecce, Caterina fece un curioso viaggio dalle montagne del Caucaso fino ad Azov, l’antica Tana, alla foce del fiume Don, da cui poi fu trasportata, attraverso il Mar Nero, nel 1439 a Costantinopoli.
Da questa parti passò in mano a mercanti veneziani che la trasferirono nella laguna di Venezia l’anno dopo. Caterina sarebbe poi giunta a Firenze grazie al marito della sua padrona Ginevra, un vecchio avventuriero fiorentino conosciuto come Donato di Filippo di Salvestro Nati, già emigrato a Venezia dove aveva al suo servizio schiave provenienti dal Levante, dal Mar Nero e dalla Tana.
Caterina conobbe poi Piero d Vinci, il notaio con cui concepì il figlio illegittimo nato il 15 aprile 1452, ad Anchiano, piccolo borgo del comune di Vinci.
Prima di morire, nel 1466, Donato lasciò i suoi soldi al piccolo convento di San Bartolomeo a Monteoliveto, fuori Porta San Frediano, per la realizzazione della cappella di famiglia e per la propria sepoltura. Il notaio di fiducia, anche in questo caso, fu Piero da Vinci. “E Leonardo eseguì la sua prima opera proprio per quella chiesa: l’Annunciazione. Non fu un caso probabilmente”, ha ipotizzato Vecce presso la sede di Giunti Editore dove ha presentato in anteprima alla stampa internazionale il suo primo romanzo e una docu-fiction basata su una storia vera.
Caterina crebbe Leonardo per i suoi primi dieci anni di vita, ma in seguito sposò Antonio Butti, detto Attaccabrighe, e visse vicino a Vinci, dando alla luce altri cinque figli, quattro femmine e un maschio. Poco prima di morire, sembrerebbe che Caterina abbia raggiunto il figlio Leonardo a Milano, vivendo per un periodo con lui.