Non solo campi di lavanda e quadri di Van Gogh, la Provenza custodisce anche antichi borghi dal fascino senza tempo, come Les Baux de Provence. Situato nel cuore delle Alpilles, arroccato su un altopiano roccioso, questo villaggio della regione sud della Francia conquista lo sguardo da lontano: arrivando con la macchina, dopo aver affrontato stradine tortuose, si intravedono i resti del suo castello immerso nella vegetazione e fin da subito si respira un’aria di storia e scoperta.
Les Baux de Provence, infatti, è stato lo scenario di avvenimenti importanti della storia francese: è qui, per esempio, che i baroni si ribellarono a Luigi XIII, subendo la feroce repressione da parte di Richelieu e il parziale abbattimento del castello. Oggi, seppur vanti un patrimonio architettonico abbastanza ricco (si contano ben 22 monumenti storici) e venga considerato come uno dei borghi più belli della Francia, non ha subito le conseguenze negative del turismo di massa e conserva un’atmosfera autentica da scoprire con calma durante una passeggiata tra le sue strade.
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Cosa vedere nel borgo di Les Baux de Provence
Come per ogni borgo italiano ed europeo, anche questo va scoperto a piedi, perdendosi tra le sue strade calme e pittoresche. Tra piazze e saliscendi, Les Baux de Provence accoglie i visitatori con piccole botteghe, casette in pietra, saponerie, pasticcerie tipiche e negozi artigianali dove acquistare tanti prodotti fatti a mano. Ma quali sono le cose assolutamente da non perdere? Vediamole insieme nel dettaglio.
Chateau de Baux
Il borgo custodisce una ventina di monumenti di alto pregio culturale, come lo Chateau de Baux, un castello dell’XI secolo attualmente in rovina che appare un tutt’uno con la roccia sulla quale è stato costruito. Fu eretto dai signori di Baux e fino al XIII secolo fu un importante luogo di cultura e politica della Provenza, al centro delle lotte di potere delle famiglie regnanti. Un museo a cielo aperto che sovrasta l’intero villaggio, considerato come uno dei più antichi insediamenti feudali in Europa, frequentato come roccaforte già durante il Neolitico e l’Età del Ferro. Ma è solo nel Medioevo e nei periodi successivi che l’imponente castello è diventato eccezionale anche sul piano architettonico.
Durante la visita del castello è possibile visitare le diverse aree come il mastio, le torri Sarrazine e Paravelle, la colombaia signorile, la cappella castrale, la cappella Saint-Blaise e l’ex ospedale Quiqueran trasformato in giardino. Salendo in alto si gode anche di una vista panoramica meravigliosa sulla Provenza, da Aix ad Arles. Per chi desidera fare esperienza del castello in modo diverso, sarà felice di sapere che è stato allestito un Escape Game all’aperto chiamato “Il mistero di Alix, ultima signora di Les Baux”.
Le chiese
Un altro gioiello architettonico della città è la chiesa di Saint Vincent, un edificio religioso in parte scavato nella roccia, risalente all’XI secolo, in stile romanico provenzale, dedicata a Vincenzo di Saragozza, diacono del vescovo, una delle prime vittime delle persecuzioni anticristiane del IV secolo. L’edificio ha tre navate e una superficie praticamente quadrata, mentre sulla sinistra c‘è una torre circolare nota come la Lanterna dei Morti. Molto imponenti anche gli interni: nella navata sinistra nella terza cappella, spicca un cenotafio risalente al 1906 e dedicato alla famiglia Manville il cui antenato edificò la cappella a spese della famiglia.
L’altro edificio religioso di grande pregio architettonico da non perdere a Les Baux de Provence è la cappella di Saint Blaise, risalente all’XII secolo, in stile romanico provenzale. Il sito è stato frequentato sia nel periodo dei celti che nell’età romana come dimostrano ceramiche e monete ritrovati nel sottosuolo. Ma l’edificio risale al XII secolo come riportato nei documenti della corporazione dei tessitori e dei conciatori di lana che la proclamarono sede della loro fratellanza nel XVII secolo.
Musei, palazzi signorili e mostre d’arte
Molti palazzi signorili sono stati trasformati in musei, come quello dedicato a Yves Brayer, pittore, illustratore e scenografo francese rinomato anche per aver decorato la cappella dei Penitenti Bianchi, situata sul ciglio della rupe che domina il Vallon de la Fontaine. All’interno puoi ammirare centinaia di dipinti e disegni dell’artista, realizzati tra il 1991 e il 1997. Spettacolare è anche la finestra “Post Tenebras Lux”, tutto ciò che resta di un edificio rinascimentale conosciuto come la casa di Brisson Peyre, ossia il nome del cittadino che l’acquistò dai proprietari originari. La casa venne costruita negli ultimi decenni del XVI secolo da Claude Manville, capitano della città e, probabilmente, fungeva da tempio protestante, come sembra suggerire il motto calvinista che sovrasta la finestra “Post Tenebras Lux”, che tradotto dal latino significa “dopo le tenebre la luce”.
Poco fuori dal borgo, invece, le cave utilizzate per la costruzione della città e del castello vengono oggi impiegate per allestire esposizioni artistiche particolari. Il primo a utilizzarle a questo scopo fu il visionario Jean Cocteau che, negli anni ’60, decise di utilizzare questa location nel suo film ‘Le Testament d’Orphée’. A partire dalla fine degli anni ’70, grazie alle pareti alte 14 metri e agli spazi disponibili (7000 metri quadri), le cave divennero il luogo perfetto dove organizzare mostre immersive. Al suo interno sono state proiettate le opere di grandi artisti quali Monet, Leonardo da Vinci, Klimt, Chagall, Van Gogh, Picasso o Dalì.