Sarà per il tesoro che, dicono, si trovi ancora nascosto sull’isola, sarà per la fama di luogo selvaggio e incontaminato, fatto sta che Montecristo, nell’Arcipelago Toscano, suscita sempre un grande fascino.
Non stupisce, quindi, che siano in molti i curiosi che ogni anno desiderano visitarla. Non è possibile andarci sempre, ma solo con la bella stagione. L’isola di Montecristo apre ai visitatori a marzo (quest’anno il 19, giorno di San Giuseppe nonché Festa del papà) con un calendario di visite che termina il 25 settembre.
Cosa vedere sull’isola
L’isola di Montecristo è una delle più importanti per la tutela della biodiversità dell’Arcipelago Toscano e del Mar Tirreno, un luogo straordinario e fragile dal punto di vista ambientale, un vero e proprio santuario della natura la cui fruizione, da sempre contingentata, richiede il rispetto di specifiche regole comportamentali e modalità organizzative gestite dall’Ente parco e dai Carabinieri per la Biodiversità di Follonica.
Riconosciuta come Riserva naturale statale e Riserva naturale biogenetica, l’isola è inserita nel perimetro sia del Parco nazionale Arcipelago Toscano sia della Riserva della biosfera “Isole di Toscana” nell’ambito del Programma Man and the Biosphere (MAB) dell’Unesco, nonché nel Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos.
Montecristo è ancora un’isola selvaggia, forse l’ultima isola rimasta ancora intatta del Mar Mediterraneo, un luogo unico che ha bisogno di essere compreso, immaginando di fare un salto indietro nel tempo a quando si rispettava il potere della natura sull’uomo.
Il divieto di balneazione, qui, è assoluto. Per la particolare tranquillità del luogo e la presenza di acqua, piccole e grandi specie migratrici scelgono Montecristo come “zattera” per riposarsi e nutrirsi, per poi riprende il volo verso Nord o verso Sud.
La protezione per un miglio intorno all’isola garantisce anche la ricchezza e l’integrità della vita marina. Frequenti sono gli avvistamenti di balene e di altri cetacei, tanto che per le sue particolari caratteristiche, sembra che le acque di Montecristo siano frequentate dallo zifio, un rarissimo cetaceo simile al delfino.
I resti del Monastero di San Mamiliano, la Grotta del Santo con gli ex-voto e la Villa Reale adibita ad area museale, con gli edifici annessi, e i ruderi della Fortezza di Montecristo, sulla sommità del Monte della Fortezza, nel punto più alto dell’isola (645 metri), da cui è possibile avere un’ottima panoramica a 360 gradi, sono le uniche tracce della storia umana sull’isola. Tutto il resto è silenzio e natura.
Il tesoro di Montecristo
Non è solo una leggenda. Un tesoro, in effetti, l’isola lo celava davvero. Nel 2004, furono rinvenute delle monete d’oro nascoste sotto l’altare della chiesa di San Mamiliano a Sovana. Circa 500 pezzi di metallo prezioso databili agli imperatori Leone il Grande e Antemio Procopio, tra il 457 e il 474. Questo presunto era stato citato in alcuni documenti rinvenuti, uno scritto dal Granduca di Toscana Cosimo I nel XVI secolo e un altro in un testo della fine del secolo successivo.
La credenza legata alla presenza di un tesoro sull’isola era giunta sin all’orecchio di Alexandre Dumas che lo ispirò nella stesura del suo celebre romanzo “Il Conte di Montecristo“. È su quest’isola che il protagonista, Edmond Dantès, trova il leggendario tesoro della famiglia Spada, con il quale realizza la sua intricatissima vendetta.
Nessuno ha mai negato che sull’isola possa esserci qualche altro tesoro nascosto…
La leggenda dell’acqua maledetta
Forse per tenere lontani i cercatori di tesori o forse garantire l’isolamento a Montecristo, fatto sta che qui aleggia un’altra leggenda, questa volta terribile. Si dice infatti che l’acqua limpidissima che scorre nella bella stagione nel cosiddetto Fosso del Diavolo, a Nord Ovest dell’isola, procurerebbe la morte lenta e dolorosa a chi la beve. I visitatori sono invitati a portare con loro una borraccia piena già da casa…
La leggenda del drago
C’è un’altra leggenda legata a una grotta presente sull’isola di Montecristo. Secondo la tradizione, San Mamiliano, Vescovo di Palermo, per sfuggire ai Vandali, sarebbe approdato sull’isola portando con sé alcuni suoi seguaci e si sarebbe riparato all’interno di una grotta che, dagli abitanti dell’isola, fu individuata nei pressi del Monte Fortezza e chiamata grotta di San Mamiliano o anche grotta del Santo o grotta del Drago. Ed è proprio qui che il Santo avrebbe ucciso un drago, simbolo del paganesimo.
Sul luogo dell’uccisione del drago sarebbe sgorgata la sorgente d’acqua miracolosa tuttora esistente e, all’interno della grotta, numerosi ex-voto rappresentano ancora oggi la testimonianza del passaggio di generazioni e generazioni di pellegrini e di marinai.
Come prenotare la visita
La visita, organizzata dall’Ente parco nazionale Arcipelago Toscano, in accordo e con il supporto operativo del Reparto carabinieri biodiversità di Follonica, prevede la partenza da Piombino Marittima e lo scalo a Porto Azzurro sull’isola d’Elba. Solo in due casi – venerdì 17 giugno e venerdì 9 settembre – le partenze sono programmate con partenza e arrivo a Porto S. Stefano, con scalo all’isola del Giglio. Ogni data del calendario consente la visita a 75 persone. Il costo dell’escursione è di 130 euro a persona. I costi comprendono il trasporto marittimo a/r e il servizio guida. L’età minima dei partecipanti è di 12 anni. In caso di condizioni meteo avverse saranno proposte date di recupero.
Cosa sapere
Chi visita l’isola di Montecristo deve tenere presente che è assolutamente priva di servizi e che le escursioni sono piuttosto impegnative. Bisogna dunque pensare a un tipo di abbigliamento comodo e adeguato per le attività escursionistiche, zaino in spalla con acqua e pranzo al sacco, scarponcini da trekking con suola scolpita e, preferibilmente, caviglia alta. Le ottime guide del parco specializzate per la visita di quest’isola sapranno guidarvi nelle zone più belle e vi regaleranno emozioni indimenticabili.