Pietramontecorvino, il borgo dall’intatto fascino medievale

Alla scoperta di un luogo speciale rimasto intatto attraverso i secoli, suggestiva "Perla dei Monti Dauni", tra storia e natura

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Redazione

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È uno dei Borghi più belli d’Italia su cui sventola la Bandiera Arancione del Touring Club, la “Perla della Daunia”, un borgo dove si respira ancora l’atmosfera del Medioevo mentre lo sguardo si perde lungo un panorama spettacolare plasmato da verdeggianti boschi: benvenuti a Pietramontecorvino, alle pendici dei Monti Dauni, in provincia di Foggia.

Cosa vedere a Pietramontecorvino, dove il fascino del Medioevo è rimasto intatto

Passeggiare nell’antico cuore del borgo, il caratteristico quartiere Terra Vecchia, dedalo di piazzette, vicoletti, scalinate scoscese, stradine tortuose, archi in pietra e case che sembrano emergere dalla roccia, significa fare un vero tuffo nel tempo che fu, in una realtà dove il fascino del Medioevo è rimasto intatto.

In origine, l’intero borgo di forma circolare era cinto da mura fortificate: oggi rimane il suggestivo arco gotico di Port’Alta, unica porta d’ingresso sopravvissuta della città medievale.
Oltrepassata la soglia, la meraviglia si svela tra pittoreschi vicoli e strette vie su cui si affacciano le case in pietra e le antiche abitazioni in tufo, grotte naturali di rara suggestione dove trovarono dimora i profughi in fuga dalla vicina Montecorvino, distrutta da Ruggero il Normanno nel 1137.

Passeggiando al cospetto di un centro così ricco di storia e bellezza, incontrerete Palazzo Ducale, pregevole edificio storico dall’alto valore artistico, impreziosito dai giardini pensili.
Degne di nota sono le attrezzature difensive utilizzate in caso di assedio, le bifore gotiche che adornano la facciata sud, il balconcino sulla facciata est e il cortile su cui svetta la passerella che congiunge il Palazzo alla Chiesa Madre.

E proprio la Chiesa Madre di Santa Maria Assunta è un’altra delle tappe salienti dell’antico nucleo di Pietramontecorvino, di origine medievale, la più antica del paese.
Durante il Settecento, vennero eseguiti notevoli lavori di rifacimento con il capovolgimento della parte absidale, il loggiato, la scalinata e la finestra quadrilobata della facciata.
L’interno, a navata unica, conserva lo stile architettonico romanico con l’altare maggiore barocco, la cappella, i monumenti funerari e gli archi in pietra, di fattura rinascimentale.

Di sicuro interesse è poi la Torre Normanno-Angioina che, dai suoi 30 metri, veglia dall’alto l’intero borgo: dalla sua sommità la vista è a dir poco incredibile. Da conoscere anche il Museo delle Tradizioni e della Transumanza, che racchiude fede e devozione, un’occasione per immergersi nell’identità del territorio: tematica principale è quella legata alla festività del patrono Sant’Alberto che cade il 16 maggio.

Infine, appena fuori dal nucleo storico, non perdete la Chiesa del Rosario, risalente alla seconda metà del XVI secolo, con magnifico soffitto a cassettoni.

La magia prosegue nei dintorni

Dopo aver assaporato tutta la meraviglia di uno dei borghi più affascinanti della Daunia, a pochi chilometri dall’abitato, in località Celle, la magia continua con il Bosco di Sant’Onofrio, piacevole meta per trekking ed escursioni all’ombra dei faggi e accanto a fresche sorgenti. Ma non soltanto: qui si trova anche il sito archeologico di Sant’Onofrio e le sorgenti “Pila del Ladro” e “Pila di Sant’Onofrio” che presentano entrambe grandi vasche rettangolari per la raccolta delle acque dove, con un po’ di fortuna, è possibile scorgere il tritone italico e altri anfibi.

Il bosco incontaminato, tra gli alberi secolari, custodisce inoltre le rovine di un antico convento di probabile origine francescana intitolato al santo da cui il territorio prende il nome.