Alla scoperta della Riviera di Ulisse

Tra miti e storie tutti i segreti di questa costa del Lazio

Foto di Francesca Di Pietro

Francesca Di Pietro

Travel Psychologist & Blogger

Travel Pyschologist & Coach, 80 paesi visitati, ama i viaggi lenti, la natura, i cani ed insegna yoga. Crede che i viaggi ci trasformino in persone migliori.

Pubblicato: 1 Giugno 2021 09:49

La costa del basso Lazio è ricca di tesori non sempre così conosciuti ai più. Ci troviamo in una zona che è stata molto amata dagli imperatori romani, infatti ci sono tantissimi resti di ville e mausolei di epoca imperiale. Oltre ad avere un’importanza storica ha anche un’importanza epica, infatti molti punti dei famosi poemi come l’Odissea e l’Eneide vengono rappresentati su queste coste. Anche se nell’antichità questa zona risulta molto legata a Roma, successivamente, negli ultimi 500 anni  è il cuore del Regno delle Due Sicilie, roccaforte di regnanti e di Papi, il forte fuoco borbonico ha bruciato nelle vene della sua gente ben oltre l’unità d’Italia.

Il Parco della Riviera di Ulisse, è stato creato nel ’97 dalla Regione Lazio  per gestire in modo più accurato quattro aree naturali protette regionali: Monte Orlando, Gianola e Monte di Scauri, il Monumento Naturale Villa di Tiberio e Costa Torre Capovento – Punta Cetarola e il Monumento Naturale di Monte d’argento. I comuni che abbracciano questi luoghi sono,  Formia, Gaeta, Minturno e Sperlonga.

Tesori da non perdere nel Parco della Riviera di Ulisse

Sperlonga:

delizioso borgo marinaro arroccato sulla roccia a picco sul mare, è sicuramente il borghetto più fotogenico, pieno di vicoletti acciottolati, con casette bianche; negozietti d’artigianano e ristoranti di pesce. È tutto pedonale, consiglio di visitarlo al tramonto con la sua luce migliore e magari fermarvi per cena.

Villa di Tiberio:

si trova nelle vicinanze di Sperlonga è un’ampio sito archeologico risalente al I secolo d.C. , si trattava di una villa imperiale di Tiberio dove lui amava passare i mesi estivi, Tiberio era un amante dei luoghi spettacolari, infatti amava villeggiare anche a Capri. La sua villa vicino a Sperlonga era davvero immensa, ci sono i resti delle stanze della servitù, molti bassorilievi marmorei che riprendono passi dell’odissea e la famosa grotta di Tiberio.

Gaeta:

deliziosa cittadina costruita su una penisola e avvolta dal mare. Questa cittadina ha davvero un’importanza storica molto presente, vede il suo massimo sviluppo durante il medioevo, infatti il centro storico è ancora in maniera predominante risalente a tale epoca. Ci sono due bellissimi castelli, Angioino e Aragonese, la bellissima chiesa della Cappelletta d’Oro, il Palazzo del Vio dove è custodito lo stendardo di Lepanto che fu donato dal Papa ai gaetani per aver vinto la battaglia di Lepanto contro i mori. La chiesa di San Francesco un tempo ospitava anche un convento nelle vicinanze, ad oggi ha una delle più belle terrazze panoramiche della città. Non perdetevi anche il duomo e se avete gambe buone salite sulla sua sommità per godervi la vista.

Monte Orlando:

è la montagna che si trova alle spalle di Gaeta, ci sono dei percorsi molto interessanti. Per secoli è stata un punto di difesa della costa, è piena di torrette di avvistamento, ci sono anche delle basi militari borboniche, delle vecchie polveriere e armerie. La passeggiata ha una bellissima vista verso scogliere a picco sul mare, culmina con una splendida vista di Gaeta da dietro che vede i castelli in primo piano. Molto interessante è il Mausoleo di Lucio Munazio Planco, risalente al I secolo a.C, di forma circolare; ha avuto diverse interpretazioni nel corso dei secoli, ma la più plausibile è che questo console amasse talmente tanto questo luogo che quando era ancora in vita si fece costruire un mausoleo per essere certo di riposare lì per l’eternità.

La Montagna Spaccata:

Si trova alla base del Monte Orlando, ma è opportuno dedicargli un paragrafo a sé perché ha un’enorme importanza per la città di Gaeta. La Montagna Spaccata e il suo santuario sono un luogo di culto molto forte. La leggenda narra che quando Cristo morì sulla croce la montagna per il dolore si spaccò e da allora è meta di pellegrinaggio. Anche San Filippo Neri ci venne in pellegrinaggio ed il luogo in cui lui dormì ora è un luogo sacro. Al posto della vecchia croce che sormontava un grosso scoglio incastrato tra i due lembi di “montagna spaccata” ora è stata costruita una chiesa con l’abside che da direttamente verso il mare. La leggenda narra che un turco venuto qui accompagnato da un pellegrino non volle credere alla storia e quando appoggiò la mano sulla montagna, la mano si fuse sulla montagna stessa in segno di monito per ogni infedele. Scendendo verso il mare infatti troviamo una grandissima e bellissima grotta chiamata appunto la Grotta del Turco, dove è stato anche girato il Trono di Spade.

Il Monte Redentore:

alle spalle di Formia troviamo il Monte Redentore che tecnicamente fa parte dei Monti Aurunci, una montagna stupenda con rocce dolomitiche, un paesaggio di alta montagna con vista mare. Ci sono diversi percorsi da fare, tutti ben segnati, per iniziare vi consiglio la Cima del Redentore, circa 10 km andata e ritorno, molto panoramico, se non c’è foschia. Una vera chicca è che lungo il cammino si incontra lo spettacolare Eremo di San Michele, io l’ho trovato avvolto nella nebbia ed è uno spettacolo che non dimenticherò mai. Il 13 di Giugno c’è una grande festa popolare dove si sale fino all’eremo per portare in giro le effigia del santo.

La spiaggia dell’Arenauta:

conosciuta ai più come la Spiaggia dei 300 gradini che sono proprio quelli che si devono percorrere per raggiungerla a piedi. Questa spiaggia è forse la più bella della costa, selvaggia, incassata nelle rocce, protetta, ha un’energia particolare, da sempre molti ragazzi la scelgono per fare campeggio selvaggio. Ma non tutti sanno che ha un’importanza epica, infatti è proprio su questa spiaggia che Enea fuggendo da Troia, diede omaggio alla sia nutrice Cajeta, ed è per questo motivo che la città fondata nelle vicinanze della spiaggi prese il nome di Gaeta.

Punta Cetarola e Torre Capovento:

questo selvaggio punto di costa è diventato monumento naturale per proteggere la sua vastissima diversità di fauna e flora. falesie a picco sul mare che continuano anche sott’acqua aprendo grotte e insenature perfette per gli amanti delle immersioni. Si è cercato di proteggere al massimo questo punto di costa per preservare le specie endemiche e i numerosi uccelli che la scelgono ogni anno per fare i nidi.

La bellezza del Parco della Riviera di Ulisse è che non si limita solamente ad una visita nei mesi estivi, ma riesce a regalare momenti speciali durante buona parte dell’anno, anche perché questa zona gode di un cima molto mite e temperato.