Agrigento vieta i souvenir a tema mafia in vista di un appuntamento importante

In attesa di vestire il ruolo di Capitale Italiana della Cultura 2025, Agrigento vieta con un'ordinanza del sindaco la vendita di qualsiasi tipo di souvenir legato all'organizzazione criminale della mafia

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Priscilla Piazza

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Laureata in cinema, teatro e spettacolo multimediale, oggi lavora come redattrice e social media manager freelance

Pubblicato: 30 Agosto 2024 07:30

Mentre si appresta a prendere il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2025, la città di Agrigento si prepara sotto vari punti di vista, prima di tutto con un intenso programma di promozione turistica, ma non solo. Infatti, arriva notizia che in città siano state proibite le vendite dei tristemente noti souvenir a tema “mafia”: meglio tardi che mai, come si suol dire.

Perché Agrigento vieta le vendite di questi articoli

Il divieto di vendere articoli e prodotti che si leghino alla tematica della mafia sopraggiunge nel momento in cui la splendida Agrigento è prossima a diventare la Capitale Italiana della Cultura, mettendo sempre più in risalto davanti agli occhi di tutto il mondo i suoi tesori millenari, le sue antiche tradizioni e le tante ricchezze artistiche e culturali. Insomma, un patrimonio davvero invidiabile che non ha alcun bisogno di essere amplificato associandosi al fenomeno della mafia siciliana.

Eppure, sono tanti i negozi di souvenir sull’isola della Sicilia in cui è possibile trovare articoli a tema mafia, dai magneti alle magliette, dagli apribottiglie ai bicchieri da shot. D’altronde, nonostante gli atti eroici dei magistrati, la mafia siciliana oggi continua a operare sull’isola, impegnandosi in attività criminali come l’estorsione, il narcotraffico e il rapimento. Purtroppo, infatti, attualmente anche la stessa città di Agrigento è ancora in lotta con il fenomeno della mafia.

Le parole del sindaco di Agrigento

Nel tentativo di cambiare volto nei confronti del pubblico internazionale e contrastare quella che viene considerata come un’operazione che rende la mafia “glamour” e motivo di mercificazione e speculazione, la città di Agrigento ha deciso appunto di vietare questo tipo di articoli per tutto il periodo dell’anno prossimo, quantomeno.

Il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, è autore principale di questo divieto e ha infatti dichiarato: “Dal momento che la vendita di tali prodotti nel territorio di Agrigento umilia la comunità locale, che si impegna da anni a diffondere la cultura della legalità, ordino un divieto sulla vendita di qualsiasi tipo di oggetto che lodi o faccia riferimento in qualsiasi modo alla mafia e al crimine organizzato”.

Le forze di polizia locale, così come anche i carabinieri, sono state infatti autorizzate a ispezionare i negozi di souvenir in tutta la città e a sanzionare con severe multe coloro che vengano sorpresi a vendere questa tipologia di tali prodotti, tra i quali spesso ritroviamo ad esempio grembiuli raffiguranti una lupara. Nonostante non sia ancora stato confermato e reso noto l’importo della multa che andrà pagata dal venditore che violerà il decreto, sicuramente le sanzioni pecuniarie non mancheranno e non saranno leggere.

“Bene ha fatto il sindaco di Agrigento a vietare la vendita di souvenir inneggianti alla mafia, auspico che il suo esempio sia seguito al più presto da tutti i sindaci di Sicilia”, queste invece le parole di Marco Intravaia, deputato regionale e componente della Commissione Regionale Antimafia. “Chi arriva in Sicilia non può essere fuorviato da oggetti che associano valori positivi a Cosa Nostra, ma deve avere ben chiaro cos’è: un’organizzazione criminale crudele e sanguinaria che uccide senza pietà”.