Roma, un itinerario alla scoperta di San Lorenzo

È per eccellenza il quartiere universitario, ma come ogni zona di Roma vanta mura millenarie e strutture storiche: un itinerario alla scoperta di San Lorenzo.

Foto di Grazia Cicciotti

Grazia Cicciotti

Giornalista

Viaggia da sempre, a volte per piacere altre volte per indole. Ha vissuto (quasi) in tutta Italia, con qualche sosta in Europa e oltreoceano.

Pubblicato: 27 Maggio 2025 08:42

C’è un quartiere di Roma entrato ormai nell’immaginario sia dei cittadini che dei turisti: a ridosso della stazione Termini, si trova infatti San Lorenzo, per molti indissolubilmente legato ormai al viavai di studenti universitari. Locali, bar e ristorantini popolano infatti le vie della zona, sempre molto viva. Il suo nome deriva però da un luogo storico, la Basilica di San Lorenzo fuori le Mura. Sarà forse proprio per il fatto che storia e movida si intrecciano in questo quartiere che è aumentato il suo fascino, unito alla vicinanza con la zona universitaria vera e propria. Un’area giovane, quindi, in cui non mancano attrazioni storiche da visitare. Vi proponiamo un itinerario tra le sue meraviglie, da svolgere in qualche ora rigorosamente a piedi. Prima, però, un po’ di storia.

La storia del quartiere San Lorenzo a Roma

La storia del quartiere San Lorenzo è relativamente recente: circondato dalle Mure Aureliane, fino alla proclamazione del Regno d’Italia nel 1861 è stata un’area prevalentemente agricola che è stato poi necessario urbanizzare: Roma, del resto, era diventata Capitale d’Italia. Un paesaggio brullo all’epoca, interrotto alla vista solo dalla Basilica di San Lorenzo e dal cimitero del Verano. Poco dopo – tra il 1860 e il 1890 – iniziano ad apparire lo scalo merci San Lorenzo, i relativi alloggi (un tempo case popolari, oggi affascinanti case a ringhiera) e persino la prima Casa dei Bambini al mondo di Maria Montessori.

La vita essenzialmente popolare e giovane del quartiere lo resero, in men che non si dica, un’area abitata da una forte componente social-comunista e – nei primi anni ‘20 – rinomatamente antifascista. Sono note, in questi anni, le rappresaglie continue tra i due schieramenti politici italiani. La Città Universitaria sorge invece negli anni ‘30 e, in seguito, è celebre il bombardamento del 1943 da parte degli statunitensi: il 19 luglio di quell’anno morirono 3.000 persone e ne furono ferite 11.000, ancora oggi ricordate da continui eventi commemorativi. Negli anni ‘70, il quartiere non perse la propria natura – grazie anche alla vicinanza degli studenti – e fu il centro romano delle contestazioni. Ancora oggi è, a tutti gli effetti, il quartiere degli studenti: se possibile, il più giovane di Roma.

Porta Tiburtina

Il nostro itinerario parte da qui: dalla Porta che segna – nelle Mura Aureliane – il punto in cui la via Tiburtina usciva dalla città. Edificata in realtà già nel 5 a.C. da Augusto, la Porta fu poi restaurata – tra gli altri – da Tito e Caracalla e infine inglobata nelle Mura Aureliane tra il 270 e il 275.

Un altro intervento di restauro si deve anche all’imperatore Onorio (qui siamo nel 401-402) ed è per questo che Porta Tiburtina è nota per il suo doppio stile architettonico: romano repubblicano all’interno e tardoantico all’esterno. Sembra simbolico iniziare da qui il nostro percorso, considerando che la Porta è nota anche come Porta San Lorenzo, grazie al cristianesimo che la collegò (almeno nel nome) alla vicina Basilica più che alla storia dell’Impero Romano.

Basilica di San Lorenzo fuori le Mura

La seconda anima storica di questo quartiere, quella cristiana, la scopriamo proprio dirigendoci verso la Basilica che gli dà il nome: fino alla Basilica di San Lorenzo fuori le Mura sono 15 minuti a piedi lungo Via Tiburtina, per circa 1 km. Qui si conclude il celebre Giro delle Sette Chiese di San Filippo Neri ed è bene sottolineare che – dato che siamo nell’anno del Giubileo – è una Chiesa che merita sicuramente una visita, per storia e fascinazioni.

È così chiamata perché ospita la tomba di San Lorenzo, ma anche quella di Alcide De Gasperi e di cinque papi: san Zosimo, san Sisto III, sant’Ilario, Damaso II e beato Pio IX. Tantissime le opere e le meraviglie da ammirare in questa Chiesa: il piazzale fu voluto da Papa Pio IX e lì troverete una statua in bronzo di San Lorenzo, opera di Stefano Galletti del 1865. L’interno è invece a tre navate con l’organo a canne, realizzato (forse) nel 1958 dai fratelli Ruffatti. La Basilica è stata di fatto vittima dei bombardamenti del 1943 e, in alcuni casi, sono visibili i lavori di restauro e le stratificazioni storiche.

Cimitero del Verano

Siete già praticamente al Cimitero del Verano, altra tappa imperdibile del quartiere. Il Verano è adiacente alla Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, quindi vi basteranno appena tre minuti di camminata. Come scritto sopra, il Cimitero è nato prima del quartiere San Lorenzo: risale infatti all’editto di Saint Cloud del 1804 di Napoleone Bonaparte e fu progettato da Giuseppe Valadier.

Costruito a partire dal 1811 fu terminato in varie fasi per diventare attivo intorno al 1830-1840. Si tratta di un’area di 83 ettari suddivisa in 21 zone. Tantissimi i monumenti e le opere funebri presenti in questo luogo. Qui troverete anche il Sacrario militare del Verano (un cimitero militare che ospita le salme di 4978 soldati), il Mausoleo dei mutilati e invalidi di guerra e il cosiddetto Tempio (o Tempietto) egizio, che ospita cerimonie funebri laiche. Tra i personaggi celebri qui sepolti spiccano Vittorio Gassmann, Eduardo De Filippo e Raimondo Vianello.

Sepolcro di Largo Talamo

Torniamo indietro lungo Via dei Volsci, per poi virare a sinistra in Via dei Reti e imboccare, a destra, Via dello Scalo di San Lorenzo. All’inizio di Via dei Campani vi troverete ad ammirare il Sepolcro di largo Talamo a largo Eduardo Talamo. È un’ulteriore testimonianza dell’Antica Roma del quartiere, perché risale al I secolo d.C. (apparteneva probabilmente alla gens Pomponia). Venuto alla luce nel 1935 durante gli scavi in Viale dello Scalo di San Lorenzo, è stato spostato nella posizione in cui si trova ora per far sì che i passanti lo ammirassero.

Il Parco Caduti del 19 Luglio 1943 e Villa Mercede

Ultima tappa del nostro itinerario, arriviamo a Villa Mercede perdendoci prima però tra le stradine che compongono la cosiddetta Street Art Walk. Tra via dei Campani, via degli Equi, via dei Lucani potete anche passeggiare, fermarvi in qualche locale per riposarvi e – contemporaneamente – ammirare la street art che popola e dà vita al quartiere. Qui giace infatti proprio l’anima più giovane di San Lorenzo, la più viva umanamente e artisticamente.

Appena sbucate in Via Tiburtina, troverete ben due parchi. Il primo è il Parco Caduti del 19 Luglio 1943 che, come dice ampiamente il nome, ricorda la data e i caduti durante i bombardamenti da parte degli angloamericani. Nel parco troverete un Monumento ai Caduti dell’architetto Luca Zevi inaugurato nel 2003: composto da cinquanta lastre metalliche, porta i nomi delle vittime accertate di quel tragico giorno.

Poco più avanti, potete invece sostare nel parco pubblico di Villa Mercede, tra via Marruccini e via Tiburtina. Non un parco vastissimo, ma perfetto per una sosta. Appartenente nel 1913 alla famiglia De Reinach, contiene al suo interno la cosiddetta Villetta (edificio realizzato per Teresa Lemoine). Non si sa molto dei De Reinach, tranne che acquistarono il terreno nel 1907 e che la signora Lemoine fosse molto religiosa: nel 1931, non a caso, cedette questo spazio al vicino Istituto delle Suore Ausiliatrici con tutta la chiesa di Santa Maria Ausiliatrice (oggi chiesa di San Tommaso Moro) progettata dall’architetto Giuseppe Gualandi e all’epoca ancora in fase di costruzione.

Fino al 1970 il Parco e i suoi edifici restarono nelle mani delle suore Ausiliatrici che divisero l’intera area in due parti e vendettero la zona sulla via Tiburtina al Banco di Santo Spirito. Fu aperta al pubblico nel 1979. Ospita attualmente la Biblioteca Tullio De Mauro.