L’aumento delle temperature sta cambiando le preferenze di viaggio

Di fronte ai cambiamenti climatici e a estati dalle temperature sempre più roventi, lo scenario del turismo sta andando incontro a stravolgimenti

Pubblicato: 3 Settembre 2023 07:30

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Flavia Cantini

Content writer & Travel Expert

Content Writer specializzata nel Travel. Per lei il successo è fare da grandi ciò che si sognava da bambini e se, scrivendo, riesce ad emozionare, ha raggiunto il suo obiettivo.

L’estate si fa sempre più rovente: in base ai dati diffusi da Copernicus, il programma dell’Unione Europea di monitoraggio e osservazione della Terra, luglio 2023 è stato il mese più caldo mai registrato finora, con 0,33 gradi in più rispetto a luglio 2019 (il mese che deteneva il record in precedenza) e 0,72 gradi in più se confrontati con la media del 1991-2020 per lo stesso periodo.

E gli esempi sono tangibili: a Jerzu, Ogliastra, la colonnina di mercurio ha raggiunto i 48 gradi, la Grecia ha visto in fiamme Corfù, Eubea e Rodi, i roghi hanno messo in ginocchio la Puglia, la Sardegna e la Sicilia, e le Hawaii si sono trovate di fonte al più grave incendio degli ultimi cento anni degli Stati Uniti.

Una situazione che fa parlare di sé e che ha portato Karl Lauterbach, il ministro della Salute tedesco, a scrivere su Twitter (ora X) queste parole durante il suo soggiorno in Italia: “Se le cose continuano così, queste destinazioni di vacanza non avranno futuro a lungo termine. Il cambiamento climatico sta distruggendo l’Europa meridionale. Un’era volge al termine“.

Il settore del turismo a serio rischio

Soltanto nell’Unione Europea il comparto del turismo rappresenta il 10% del Pil e dà lavoro a ben 27 milioni di persone.

Eppure, il cambiamento climatico in atto con estati sempre più calde pone di fronte a possibili stravolgimenti: ad esempio, è stato davvero difficile per le guide turistiche a Bari e Firenze (solo per fare qualche esempio) condurre in visita i gruppi organizzati dalle 14 alle 17 con 40 gradi e, le agenzie di viaggi, hanno iniziato ad anticipare i tour per intercettare le ore più fresche.

Per quanto riguarda la Sardegna, il presidente di Federalberghi Sardegna Paolo Manca ha spiegato: “Se tutti gli anni a luglio ci saranno 20 giorni a 45 gradi allora è palese che le scelte cambieranno. Ma i cambiamenti climatici stanno già in parte modificando le abitudini dei nostri viaggiatori. Chi prenota all’ultimo guarda le previsioni meteorologiche e se non sono favorevoli non prende un traghetto o un aereo per venire in Sardegna, cerca posti più vicino a casa“.

E le ipotesi potrebbero continuare all’infinito.

Se dovessimo prendere in considerazione soltanto le variabili ambientali, nei prossimi anni i viaggiatori sarebbero portati a scegliere e prediligere le mete più fresche: pensando, infatti, a uno scenario di +4 gradi, l’Irlanda diventerebbe la nazione con il flusso turistico più elevato (+9,05%).

A seguire, Regno Unito, Danimarca e Lituania.

A perdere prenotazioni, invece, destinazioni notoriamente “più calde” già oggi quali, per citarne un paio, la Grecia e Cipro.

E l’Italia? Secondo le previsioni dell’indagine, dovrebbe aspettarsi una diminuzione degli arrivi dell’1,69%.

Gli eventi meteorologici tra le principali preoccupazioni legate alle vacanze

Un’indagine svolta dall’European Travel Commission ha rilevato come il 7% dei turisti considera gli eventi meteorologici estremi come una delle principali preoccupazioni legate alle vacanze.

L’aumento delle temperature non cancellerebbe il turismo ma sposterebbe le scelte di chi viaggia più a Nord: ed è già di oggi l’ingresso nel turismo balneare di località nordiche come Olanda, Belgio e Gran Bretagna.

Le mete del Mediterraneo non sarebbero tuttavia abbandonate ma scelte nei mesi di aprile e maggio quando è meno caldo.

Infine, l’Eurobarometro sul comportamento degli Europei nel 2021 ha messo in luce come l’82% dei turisti sia disposto a cambiare abitudini per incentivare il turismo sostenibile optando per mezzi di trasporto a basso impatto ambientale, acquistando prodotti locali o spendendo di più per tutelare l’ambiente e sostenere le popolazioni locali.