Borgo Parrin, il borgo siciliano che sembra dipinto da Gaudì

A Borgo Parrini, appena fuori Palermo, si respira un'atmosfera decisamente spagnoleggiante.

Foto di Ilaria Santi

Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Visitare Borgo Parrini è un po’ come scoprire alcuni celebri angoli di Barcellona, in Spagna. Per forme e colori, questo abitato ricorda lo stile dell’architetto catalano Antoni Gaudì, e per questo è divenuto una meta molto amata dai turisti.

Questa frazione del piccolo centro di Partinico, in provincia di Palermo, è tutto un susseguirsi di case bianche con porte azzurre e infissi gialli e le finestre colorate, di case e sculture rivestite di mosaici di vetro (in stile Gaudì) e di maioliche, viuzze fiorite e marciapiedi acciottolati. Un’atmosfera decisamente spagnoleggiante.

Gaudì ma non solo. Si tratta di un bellissimo borgo d’artista, dove le pareti delle sono dipinte coi volti famosi come quello di Frida Kahlo o con frasi celebri come quelle di Papa Giovanni Paolo II o di Gandhi.

La storia del borgo inizia nel XVI secolo, quando i padri del Noviziato dei Gesuiti di Palermo – i Parrini, appunto – decisero d’acquistare alcuni terreni agricoli a Nord-Est di Partinico. Agli inizi del ‘700, i Gesuiti fecero costruire in quelle terre alcune strutture, tra cui un mulino, alcune torrette d’avvistamento per i campieri, abitazioni per coloni e braccianti, diversi magazzini e una chiesetta, intitolata a Maria SS. del Rosario.

Dopo la soppressione dell’ordine religioso, la proprietà passò in mano al Principe francese Henri d’Orléans, che decise di sfruttare il borgo per la produzione del Moscatello dello Zucco, vino apprezzatissimo nell’Europa del XIX secolo.

Il nobile istituì anche una florida azienda agricola, nella quale impiegava circa 300 operai, che trovavano alloggio proprio negli edifici del borgo. Dal secondo dopoguerra, la popolazione cominciò ad abbandonare il borgo, per trasferirsi nelle grandi città; molti edifici, così, restarono disabitati per molto tempo e Borgo Parrini divenne un paese fantasma, recuperato negli Anni ’70 da alcuni cittadini che avevano continuato a curare il paese.

Negli ultimi anni, grazie all’intuizione di un imprenditore e dei pochi residenti rimasti (circa una cinquantina), il borgo ha ricominciato a vivere una seconda vita: le vecchie case sono state restaurate con uno stile particolarissimo, che strizza l’occhio al modernismo architetto catalano Antoni Gaudì.

Borgo Parrini, la piccola Barcellona palermitana, è una chicca italiana tutta da scoprire, con forme particolari e colori sgargianti; un tripudio di tinte che riprendono il cielo e il mare, una passeggiata fra dipinti, murales e frasi d’autore, meta imperdibile per turisti curiosi e per gli amanti della fotografia. E, chi vuole, può anche soggiornare in uno degli hotel d’artista.