Hotel in era Covid: il modello da seguire è italiano

Il modello dell'albergo diffuso potrebbe dare un vero e proprio slancio all'economia turistica italiana. Vi spieghiamo perché

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Redazione

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Nell’era dei viaggi in sicurezza, sono moltissimi gli hotel e le strutture ricettive che si sono riadattati per far fronte alla pandemia, introducendo nuovi servizi e facility in grado di rendere la permanenza degli ospiti più confortevole e sicura possibile.

Ne sono un esempio l’introduzione delle prenotazioni online, del self check in e check out, del concierge virtuale e dell’assistente vocale a disposizione degli ospiti, seppur limitato solo ad alcune strutture, che allieti il viaggio e la permanenza intera.

Viene da chiedersi se, in era Covid, queste misure siano abbastanza per garantire la sicurezza degli ospiti delle strutture e per far ripartire un settore, quello del turismo, fortemente messo in ginocchio dalla pandemia.

Un rapido sguardo alle attese e future inaugurazioni di hotel in Italia e nel Mondo ci mostra come, l’attenzione delle strutture ricettive, sia posta tutta sul rispetto delle norme anti contagio. Ma c’è un modello che, più di tutti, sembra rispecchiare quello che le persone adesso stanno cercando, ed è italiano. Attenzione però, la sua messa a punto non è avvenuta in era Covid, ma molto prima.

Stiamo parlando degli alberghi diffusi, quelle strutture ricettive situate nei borghi o nei piccoli villaggi, caratterizzati da più case e alloggi, vicini tra loro, ma con una gestione unitaria. Va da sé che, la sola spiegazione di questa formula inedita e sorprendente, ci fa comprendere come viene naturale, all’interno di questi hotel, rispettare le distanze di sicurezza.

Il progetto slow e green è nato a Carnia a seguito dell’esigenza di ripopolare i territori abbandonati e disabitati a causa del terremoto del 1979. Il progetto pilota Comeglians, portato avanti da Giancarlo Dall’Ara, oggi presidente dell’Associazione Nazionale Alberghi Diffusi, è stato accolto da molti dei paesi nascosti d’Italia con l’obiettivo di portarli di nuovo alla luce.

Negli alberghi diffusi ci si sente sempre un po’ a casa, con la differenza che, a disposizione degli ospiti, ci sono tutti i servizi di accoglienza, ristorazione e assistenza degli hotel. Tutti gli alloggi sono collocati nelle vie del paese, ma mai troppo lontani dalla reception.

Ed è questo modello, quello dell’albergo diffuso, che potrebbe dare un vero e proprio slancio all’economia turistica italiana dopo la pandemia. Gli alloggi, infatti, sono tutti distanziati e i luoghi comuni sono così spaziosi che, rispettare le distanze di sicurezza, è quasi naturale.

L’essenza stessa di questo modello, quindi, potrebbe soddisfare le esigenze dei turisti dell’era Covid che potrebbero sentirsi al sicuro, senza dover rinunciare a viaggiare.

Santo Stefano di Sessanio, Sextantio
Fonte: iStock/ValerioMei
Santo Stefano di Sessanio, Sextantio