Aumenta il numero dei Paesi extra europei in cui si può viaggiare

Aumentano i Paesi inseriti nell'Elenco D e in cui si può viaggiare dall'Italia anche per turismo

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Redazione

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Non solo abolizione della mini quarantena di cinque giorni per chi rientra in Italia dai Paesi dell’Ue (più Israele e Regno Unito). Una buona nuova arriva anche per i viaggi nei Paesi extra europei poiché è aumentato il numero delle destinazioni in cui ora si può viaggiare dall’Italia anche per turismo.

In particolare ci riferiamo alle Nazioni che si trovano in quello che viene definito “Elenco D” dove, fino alla scorsa settimana, erano presenti solo Australia, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea, Ruanda, Singapore e Thailandia. Invece, in base all’Ordinanza 14 maggio 2021 del Ministro della Salute, a far parte di questa lista in cui ci sono inseriti Stati e territori a basso rischio epidemiologico, ci sono anche Canada, Giappone e Stati Uniti.

Cosa fare quando si rientra in Italia dai Paesi extra europei

Nel dettaglio: per la normativa italiana sono consentiti gli spostamenti da/per questi Paesi senza necessità di motivazione (fatte salve eventuali limitazioni disposte in Italia a livello regionale). E dal 16 maggio fino al30 luglio 2021 (fatta salva la possibilità di adottare provvedimenti diversi in questo lasso di tempo) all’ingresso/rientro in Italia, se nei quattordici giorni precedenti si è soggiornato/transitato in uno di questi Paesi, è obbligatorio:

  • compilare un’autocertificazione, che verrà a breve sostituita da un formulario digitale di localizzazione;
  • Disporre di un certificato che attesti il risultato negativo di un test molecolare o antigenico, condotto con tampone, effettuato nelle 72 ore precedenti l’ingresso in Italia, da mostrare a chiunque sia preposto ad effettuare questa verifica.
  • Informare l’azienda sanitaria competente per territorio del proprio ingresso in Italia;
  • Sottoporsi comunque a isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria. Dal 18 aprile 2021, il periodo di sorveglianza è di dieci giorni;
  • Si può raggiungere la propria destinazione finale in Italia solo con mezzo privato (è consentito il transito aeroportuale, senza uscire dalle zone dedicate dell’aerostazione;
  • Al termine dei dieci giorni di quarantena è obbligatorio effettuare un ulteriore test molecolare o antigenico, condotto con tampone.

Tuttavia, ogni destinazione sopra nominata segue regole diverse all’ingresso e alcune ancora non sono aperte per turismo.

Le regole per l’Australia

In Australia, dal 2 marzo 2021, è stata disposta la proroga fino al 17 giugno 2021 della chiusura dei confini internazionali sia in ingresso che in uscita. Vige l’obbligo rigorosissimo di quarantena di 14 giorni in strutture designate dalle Autorità locali (in genere hotel) per il limitato numero di persone a cui viene concessa l’esenzione, autorizzate caso per caso. L’adempimento della quarantena è obbligatorio anche se si è effettuata la vaccinazione. Inoltre, si è strettamente monitorati dalla polizia e dalle autorità sanitarie, su base quotidiana e senza eccezione alcuna. Infine, a partire dal 22 gennaio 2021 è obbligatorio presentare l’esito negativo di un test COVID-19 PCR, effettuato entro le 72 ore precedenti la partenza e il risultato, preferibilmente cartaceo e tradotto in inglese, deve essere presentato al primo check-in aeroportuale della tratta aerea. Tale disposizione si applica a tutti i viaggiatori di età superiore ai 5 anni, anche se vaccinati.

Le regole per la Nuova Zelanda

In risposta all’emergenza sanitaria COVID-19 le frontiere della Nuova Zelanda continuano a essere chiuse, tranne che per i cittadini neozelandesi, gli stranieri residenti permanenti e residenti in Australia. Limitatissime eccezioni al divieto di ingresso nel Paese sono accordate ai lavoratori “critici” e casi di natura umanitaria. I viaggiatori ammessi all’ingresso in Nuova Zelanda devono osservare 2 settimane di quarantena obbligatoria in strutture gestite dal Governo neozelandese. Viene, inoltre, richiesto di fornire un test Covid-19 risultato negativo (PCR/RT-PCR o antigenico), effettuato non più di 72 ore prima dell’orario previsto per il primo volo internazionale verso la Nuova Zelanda. All’arrivo, i passeggeri sono inoltre obbligati a sottoporsi ad altri tre test Covid-19, da effettuarsi il primo, il terzo e il dodicesimo giorno dopo il loro arrivo, durante il periodo di quarantena obbligatorio di 14 giorni. L’obbligo di test covid-19 negativo si applica anche a coloro che fossero stati eventualmente vaccinati.  L’ingresso in Nuova Zelanda è inoltre sottoposto al vincolo della disponibilità (al momento scarsa) di posto nelle strutture di quarantena gestite dal Governo.

Le regole per la Repubblica di Corea

Dal 1 aprile 2020 è in vigore la quarantena obbligatoria per tutti i viaggiatori in arrivo in Corea. Dall’8 gennaio 2021 tutti gli stranieri che entrano in Corea del Sud devono presentare la conferma dell’esito negativo del tampone PCR COVID-19 emessa entro le 72 ore precedenti la data di partenza. Il risultato del test va presentato in inglese o in coreano, oppure con traduzione certificata in inglese. Tutti i viaggiatori, anche se asintomatici, sono sottoposti al test COVID-19 nelle apposite strutture sanitarie allestite presso il porto o l’aeroporto d’ingresso.

Le regole per il Ruanda

Dal 1 agosto 2020 le frontiere terrestri ed aeree sono riaperte. Per l’ingresso nel Paese è richiesto di registrarsi sull’apposito sito e di allegare un test PCR che ne attesti la negatività al COVID-19 eseguito 72 ore prima della partenza (i minori di 5 anni sono esenti). Il risultato del test PCR può ugualmente essere richiesto in aeroporto al momento dell’arrivo. Vi è inoltre l’obbligo, una volta giunti in Ruanda – anche per i passeggeri in transito se quest’ultimo è superiore alle 24h- di sottoporsi ad un nuovo test PCR (costo: 60 dollari americani) e di soggiornare, a proprie spese, in strutture individuate dalle autorità locali in attesa di ricevere i risultati. Successivamente, è obbligatorio trascorrere un periodo di autoisolamento di 7 giorni alla fine del quale un ulteriore test verrà effettuato gratuitamente dal personale sanitario preposto.

Le regole per Singapore

Per tutti i viaggiatori a breve termine provenienti dall’Italia permane il divieto d’ingresso a Singapore.

Le regole per la Thailandia

Le autorità thailandesi hanno prorogato lo stato di emergenza nazionale decretato il 26 marzo 2020 in risposta all’emergenza sanitaria. Rimangono chiuse dal 21 marzo 2020 tutte le frontiere terrestri. A partire dal 1 aprile 2021 ciascun passeggero deve avere:
– Tampone negativo, effettuato con metodo RT/PCR, non oltre 72 ore prima della partenza;
– Prenotazione in una struttura alberghiera di Alternative State Quarantine (ASQ);
Certificate of Entry, rilasciato dal[‘Ambasciata di Thailandia su richiesta;
– Visto, in tutti i casi in cui e’ richiesto.
– Assicurazione sanitaria che copra tutto il mondo, o comunque la Thailandia comprese le spese collegate al trattamento del COVID19 e avere un massimale non inferiore ai 100.000 USD.
Inoltre, a a partire dal 1 maggio 2021 torna ad essere in vigore un regime di quarantena di 14 giorni, escluso il giorno di arrivo in Thailandia e che si applica a tutti, indipendentemente dal fatto che l’interessato sia vaccinato o meno.

Le regole per il Canada

Fino a nuove disposizioni l’ingresso in Canada viene consentito ai soli cittadini canadesi e ai residenti permanenti, nonché ai loro familiari stretti (coniuge o partner di common law; figli minori; genitori). A determinate condizioni è ammesso l’ingresso dei titolari di permesso di studio, di lavoro o dei lavoratori temporanei. In poche parole è tuttora fatto espresso divieto di entrata in Canada per turismo, coloro i quali vengono eccezionalmente autorizzati a fare il loro ingresso nel Paese sono sottoposti a una quarantena di 14 giorni e devono dimostrare alle autorità canadesi di frontiera di avere un piano “credibile” per lo svolgimento della quarantena stessa, che andrà caricato sull’apposita sezione dell’app ArriveCAN.

Le regole per il Giappone

Al momento dell’arrivo in aeroporto le Autorità giapponesi, oltre a prendere visione del test PCR effettuato all’estero entro le 72 ore dalla partenza del volo, effettueranno sul posto un test salivale. La procedura prevede di attendere in aeroporto il risultato del test (3 ore circa). In considerazione della diffusione a livello globale di alcune “varianti” del COVID-19, le Autorità nipponiche hanno stabilito ulteriori misure obbligatorie di quarantena, in vigore a partire dal 5 marzo 2021, per quanti facciano ingresso in Giappone da diversi Paesi, tra cui l’Italia, che devono essere posti in isolamento per i primi tre giorni dal loro arrivo in una struttura indicata dalle autorità di quarantena giapponesi. Le regole prevedono che si resti confinati in una stanza di hotel di dimensioni ridotte, con i pasti forniti dalle autorità di quarantena, senza alcun contatto diretto con l’esterno. Al terzo giorno verrà condotto un ulteriore test e in caso di risultato negativo le persone potranno raggiungere, senza utilizzo di mezzi pubblici, il luogo da loro prescelto per terminare il periodo di autoisolamento fiduciario di 14 giorni.

Le regole per gli Stati Uniti

È attualmente sospesa la possibilità di ingresso negli USA per i viaggiatori che, nei 14 giorni precedenti, siano stati in un Paese dell’Area Schengen (inclusa l’Italia), in Regno Unito, in Irlanda, in Brasile, in Sud Africa Cina o Iran.  Tuttavia, tutti i passeggeri che vogliano usufruire di voli Covid-tested  a partire dal 23 marzo 2021 devono compilare obbligatoriamente i moduli di localizzazione dei passeggeri (Passenger Locator Form – PLF) digitali. Inoltre, è necessario un test Covid di tipo virale (PCR o antigenico) effettuato non oltre i 3 giorni prima della partenza, per tutti i passeggeri, al di sopra dei 2 anni, in arrivo negli USA con voli dall’estero. È inoltre raccomandato un test PCR tra terzo e quinto giorno dopo l’arrivo negli USA che, se negativo consente di ridurre l’autoisolamento a 7 giorni successivi all’arrivo, a differenza dei 10 giorni previsti qualora non venga effettuato il test. I viaggiatori che arrivano negli USA già vaccinati (con un vaccino riconosciuto dalla FDA) devono invece effettuare un test Covid (PCR o antigenico) entro 3 giorni dall’arrivo e non sono soggetti alla raccomandazione di isolamento valida per i non vaccinati.

Nella speranza che tutto possa tornare alla normalità il prima possibile vi ricordiamo che queste norme sono in continuo cambiamento. Vi invitiamo, perciò, a monitorare i siti istituzionali delle destinazioni di viaggio e la pagina web della Farnesina ViaggiareSicuri.