Isole Orcadi, in viaggio tra gli enigmi del passato

Un tuffo nel passato alle Isola Orcadi alla scoperta di cerchi misteriosi, tombe di alto livello architettonico e case preistoriche arredate.

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SiViaggia

Redazione

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Le Orcadi sono un arcipelago del nord della Scozia formato da 70 isole di cui 20 abitate e che si trova a 16 chilometri dalla costa settentrionale scozzese di Caithness. Qui troverete elementi che fanno parte di un passato millenario (le isole sono abitate da ben 8.500 anni) del quale restano tracce meravigliose e, in molti casi, ancora da decifrare. Le testimonianze più importanti si trovano nel cosiddetto Cuore delle Orcadi neolitiche, l’insieme di monumenti risalenti a questo periodo storico dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO nel 1999 a riconoscimento di vestigia che dimostrano “il trionfo dello spirito umano nell’antichità e nei luoghi isolati”.

Cominciamo il nostro viaggio dall’insediamento neolitico di Skara Brae, uno dei meglio conservati d’Europa e che è stato portato alla luce da una tempesta che, nel 1850, ha rimosso lo strato di terra che lo ricopriva. Skara Brae è sicuramente tra le cose da visitare durante una vacanza alle Isole Orcadi perché fornisce un quadro straordinario della vita un villaggio di 5 mila anni fa grazie alle antiche case in uno straordinario stato di conservazione dove rimangono, addirittura, i mobili dell’epoca come letti in pietra, cassettiere e sedute. Un sofisticato sistema di drenaggio consentiva perfino l’esistenza di una rudimentale forma di bagno, mentre altre case sono suddivise in stanze che, forse, servivano da laboratorio. Durante gli scavi sono stati scoperti numerosi oggetti tra cui utensili e dadi da gioco oltre a ceramiche e gioielli, alcuni riccamente scolpiti e, forse, utilizzati nei rituali religiosi.

L’altro sito di grande rilevanza archeologica delle Isole Orcadi è Maeshowe, un complesso di tombe risalenti a 5.000 anni fa. Il suo nome è dovuto alla particolare tipologia di camera mortuaria che non ha nulla in comune che le sepolture trovate in tutto il resto del mondo e che si caratterizza per una camera centrale illuminata al tramonto durante il solstizio d’inverno del 21 dicembre. Il complesso è stato edificato da popolazioni neolitiche e l’uso massiccio di rocce per la costruzione di queste monumentali architetture deve aver costituito una sfida non indifferente. Maeshowe venne saccheggiata dai vichinghi attorno al dodicesimo secolo e il loro passaggio è testimoniato da almeno 30 incisioni runiche lasciate sulle mura in pietra.

Da visitare sicuramente è anche l’Anello di Brodgar, un cerchio di pietre sempre del neolitico a Stenness nelle isole Orcadi e che troverete su un piccolo istmo tra i laghi Stenness e Harray. Non si conosce l’esatto utilizzo del sito – forse si trattava di un osservatorio astronomico o forse di un santuario religioso o per rituali – ma si crede sia stato costruito intorno al 2.500 e sia, quindi, contemporaneo al più famoso cerchio di Stonehenge. L’Anello di Brodgar ha un diametro di 104 metri (è il terzo più grande di tutta la Gran Bretagna) e, almeno originariamente, era costituito da 60 pietre di cui ne rimangono oggi solo 27. Le rocce sono conficcate nel terreno in un fosso circolare profondo fino a 3 metri e largo 9 scavato nella roccia dagli abitanti dell’isola e tutta l’area circostante è ricca di pietre erette e tombe preistoriche che rendono il luogo molto interessante. Alcuni scavi archeologici hanno permesso al scoperta di diversi edifici residenziali e rituali, oltre che di ceramiche, ossa e utensili in pietra, ma il ritrovamento più importante è quello relativo a una grossa pietra muraria lunga 100 metri e alta sei, forse una barriera simbolica tra la zona civile e quella religiosa.

Infine, chiude il circuito del Cuore neolitico delle Isole Orcadi, il sito dei megaliti di Stenness che si trova a poco più di un chilometro dall’Anello di Brodgar e che è anch’esso formato da un enorme gruppo di pietre dell’età neolitica situato su un promontorio. Le pietre sono tavole piatte di 30 centimetri di spessore e almeno inizialmente erano in numero di 12 a formare un’ellissi di circa 32 metri di diametro circondata da un fosso scavato nella roccia. Le pietre rimaste in piedi oggi parlano di un passato glorioso e sono bellissime da fotografare soprattutto nella magica atmosfera della luce del tramonto.