Viaggio a Zanzibar: oltre al mare cristallino c’è di più

Tour dell’isola di Zanzibar: da Stone Town alle piantagioni di spezie, qualche idea per godersi l’isola oltre le spiagge bianche, il sole e il mare cristallino

Benvenuti a Zanzibar, dove il profumo delle spezie si fonde con quello del mare e il corallo crea magnifiche architetture dentro e fuori dall’acqua. Un posto ricco di meraviglie, in cui il piacere di esplorare gli stretti vicoli del centro città è pari solo a quello di scoprire i fantastici fondali e gustare i piatti speziati della tradizione.

Bagnata dalle tiepide acque dell’Oceano Indiano, a circa 30 chilometri dalle coste della Tanzania, di cui fa parte, l’isola di Zanzibar (conosciuta localmente come Unguja) è la più grande dell’omonimo arcipelago che comprende anche Pemba e numerose altre piccole isole. Con i suoi chilometri di spiagge con sabbia bianca e finissima, acque limpide con sfumature che vanno dal verde a blu e clima tropicale, la zona è tra le più desiderate dai turisti di tutto il mondo, amanti del mare e del relax.

Ma c’è molto di più. Il centro storico della capitale, conosciuto come Stone Town, brulica di vita e offre scorci di rara bellezza, e poco distante dalla città c’è la suggestiva Prison Island, con una barriera corallina mozzafiato. E poi ancora è possibile visitare le piantagioni di spezie e conoscere la lavorazione delle alghe, punti forti dell’economia di Zanzibar, e immergersi nei colori e profumi inebrianti che riempiono i bazar.

Le spiagge: da est a ovest senza dimenticare le isole minori
Le spiagge più larghe e profonde di Zanzibar si trovano sulla costa est, caratterizzata da finissima sabbia bianca e palmeti, e sono soggette al fenomeno delle maree, che può determinare fino a 4 metri di dislivello. Mentre quella nord-ovest è la zona più frequentata dai turisti, perché degrada più velocemente verso il mare e l’effetto delle maree non limita la balneabilità. A sud, invece, la costa termina perlopiù con bellissime scogliere a strapiombo sul mare.

Gli amanti del mare non dovrebbero perdersi Chumbe Island, riserva marina privata, Mnemba Island, interamente circondata dalla barriera corallina, e le piccole isole protette di Pungume e Komonda all’interno della baia della penisola di Fumba. Per i più curiosi, poi, può essere interessante fare due passi nelle insenature naturali di fronte ai villaggi di pescatori di Kizimkazi Mtendeni e Dimbanisisi, frequentate dalla gente del villaggio e dai pescatori la cui vita è ancora scandita dal ritmo delle maree.

Uno sguardo sott’acqua
Zanzibar è perfetto anche per chi alla tintarella e al relax in spiaggia preferisce il fascino del mondo sottomarino. Acqua a 25 gradi, ottima visibilità, barriere coralline e oltre 300 specie di pesci, sono infatti un mix perfetto per snorkeling e immersioni. Anche i principianti, attrezzati soltanto di maschera e boccaglio, possono facilmente trovarsi a tu per tu con pesci farfalla, pesci pappagallo, pesci pagliaccio e, con un po’ di fortuna, soprattutto nella zona della Prison Island, tartarughe giganti.

I sub più esperti, invece, potranno curiosare tra i resti di magnifici relitti, tra cui quello della Royal Navy Lighter che, a 30 metri di profondità, ospita occasionalmente anche squali di barriera, e quello della Penguin, o esplorare le fantastiche grotte del cosiddetto big wall, nelle acque attorno all’isola di Mnemba, popolate, da ottobre a dicembre, dagli inoffensivi squali balena, che possono arrivare anche a 12 metri di lunghezza.

Tra i vicoli di Stone Town
I viaggiatori più curiosi non rimangono certo indifferenti al fascino di Stone Town, centro storico e culturale di Zanzibar City, recentemente dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco . La “città di pietra” deve il suo nome alla pietra corallina locale, abitualmente utilizzata come materiale da costruzione, che conferisce agli edifici della città vecchia il tipico colore “caldo” che li caratterizza e ne sta determinando purtroppo il declino, a causa dell’estrema friabilità.

Perdetevi nel labirinto di vicoli strettissimi e tortuosi, percorribili soltanto a piedi o in bicicletta, tra vivaci bazar, moschee, templi ed edifici in stile arabo, persiano, indiano e coloniale. Caratteristici delle abitazioni del centro sono gli splendidi portoni di legno scuro finemente intagliato, arricchiti spesso da grosse borchie in ottone, di derivazione indiana. Anche questa è Zanzibar: un’incredibile miscela di stili e tradizioni, unica nel suo genere, testimonianza delle numerose influenze subite nel tempo, e centro della cultura Swahili, derivante dalla fusione tra quella persiana e quella indigena.

I colori e i profumi: dal mercato di Darajani alle coltivazioni di spezie e alghe
Il mercato di Darajani è un concentrato di profumi e colori. Si trova nelle immediate vicinanze di Benjamin Mkapa Road, una delle strade principali della città, che segna anche il limitare della Stone Town. Qui potrete comprare (o vendere) di tutto. A colpire l’occhio del viaggiatore sono soprattutto i grandi sacchi di tessuti naturali e le cassette di legno grezzo, in cui sono esposti tutti i tipi di spezie coltivati nei dintorni della città e molte varietà di frutta esotica.

Impossibile non assaggiare i cibi tradizionali, molto speziati, cucinati al momento e venduti per pochi dollari. Tra questi il boku-boku, uno spezzatino di carne piccante cotto nel frumento, con zenzero, cumino, peperoncino, o il pwewa wa nazi, polpo cotto nel latte di cocco insieme a curry, cardamomo, cannella, aglio e succo di lime.

Le ricche coltivazioni che valgono a Zanzibar l’appellativo di Isola delle spezie o Isola profumata sorgono a pochi chilometri dalla città, nella parte più interna dell’isola. Basta una sola visita tra le distese di vegetazione rigogliosa, per inebriarsi dei colori e profumi di chiodi di garofano, cannella, zenzero e cardamomo, misti a quelli di ananas, cocco, banane e frutto della passione.

Nelle zone costiere, facendo un po’ di attenzione, è possibile poi vedere gli abiti colorati delle donne, chine per ore nell’acqua o sui filari, a coltivare e raccogliere le alghe, sfruttando la bassa marea. Le alghe rappresentano infatti il secondo prodotto più esportato di Zanzibar, che vengono lavorate e trasformate in sapone biologico e altri prodotti di bellezza.