Viaggio all’estero? Ecco 10 gesti da non fare in altrettanti Paesi

Un utile vademecum per i viaggiatori: ecco 10 gesti da evitare quando ci si reca all’estero, per evitare spiacevoli fraintendimenti.

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Redazione

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Gli italiani, si sa, gesticolano moltissimo. Tuttavia, ci sono Paesi in cui è necessario prestare attenzione: ciò che per noi ha un significato, in determinate nazioni ne ha uno completamente diverso e, talvolta, non molto piacevole. Perché un vero viaggiatore lo sa: varcare i confini di uno Stato, significa conoscere una cultura tutta nuova. E quella cultura va anche rispettata. Ecco quindi quali i sono le posizioni e i gesti di mani e braccia che sarebbe meglio evitare, Paese per Paese.

Indonesia. Spesso, quando siamo arrabbiati o – al contrario – tranquilli e rilassati, capita che mettiamo le mani sui fianchi. In Indonesia, però, questo gesto ha un significato diverso: può infatti essere interpretato come una posizione di combattimento, e quindi come un segnale di sfida.

Brasile. Se in Italia mettersi il pugno sulla fronte può accompagnare un’espressione di stupore, o di rammarico per un’azione compiuta, in Brasile significa dare dell’idiota ad una persona. Sempre in Brasile (ma anche nei Paesi Baltici, in Colombia, in Spagna e in Portogallo), attenzione anche al gesto delle corna: se per noi è pura scaramanzia, qui viene preso molto sul serio: significa che il coniuge è infedele, e potrebbe causare scenate non proprio comiche.

Malesia. Siete mancini? Sappiate che, in Malesia, mangiare con la mano sinistra potrebbe essere un problema. In realtà, in tutti i Paesi musulmani, il cibo viene toccato con la mano destra: la sinistra viene considerata “sporca”.

Giappone. Non c’è Paese più reverenziale del Giappone: un giapponese vi porgerà qualsiasi cosa con entrambe le mani, che siano dei soldi o un oggetto. Utilizzare una mano sola è considerato un gesto di grande maleducazione: servirà qualche giorno per abituarsi, ma poi verrà naturale.

India e Pakistan. Il pugno chiuso, con il pollice tra i denti: quante volte ci è capitato di fare questo gesto, magari mentre siamo sovrappensiero? In India e in Pakistan è meglio evitare: significa infatti mandare a quel paese l’interlocutore e tutta la sua famiglia.

Vietnam. Se in Italia le dita incrociate servono ad augurare buona fortuna, in Vietnam sono considerate un gesto osceno: indicano infatti la sessualità femminile.

Grecia e Bulgaria. Se per dire no siete soliti scuotere la testa, sappiate che in Grecia e in Bulgaria significa l’opposto. In realtà, state affermando una vostra volontà.

Iran. Segno di ok (o utilizzato per fare l’autostop), in Iran il pollice all’insù è un’offesa gravissima: è l’equivalente del nostro dito medio, ed è utilizzato per mandare a quel paese l’interlocutore in modo ancor più volgare.

Turchia. Mettere il pollice tra l’indice e il dito medio, quando si gioca coi bambini fingendo di aver loro rubato il nasino, in Turchia è un gesto di stizza: se lo fate, state maledicendo (in modo osceno) la persona che vi sta di fronte.

Messico, Africa, Grecia e Medio Oriente. Avete presente il gesto dell’altolà? In questi Paesi viene definito “moutza” ed è simbolo di disappunto.