Città-fortezza, Palmanova è uno di quei luoghi che hanno contribuito a rendere la fama dell’Italia quella che è oggi: al top. Dal 1960, con decreto del Presidente della Repubblica, è stata proclamata Monumento Nazionale. Nel 2017 è entrata nella lista dei Patrimoni mondiali dell’Unesco e nel 2018 è entrata a far parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia.
Il merito di tutto ciò è dovuto alla sua particolarissima forma di stella a nove punte, visibile solo dall’alto dei suoi bastioni (o dal cielo). Si tratta, infatti, di uno dei più importanti esempi di architettura militare dell’età moderna.
I bastioni di Palmanova
Passeggiare sulle antiche mura di Palmanova permette di osservare la geometria perfetta delle strutture difensive realizzate, scoprire le gallerie che permettevano alle milizie di spostarsi o di difendere la fortezza e di conoscere i segreti di un luogo unico in Italia.
La struttura fortificata è organizzata su tre cerchie difensive e un tessuto urbano disposto su assi radiali. L’accesso alla città è consentito da tre porte: Porta Aquileia (un tempo chiamata Marittima), Porta Udine e Porta Cividale.
La città fu fondata dalla Serenissima Repubblica di Venezia con l’intento di contrastare le mire espansionistiche degli Asburgo d’Austria e le scorrerie dei Turchi. Il 7 ottobre 1593 si pose la prima pietra della fortezza.
Una data non casuale, scelta dai rappresentanti della Repubblica di Venezia per ricordare due eventi importanti: la ricorrenza di Santa Giustina, patrona della nuova città, e l’anniversario della vittoria di Lepanto sui Turchi il 7 ottobre 1571. E ciò perché Venezia voleva sottolinearne la fama di fortezza inespugnabile, contro le scorrerie dei Turchi e per arginare le mire espansionistiche degli Arciducali, fino a quando il generale Bonaparte la conquistò.
Furono costruite due linee difensive con bastioni e rivellini e al loro interno si realizzò l’impianto urbanistico della città. Ci vollero 30 anni per completare la prima cerchia e altrettanti per la seconda. La terza cinta fortificata fu aggiunta cent'anni dopo, in epoca napoleonica.
I segreti di Palmanova
Uno dei segreti meglio custoditi si trova proprio nel sottosuolo. Tutta la cinta bastionata di Palmanova è percorsa da un sistema di gallerie, alcune delle quali sono anche visitabili. Negli ultimi anni è stata riaperta e reinserita nelle visite guidate anche la Loggia di baluardo Donato con la sortita che permette il passaggio dall’interno della città stellata al fossato esterno.
Questa veniva utilizzata per i movimenti delle truppe e per le milizie a cavallo. All’uscita del camminamento sotterraneo, si trova il terrapieno parallelo alla cortina chiamato "falsabraga", realizzata per occultare gli spostamenti delle truppe all’interno delle fortificazioni.
Il mistero dei numeri
La "città stellata", come è anche chiamata Palmanova, è circondata da mura e fossati per una lunghezza di circa 7 chilometri. Sei strade convergono verso il centro, una piazza esagonale talmente perfetta che è facile rimanere impressionati dinanzi a tale ordine.
E sono proprio i numeri a lasciare meravigliati, tutti basati sul numero tre e suoi multipli: la stella è a nove punte, come sono nove anche i bastioni di fortezza e le cerchie della cinta muraria. Ci sono tre porte di accesso, 18 strade radiali e sei strade principali.
Il progetto di questa città fu inizialmente affidato a Leonardo da Vinci, ma il grande Genio rifiutò di realizzarlo per via di altri impegni. Tuttavia, da alcuni documenti storici sembrerebbe che fece comunque un sopralluogo e dispensò alcuni preziosi consigli.
La leggenda della ragnatela
Si dice che dietro la forma a nove punte di Palmanova non ci fosse un grande studio né di qualche militare esperto e neppure di quel genio di Leonardo. Anzi. la forma che ha reso così famosa questa cittadina sarebbe frutto di una semplice casualità.
Secondo una leggenda, infatti, quando si dovette prendere la decisione di dove costruire la fortezza ideale per contrastare le incursioni turche, una squadra di esperti inviati dalla Serenissima nella pianura friulana alla ricerca del luogo migliore si ritrovò a doversi riparare da un temporale all'interno di una chiesa piccola e insignificante cappella.
Improvvisamente, una forte folata di vento staccò una ragnatela dal soffitto, che andò a posarsi, perfettamente piatta, sul pavimento davanti a loro. Fu quella forma perfetta a ispirare il gruppo sulla forma della fortezza che avrebbero dovuto costruire.
Un luogo ultraterreno
Quando venne ideata, Palmanova non avrebbe dovuto ospitare soltanto i militari impegnati in guerra, ma era stata progettata per dare alloggio anche a 20mila abitanti. Il progetto però naufragò: un po' forse perché spaventava l’idea di far crescere dei figli in ambiente bellico, ma la credenza più diffusa era che si riteneva che la città avesse qualcosa di ultraterreno nella sua particolarissima struttura.
Il tesoro nascosto
I misteri di Palmanova non finiscono qui. Ce n'è uno davvero ricco, almeno per chi riesce a risolverlo. Si tratta di un tesoro che sarebbe ancora nascosto da qualche parte in città. Si dice, infatti, che, per non farlo trova ad Attila, il tesoro di Aquileia, l'antica colonia romana, venne celato proprio nel sottosuolo di questa città. Potrebbe anche essere scoperto lungo una di quelle gallerie visitabili dai turisti, in particolare in un misterioso passaggio che collega la città al Castello di Manzano, oggi ridotto a un rudere, visto che Palmanova si trovava proprio a metà strada.