Sopravvivere a un blackout in viaggio: consigli e accessori per partire senza stress

Sapere come comportarsi in caso di blackout può fare la differenza: ecco qualche consiglio

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Alfonsa Sabatino

Giornalista specializzata in Travel & Lifestyle

Sogna fin da bambina di "viaggiare per lavoro", cercando di unire al viaggio la sua passione per la scrittura e la fotografia.

Pubblicato: 29 Aprile 2025 14:06

Quello che è successo in Spagna e Portogallo nelle scorse ore ce lo hanno dimostrato bene: un’interruzione di corrente può trasformare un viaggio in caos assoluto, in una corsa a ostacoli, soprattutto in un’epoca in cui tutto – dai pagamenti alle indicazioni stradali – passa da uno smartphone. Metropolitane e treni fermi, voli cancellati, ma non solo: al ripristino della luce e corrente molti turisti hanno preferito restare fermi immobili, per paura di una scarsa connessione. Ma perché restare senza linea ci destabilizza e disorienta tanto? Eppure l’essere online h24 è una cosa relativamente recente e restare senza luce, al buio (in tutti i sensi) capita più spesso di quanto si pensi: una tempesta improvvisa, una rete sovraccarica, un problema infrastrutturale. Sapere come comportarsi in caso di blackout, accorgimenti e accessori durante la preparazione del viaggio e della valigia possono fare la differenza, soprattutto se ci si trova all’estero o in luoghi poco conosciuti o attrezzati.

Screenshot sempre, prima di partire

Anche quando tutto è salvato in app e portali online, uno screenshot non è di troppo. Prima della partenza è bene salvare in formato immagine la carta d’imbarco, i biglietti del treno o di ingresso a musei, e le prenotazioni di hotel, ristoranti o noleggi. Una copia visiva, accessibile anche offline, resta consultabile anche se l’app va in crash o manca la connessione. Conviene fare lo stesso con gli indirizzi delle strutture e con i numeri di telefono più importanti, così da averli a portata di mano in qualsiasi situazione. Un piccolo gesto, veloce e gratuito, che può evitare molti problemi sul campo, specialmente se si rimane senza linea. Altra accortezza? Condividerle le immagini tra compagni di viaggio per stare tranqulli anche in caso di batteria scarica.

Mappe offline e app da scaricare prima

Molte app permettono di scaricare mappe e itinerari da usare offline, anche senza connessione. Google Maps, ad esempio, consente di salvare intere aree geografiche e accedere a percorsi, luoghi di interesse e ristoranti. Esistono anche alternative come Maps.me, utile per chi si muove a piedi o in bicicletta. In caso di blackout o assenza di rete, una mappa digitale già salvata può orientare, aiutare a trovare un alloggio o individuare un punto di soccorso.

Il ritorno al cartaceo

Nel momento in cui il telefono si scarica e non c’è rete, un semplice foglio di carta torna ad avere un valore fondamentale. Anche se stampare è una scelta non troppo sostenibile e rispettosa dell’ambiente, da evitare quando non strettamente necessario, conviene sempre stampare in anticipo una copia dei documenti indispensabili, come biglietti, prenotazioni e carte d’imbarco. Anche l’indirizzo dell’hotel, i numeri di emergenza e le informazioni sui trasporti locali possono essere salvati in formato cartaceo o annotati su un taccuino di viaggio. E che dire invece di una bella cartina old style? Che sia uno stradario, la cartina di una città o una guida turistica, avere tra le mani qualcosa da consultare è una bellissima sensazione per vivere un viaggio da protagonisti.

Torce, batterie esterne e caricabatterie solari

Una power bank è ormai indispensabile in ogni viaggio, ma se si prolunga il blackout o si è in viaggio on the road, vale la pena dotarsi di un caricabatterie solare. Alcuni modelli sono pieghevoli e leggeri, pensati per essere appesi allo zaino e ricaricare durante il giorno. Altri includono anche luci LED o funzionalità di emergenza. In contesti estremi, possono garantire ore preziose di autonomia.

Senza parlare di candele (che comunque possono essere utili – e romantiche – se si sta in casa e il blackout è prolungato), una fonte di luce autonoma diversa da quella dello smartphone dovrebbe sempre essere presente in valigia o nello zaino. Le torce a manovella o quelle a dinamo sono ideali per viaggi all’aperto o in zone dove la corrente può mancare facilmente. Anche una piccola torcia frontale – meglio portarla già caricata – può risultare risolutiva per muoversi in sicurezza, soprattutto se ci si trova in campeggio o in strutture isolate, o se si rimane senza corrente appunto.

L’essenziale nello zaino (o nel bagaglio a mano)

Sempre, ma più che mai in caso di emergenza, tutto ciò che ci sembra indispensabile dovrebbe essere sempre a portata di mano. Un piccolo kit con power bank carica, documenti stampati, torcia, snack secchi, bottiglietta d’acqua riutilizzabile e una mappa può fare la differenza. Nel caso di viaggi in aereo, è consigliabile tenere questo kit nel bagaglio a mano, non in stiva. In caso di ritardi, guasti tecnici o blackout in aeroporto, si avrà il minimo indispensabile per affrontare le prime ore.

Quando serve un piano B

Un blackout è spesso imprevisto, ma può essere “previsto” il modo in cui si reagisce. Informarsi prima sulle condizioni climatiche del luogo, sulle infrastrutture energetiche, sulle abitudini locali in termini di blackout o razionamenti elettrici, aiuta a ridurre il rischio. In alcuni Paesi, ad esempio, le interruzioni di corrente sono programmate: saperlo prima permette di pianificare al meglio gli spostamenti e i momenti di ricarica.

La bellezza di perdersi (e di chiedere indicazioni)

Un blackout può spiazzare, ma anche restituire qualcosa che spesso si perde nei viaggi iperconnessi: il contatto umano. Senza TV e internet la gente torna in strada, i bambini al parco, tutti lontano da social e videogiochi. Quando lo smartphone non funziona, chiedere indicazioni diventa un gesto necessario; ed è meraviglioso. Ci si ritrova a parlare con chi vive il posto, a scambiare due parole, a ricevere consigli che nessuna app può prevedere. Chiedere alle persone invece che affidarsi a Google. Anche perdersi ha un senso, se permette di rallentare, osservare meglio e lasciarsi sorprendere. Camminare nella penombra, orientarsi con una mappa cartacea, guardarsi intorno invece che fissare uno schermo: in fondo, la vera essenza del viaggio è proprio questa. Non sapere sempre tutto, ma esplorare.